La casa dei pazzi

La recensione del libro di Michael Krüger, La nave di Teseo, 368 pp., 18 euro

Andrea Frateff-Gianni

"Conosco uno che non chiedeva altro che uscire da se stesso, ma non ce la faceva. Nel tentativo di essere socievole, diventava una marionetta e di nuovo ammutoliva. Nel frattempo successero molte cose che rivelarono curiosamente quanto egli volesse essere vitale e tuttavia sortisse sempre un altro effetto”. Basterebbe questa frase, che troviamo in epigrafe, tratta da La noia assoluta di Ernst Bloch, per riassumere il senso de La casa dei pazzi, il nuovo romanzo di Michael Krüger.

 

Protagonista della storia è un uomo che a un certo punto della sua vita riceve, del tutto inaspettatamente, un intero palazzo nel centro di Monaco di Baviera in eredità da una lontana zia: “Mi fu assegnato il gioiello nella zona migliore della città, mentre i figli dovettero accontentarsi degli immobili a Maiorca e Ibiza o addirittura furono liquidati soltanto con uno yacht”. Decide dunque, in seguito a questo fortunoso evento, di abbandonare il frustrante lavoro da archivista che svolge senza soddisfazione da anni per un giornale e di trasferirsi in un appartamento della sua nuova proprietà. Tuttavia, sceglie di occupare l’appartamento sotto falso nome, per evitare grane di ogni genere, e di concentrarsi totalmente sulla possibilità di vivere una nuova vita, votandosi all’ozio e, più precisamente, alla noia: “Per la prima volta nella mia vita volevo annoiarmi con trasporto. Nessun lavoro, nessun dovere, nessuna responsabilità, questo era il mio programma di partenza”. Libri, musica e tempo libero però non basteranno a raggiungere la pace dei sensi e una serie di eventi rocamboleschi rovineranno la quiete del nostro affezionato, che a un certo punto sarà costretto a rivedere i suoi piani. I problemi inizieranno ad arrivare quando, insoddisfatto della propria esistenza, deciderà di assumere l’identità del precedente inquilino dell’appartamento in cui abita: Georg Faust, uno scrittore e poeta misteriosamente scomparso, al quale però continuano incessantemente ad arrivare inquietanti lettere.

 

Definito dalla critica tedesca “un gioiello letterario”, il libro di Michael Krüger, che in Germania è un personaggio leggendario per le sue molteplici attività in ambito culturale, (editore e direttore di riviste dopo essere stato in gioventù libraio a Londra ha prodotto importanti opere come poeta, scrittore di prosa e saggista), è recentemente stato pubblicato in Italia dalla nave di Teseo un po’ in sordina e quasi totalmente ignorato dagli addetti ai lavori. Un vero peccato perché La casa dei pazzi meriterebbe maggiore attenzione, sia per la sua straordinaria vena umoristica sia per l’analisi impeccabile di temi complessi come il male di vivere o la ricerca della fuga come progetto impossibile. Michael Krüger la sa lunga, ed evidenti nel suo testo sono i richiami a Rimbaud, Moravia, Sartre, Camus, Pirandello e perfino al Michelangelo Antonioni di “Professione Reporter”. Un lavoro raffinato, per palati fini. Da leggere in piano sequenza.

 

La casa dei pazzi
Michael Krüger
La nave di Teseo, 368 pp., 18 euro

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