Il presidente dell'Anm Piercamillo Davigo (foto LaPresse)

I flop giudiziari del 2016, tra “prove inadeguate” e “suggestioni mediatiche”

Redazione

Dal proscioglimento di Ilaria Capua all’assoluzione di Calogero Mannino. Quando la giustizia non funziona

Roma. Si è concluso un anno costellato da innumerevoli flop giudiziari. Ecco un breve riepilogo dei principali casi emersi nel corso del 2016.

 

Gennaio

A essere protagonista del primo flop dell’anno è Luigi de Magistris, ex pubblico ministero di Catanzaro, oggi sindaco di Napoli. Il 13 gennaio, infatti, vengono assolti tutti i politici imputati nel processo per associazione a delinquere scaturito dalla maxi inchiesta “Why not”, sui presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici in Calabria. Passano alcuni giorni e la quinta sezione penale del tribunale di Napoli annulla, dopo otto anni, il rinvio a giudizio nei confronti dell’ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella, anche qui per presunta associazione a delinquere. L’inchiesta portò alla caduta del governo Prodi, ma per i giudici è viziata addirittura da “indeterminatezza della descrizione del fatto”. Dopo cinque anni di calvario, infine, il gup di Catania archivia l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa a carico dell’ex senatore Nino Strano (Pdl).

 

Febbraio

Il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, viene assolto in appello dall’accusa di abuso d’ufficio nel processo relativo alla costruzione di un termovalorizzatore (assoluzione che verrà confermata dalla Cassazione in settembre). La condanna in primo grado aveva determinato la sua sospensione da governatore per effetto della legge Severino. Sempre a febbraio, il senatore Salvatore Margiotta (Pd) viene assolto in Cassazione dall’accusa di corruzione e turbativa d’asta per degli appalti relativi alla costruzione del centro petrolifero Tempa Rossa in Basilicata. Dopo la sentenza di secondo grado si era autosospeso dal partito e si era dimesso da vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai.

 

Marzo

La Cassazione smentisce le accuse contro l’imprenditore Andrea Bulgarella, ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze colpevole di aver commesso reati finanziari con l’aggravante di aver favorito Cosa Nostra. Ercole Incalza, ex dirigente del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, viene prosciolto in un’inchiesta per corruzione relativa alla Tav di Firenze. Per lui è la quindicesima assoluzione in quindici processi. Paolo Cocchi, ex sindaco di Barberino ed ex assessore regionale toscano alla Cultura, Turismo e Commercio, viene assolto dalla Cassazione dall’accusa di corruzione dopo sei anni di accanimento giudiziario. Nel frattempo ha abbandonato la carriera politica e ha cominciato a fare il pasticcere.

 

Aprile

Vengono tutti assolti in primo grado – nel silenzio quasi unanime degli organi di informazione – i dirigenti e i funzionari del ministero dell’Agricoltura accusati tre anni e mezzo prima di aver costituito una “cricca” per la spartizione dei fondi pubblici. Tra gli imputati c’è chi, come Ludovico Gay, ha trascorso 120 giorni in carcere in stato di semi isolamento. A Salerno vengono tutti assolti i sei imputati accusati di aver ordito un complotto per far sì che le inchieste “Why not” e “Poseidone” fossero sottratte a Luigi de Magistris quando questi era pm di Catanzaro.

 

Maggio

La Corte d’appello di Palermo conferma l’assoluzione nei confronti dell’ex generale dei carabinieri Mario Mori e del colonnello dei carabinieri Mauro Obinu dall’accusa di favoreggiamento aggravato per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano. La Corte di Cassazione scrive la parola fine sul processo per l’urbanizzazione dell’area di Castello a Firenze, durato otto anni, annullando la condanna a carico dell’ex patron di Fondiaria Sai, Salvatore Ligresti, e gli altri imputati, tra cui gli ex assessori comunali Gianni Biagi e Graziano Cioni. Dopo quattro anni di indagini e processi, Antonio Conte viene assolto dall’accusa di frode sportiva per una presunta combine.

