Spiate transatlantiche

L'Europa s'indigna: Obama ci spia come se fossimo sauditi qualsiasi

David Carretta

Doveva essere il “viaggio JFK” di Barack Obama, la replica contemporanea dell’“Ich bin ein Berliner”, in un discorso alla Porta di Brandeburgo, dopo quello alla Colonna della Vittoria di Berlino che nel luglio del 2008 fece innamorare l’Europa di un giovane candidato democratico pronto a porre fine alla guerra in Iraq e a chiudere Guantanamo. Invece, quando arriverà nella capitale tedesca la prossima settimana, Obama sarà guardato senza l’ardore di sempre, dopo le rivelazioni del Guardian e del Washington Post sui programmi di sorveglianza di massa condotti dalla National Security Agency (Nsa).

    Strasburgo. Doveva essere il “viaggio JFK” di Barack Obama, la replica contemporanea dell’“Ich bin ein Berliner”, in un discorso alla Porta di Brandeburgo, dopo quello alla Colonna della Vittoria di Berlino che nel luglio del 2008 fece innamorare l’Europa di un giovane candidato democratico pronto a porre fine alla guerra in Iraq e a chiudere Guantanamo. Invece, quando arriverà nella capitale tedesca la prossima settimana, Obama sarà guardato senza l’ardore di sempre, dopo le rivelazioni del Guardian e del Washington Post sui programmi di sorveglianza di massa condotti dalla National Security Agency (Nsa). La cancelliera tedesca, Angela Merkel, intende sottoporre a Obama un questionario sulle dimensioni e le basi legali della raccolta di dati in Germania da parte degli americani, ha detto il suo portavoce alla Reuters. L’europarlamentare Markus Ferber ha detto che Washington sta usando “metodi della Stasi in stile americano”. Senza comunicare nulla, poi. “Tutto ciò che sappiamo, lo abbiamo scoperto dai media”, ha spiegato il ministro dell’Interno Hans-Peter Friedrich. Tutto ciò che hanno scoperto è per esempio che i più spiati d’Europa da parte degli americani sono proprio loro, i tedeschi (per motivi anche tecnici: usano molti server americani). 

    L’indignazione retorica dell’Europa è ai massimi. La commissaria alla Giustizia, la lussemburghese Viviane Reding, ha scritto al ministro della Giustizia americano, Eric Holder, per lamentarsi delle “gravi ripercussioni per i diritti fondamentali dei cittadini dell’Ue” del programma di sorveglianza Prism. Secondo Reding “il rispetto dei diritti fondamentali e lo stato di diritto sono le fondamenta della relazione tra Unione europea e America”. Gli europei ordinari se ne infischiano della loro privacy quando mettono la loro vita privata su Facebook, Twitter e Instagram. Il Grande Fratello americano, in fondo, protegge anche loro. Ma le leadership europee si sentono tradite da Obama e dalla sua sorveglianza soprattutto per una ragione: malgrado la passione per i diritti universali, non accettano che gli americani trattino gli europei come dei sauditi o pachistani qualsiasi.

    “Noi diciamo sempre che gli americani sono i nostri migliori amici, ma il presidente Obama ha chiaramente parlato di noi europei come stranieri”, spiega al Foglio l’europarlamentare olandese, Sophie In’t Veld. “E’ un’indicazione che Obama vede il nostro rapporto in modo molto diverso da noi”. In’t Veld, che da anni si batte contro i trasferimenti di dati verso gli Stati Uniti, ammette la grande ipocrisia dell’Europa: affianco al grande spione americano, ci sono tanti piccoli spioni europei che “fanno praticamente la stessa cosa” e collaborano con l’Nsa.

    Il Monde ha raccontato che la Dgse – i servizi segreti francesi – “agendo al di là delle frontiere, esamina ogni giorno il flusso di traffico internet tra la Francia e l’estero al di fuori di ogni quadro legale”. Gli scantinati di Boulevard Mortier a Parigi ospitano “mezzi tecnici molto potenti” che la Dgse nasconde dietro al “segreto difesa”. Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha pure ammesso che il Government Communications Headquarters (Gchq) ha un programma analogo a quello dell’Nsa. Peggio: “Condividiamo un sacco di informazioni con gli Stati Uniti”, ha spiegato Hague. “Ma se le informazioni arrivano nel Regno Unito dagli Stati Uniti, sono governate dalle nostre leggi”. Secondo lo Spiegel, i servizi segreti tedeschi hanno condotto varie operazioni in tandem con l’Nsa, in gran parte per raccogliere dati su ampia scala. In cambio, gli americani passano regolarmente informazioni alla Bnd tedesca. L’Austria ha firmato un accordo con gli Stati Uniti che permette alle autorità americane di ottenere i dati confidenziali – dalle impronte digitali alle analisi del Dna – di tutti i cittadini austriaci. Il tedesco Georg Schmid, autore nel 2001 di un rapporto sul programma Echelon dell’Nsa, ha detto alla Associated Press di “essere un po’ sorpreso di tutta questa irritazione verso gli americani, quando quasi tutti gli altri fanno lo stesso”. La grande differenza è che “gli americani lo fanno meglio”.
    L’amore per Obama s’è incrinato e non era destinato a durare immutato, ma certo è che il presidente nel 2008 era stato chiaro con gli europei: “Se siamo riusciti a creare la Nato per abbattere l’Unione sovietica, oggi dobbiamo unirci in una nuova partnership globale per smantellare i network (del terrore) che hanno colpito Madrid e Amman, Londra e Bali, Washington e New York”.