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L’onore delle armi a Walter Sabatini, vittima di un Pallotta gonfiato

Alessandro Giuli
S’io fossi Walter Sabatini continuerei così, una sigaretta via l’altra, lo sguardo amletico e un tantino depresso, a fottermene dei giudizi altrui, dei vaniloqui ingrati, dei retroscena pigri.
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S’io fossi Walter Sabatini continuerei così, una sigaretta via l’altra, lo sguardo amletico e un tantino depresso, a fottermene dei giudizi altrui, dei vaniloqui ingrati, dei retroscena pigri. Epperò forse a James Pallotta il danno biologico procurato glielo farei pagare, e pure caro. Va bene dimettersi, perché quando è troppo è troppo (a Roma è sempre troppo), e tuttavia se c’è una causa prima dei fallimenti giallorossi sta tutta nella presidenza yankee. “Se Walter vuole andare via noi abbiamo una struttura in grado di gestire la situazione”, dice l’americano che in 5 anni di campagna acquisti ci ha rimesso zero euri, e senza mai ricapitalizzare; che ha costretto Sabatini a vendere tutti i campioncini dell’As Roma per fare plusvalenze. Insomma quel Pallotta lì che si crede furbo e dice “fucking idiots”, senza capire che per ora “fucking idiot” è la didascalia della sua presidenza senza trofei e senza visione. Pallotta gonfiato.
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