 

Giugno

La Corte d’appello di Bologna assolve l’ex presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, dall’accusa di falso ideologico nel processo d’appello bis per il caso “Terremerse”. La travagliata vicenda giudiziaria, durata sei anni, nell’estate del 2014 aveva portato Errani alle dimissioni da governatore.

 

Luglio

Ilaria Capua, ricercatrice di fama internazionale e deputata di Scelta civica, viene prosciolta dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, abuso di ufficio e traffico illecito di virus. Per due anni è stata dipinta da alcuni giornali, in particolare L’Espresso, come una pericolosa “trafficante di virus”. Due mesi dopo, la Camera dei deputati accetterà la sua richiesta di dimissioni da deputata. Sempre a luglio, viene assolto, in uno dei filoni del processo Mafia Capitale, Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

 

Agosto

Scoppia la polemica per una foto pubblicata dal Giornale che ritrae Simona Merra, pm della procura di Trani e componente del pool che cura l’inchiesta sull’incidente ferroviario avvenuto tra Andria e Corato un mese prima, in compagnia dell’avvocato del capostazione indagato, intento a baciare scherzosamente i piedi del magistrato. All’annuncio dell’apertura di una pratica da parte del Consiglio superiore della magistratura, il magistrato decide di lasciare l’inchiesta.

 

Settembre

E’ il mese del “concorso esterno”. Vengono infatti scagionati dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, in procedimenti separati, il deputato Luigi Cesaro (Fi), il senatore Antonio D’Alì (sempre Fi), dopo un rito “abbreviato” durato sei anni, e il consigliere regionale Stefano Graziano, che a causa dell’inchiesta si era dimesso da presidente del Pd campano. E mentre Vincenzo De Luca incassa una nuova assoluzione, stavolta nel processo “Sea Park” per le accuse di associazione per delinquere, falso e abuso d’ufficio (che gli erano costatate l’attributo di “impresentabile” alle elezioni amministrative), nel processo Mafia Capitale viene chiesta l’archiviazione della posizione dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per il reato di associazione di stampo mafioso.

 

Ottobre

L’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, viene assolto dalle accuse di truffa e peculato nell’inchiesta che aveva contribuito alla sua caduta dalla poltrona più alta del Campidoglio nell’ottobre 2015. Roberto Cota, ex governatore del Piemonte, viene assolto insieme ad altre quindici persone dall’accusa di truffa per le cosiddette “spese pazze” in regione (le famose mutande verdi). Continua a crollare il castello accusatorio del processo Mafia Capitale, con la richiesta, da parte della stessa procura romana, dell’archiviazione per 116 indagati. Ercole Incalza viene scagionato per la sedicesima volta, stavolta per associazione a delinquere e svariate altre accuse nell’inchiesta “Grandi opere”. La Corte d’appello di Perugia assolve, nel processo di revisione, il somalo Hasci Omar Hassan dall’accusa di avere partecipato all’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin nel 1994. Omar Hassan, che si è sempre proclamato innocente, ha scontato in carcere sedici dei ventisei anni che gli erano stati inflitti nel 2002. Vengono depositate, dopo un anno, le motivazioni della sentenza con cui Calogero Mannino è stato assolto nel processo con rito abbreviato sulla presunta trattativa stato-mafia: prove “inadeguate” ed “enorme suggestione mediatica”.

 

Novembre

Sandro Frisullo, ex vicepresidente della giunta regionale pugliese guidata da Nichi Vendola, viene assolto dopo sei anni dall’accusa di turbativa d’asta per presunti appalti truccati nel settore sanitario. Per questa vicenda aveva trascorso cinque mesi in carcere e agli arresti domiciliari.

 

Dicembre

La Cassazione annulla con rinvio la condanna nei confronti dell’ex governatore dell’Abruzzo, Ottaviano Del Turco, per associazione per delinquere nell’inchiesta sulla sanità abruzzese. La procura di Pavia apre una nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, per il quale è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, dopo le rivelazioni sull’individuazione di campioni di Dna appartenenti a un’altra persona sul corpo della vittima.

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