Geografie dell'altrove. Studi su Hölderlin

Rinaldo Censi

La recensione del libro di Luigi Reitani (Marsilio, 190 pp., 19 euro)

L’intera vita di Hölderlin è stata una fuga. Dalla madre, dagli obblighi sacerdotali, da Schiller – venerato e avvertito come una minaccia –, dalle molte donne che lo amarono e infine da se stesso. Una vita precaria, spesso al servizio di famiglie aristocratiche e borghesi, cui uno spirito così irrequieto appariva a ragione inquietante. Una vita del genere non rispecchia per nulla i canoni di una storia votata al successo, ma non ha neppure i tratti dell’esistenza “maledetta”. Come è possibile coglierla?”. Questa domanda, contenuta nell’ultimo saggio di questo libro rimarchevole, si riverbera su tutte le pagine che lo compongono. Come se fosse davvero impossibile farla finita con Hölderlin, e non resti che ricominciare ogni volta a studiarlo, magari spostando leggermente l’asse d’osservazione, o aggiustando alcune delle ipotesi che cercavano di definirlo. E’ ciò che da decenni sta facendo Luigi Reitani. Il meno che si possa dire è che lo spettro di Hölderlin abbia accompagnato buona parte della sua esistenza. Due strabilianti “Meridiani” e ora questa silloge di contributi esposti e scritti nell’arco di una ventina di anni ce ne danno la conferma. Si tratta di un lavoro di scavo davvero rimarchevole. La lirica di Hölderlin viene studiata e colta attraverso un attento lavoro sui documenti, con la delicatezza e la lucidità che solo la filologia può donare. Se parliamo di scavo è perché ogni testo nasce da uno studio in profondità dei manoscritti: una vera e propria indagine. Le sorprese non mancano. La riflessione sul nome “Albanda”, uno dei personaggi del suo Hyperion, schiude una traversata che comprende luoghi geografici, nomi di città, testi antichi (Plinio), fino alla scoperta dell’influenza dei “Lapidari” (i cataloghi di pietre) nella letteratura dell’epoca. Le riflessioni dolenti sul concetto di “Heimat” nella sua lirica vanno di pari passo con lo studio sulle rivoluzioni geografiche del Settecento: l’attenzione di Hölderlin per le carte geografiche e i resoconti di viaggio è notoria. E poi le magnifiche pagine dedicate alla lettura di Goethe, e in particolar modo del Werther. Un notevole studio sul concetto di “frammento” unito alle scoperte della matematica dell’epoca, che ha anche il pregio di avvicinare il nostro poeta ai Romantici, evidenziando punti di intersezione davvero evidenti e spesso incomprensibilmente sottaciuti. Insomma, un libro memorabile.

 

Luigi Reitani
Geografie dell’altrove. Studi su Hölderlin
Marsilio, 190 pp., 19 euro

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