Interviste
William Burroughs, il Saggiatore, 1.239 pp., 65 euro
Per lungo tempo Burroughs è stato il campione mondiale dei tossici. Nominate una droga, lui deve averla provata. Nelle prime pagine del libro, un intervistatore si stupisce della sua perfetta forma fisica e della sua eleganza. Si presenta in completo Brooks Brothers grigio chiaro con gilet, camicia a righe azzurre di Gibilterra tagliata all’inglese e cravatta blu scuro tempestata di pois bianchi. Somiglia più a un diplomatico che a un ex tossico capace di restare per ore immobile a guardarsi la punta delle scarpe. Il fatto è che quando iniziano a intervistarlo, Burroughs ha già chiuso con l’eroina. E’ uno scrittore. Ha pubblicato in Francia un libro diventato di culto, Pasto nudo, che lo incoronerà star underground. Ne scriverà molti altri. Nel tempo se lo contenderanno musicisti, attori, artisti à la page.
Per quanto il curatore, Sylvère Lotringer, abbia montato le interviste rendendole scorrevoli, suddividendole in periodi cronologici (o luoghi geografici), è piacevole avvertire tra le righe improvvise idiosincrasie, l’umore storto, il sarcasmo, l’impaccio laconico dell’intervistato. A volte Burroughs finge di non capire le domande. Ed è come se volesse testare l’intervistatore, rendendogli la vita più difficile. A volte tace. Il volume diventa allora il diagramma umorale e tematico di queste performance orali finite su carta. Le droghe, le dipendenze, la passione per le armi, la letteratura, gli scrittori amati, la scienza e le scoperte mediche, la politica, l’economia, l’arte, la musica: le domande sembrano non finire mai. Lo intervistano autorevoli riviste letterarie ma anche oscure fanzine punk. Quanto basta per diventare schizofrenici.
INTERVISTE
William Burroughs
il Saggiatore, 1.239 pp., 65 euro