una fogliata di libri

I luoghi del sapere nel Medioevo

Maurizio Schoepflin

La recensione del libro di Jacques Verger, Jaca Book, 178 pp., 15 euro

In genere la teologia medievale è stata identificata con la scolastica. Tuttavia, secondo quanto sostiene Jacques Verger, famoso medievista francese, una tale concezione sarebbe assai “restrittiva”. Nel suo denso volume dedicato agli uomini e ai luoghi in cui  è avvenuta l’elaborazione del pensiero teologico medievale, Verger afferma: “Si può senza dubbio considerare la fase scolastica come l’apogeo della teologia medievale, …ma lo storico fedele a una concezione interdisciplinare della storia intellettuale ha il dovere di ricollocare questa fase in un contesto più ampio”.

  

E dunque qual è tale contesto cui fa riferimento l’insigne studioso?

 

Si tratta in realtà di un intero millennio, ovvero di tutto l’arco della storia medievale, durante il quale la riflessione teologica è stata stimolata da molteplici influssi, molto spesso orientali, nonché da una base comune di credenze e di pulsioni spirituali appartenenti al popolo cristiano. Essa è stata favorita da numerosi mondi che hanno costituito la sorgente della vita religiosa e intellettuale: il mondo delle cattedrali, che dominavano le città, e quello dei monasteri, estremamente variegato e rispondente alle più diverse aspettative, dalla scelta dell’eremitismo a quella operata da chi voleva ritirarsi dal saeculum per condurre una vita di preghiera e di lavoro, a quella di chi sottolineava in particolare il desiderio di apertura all’universo del sapere e della cultura. Tale varietà di opzioni fu causa di tensioni ma anche di vivacità e di spinte riformatrici, che contribuirono a fare di queste realtà dei centri propulsivi di vita intellettuale e spirituale.

 

Importante fu poi il ruolo delle scuole urbane, degli ordini mendicanti, dei semplici devoti, sia chierici che laici, privi di ogni titolo ecclesiastico e, infine, degli umanisti, i quali, soprattutto attraverso un lavoro esegetico, misero in discussione i principi stessi e i metodi dei teologi.

 

La teologia del XIII secolo può essere compresa solo conoscendo il quadro istituzionale in cui essa trovò un solido appoggio: “Le università da una parte – scrive a tale riguardo Verger –, gli studia dei nuovi ordini religiosi dall’altra hanno costituito la parte essenziale di questa base istituzionale”. Non si trattava ancora di una rete omogenea (solo le università di Parigi, Oxford e Cambridge avevano nel 1300 una facoltà di teologia), ma il sapere teologico aveva già un proprio perimetro di libertà di pensiero e di regole cui sottostare, in primis per esigenze di ortodossia. 

   
I luoghi del sapere nel Medioevo
Jacques Verger
Jaca Book, 178 pp., 15 euro

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