recensioni foglianti

Storie del Grande Sud. Per Piero Boitani

Roberto Persico

a cura di Emilia Di Rocco
Il Mulino, 440 pp., 32 euro

Da sempre, gli umani sono andati al di là dei limiti segnati, alla ricerca dei confini del mondo. Fenici e cartaginesi varcarono le colonne d’Ercole, che già Pindaro considerava termini messi dagli dèi “a ciò che l’uom più oltre non si metta”, ed Erodoto racconta che il faraone d’Egitto avrebbe finanziato una spedizione che nel giro di tre anni avrebbe circumnavigato l’Africa scendendo lungo il mar Rosso e rientrando nel Mediterraneo da Gibilterra. Il mito antico che per primo esprime il fascino del viaggio verso l’ignoto è naturalmente Ulisse, e da allora esplorazioni e letteratura viaggiano costantemente intrecciate. E al cantore delle fortune del mito di Ulisse, Piero Boitani, è dedicata questa raccolta di saggi, che esplorano i mille modi in cui viaggi e racconti si sono variamente rincorsi e mescolati sui mari e sulle terre dell’emisfero australe lungo i secoli che vanno dal primo sguardo lanciato da un europeo sul Pacifico nel 1513 fino alla corsa per il Polo sud agli inizi del Novecento.
All’origine, altrettanto naturalmente, sta l’Ulisse dantesco, ben noto a Cristoforo Colombo e ai primi che si avventurarono nell’Atlantico sconosciuto; quindi la “Relazione del primo viaggio intorno al mondo” di Antonio Pigafetta, compagno di Magellano, dischiude un mondo meraviglioso, misto di rigore geografico ed etnografico e di invenzione fantastica, che “è all’origine di una serie di risposte da parte della letteratura non solo europea, che vanno dal Tasso della Gerusalemme liberata alla Tempesta di Shakespeare fino al discorso per il premio Nobel di Gabriel García Márquez”. Sarà poi il Viage al estrecho de Magallanes di Pedro Sarmiento de Gamboa, il primo a esplorare sistematicamente l’estremo sud del continente americano, a ispirare Robert FitzRoy, il capitano del Beagle su cui naviga anche Charles Darwin; e il Viaggio di un naturalista intorno al mondo di quest’ultimo è al tempo stesso eco di racconti precedenti – in primis il Viaggio alle regioni equinoziali del Nuovo Mondo di Alexander von Humbolt, ma non solo – e spunto per un rilancio del mito del “Grande Sud” che di lì a poco troverà voce nei romanzi – per limitarsi solo all’Ottocento anglofono – di Edgar Allan Poe, di Joseph Conrad, di Melville, di Stevenson.
Ma nella raccolta di saggi curata e coordinata da Emilia di Rocco, docente di Letteratura comparata all’Università la Sapienza di Roma, c’è molto, molto di più: dal dibattito medievale sugli antipodi a Chatwin, da Stefan Zweig a Robert Musil, da Jules Verne a Roberto Mussapi il volume è una summa della “smania inappagabile del viaggio verso l’ignoto alla scoperta di territori inesplorati”, del “piacere del viaggio, che coincide con l’amore della conoscenza, che dall’antichità fino ai giorni nostri ha animato la letteratura di viaggio” e il cammino dell’umanità.

 

STORIE DEL GRANDE SUD PER PIERO BOITANI
a cura di Emilia Di Rocco
Il Mulino, 440 pp., 32 euro

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