Terrazzo

Non sogni, splendidi metaversi. Se il mattone reale è proibitivo, ci si può buttare sul virtuale

Giulio Silvano

Tutti parlano dei carissimi affitti di Milano. Intanto si possono comprare o affittare case per accogliere gli amici nel Metaverso, con tanto di agenzie di settore. Ma se il mantra del real estate è “location, location, location”, come si fa quando qualcosa non esiste?

Il talk of the town è ormai, anche su Corriere e Post, incentrato sugli affitti di Milano. Perché sono così cari? Si chiedono. E proprio adesso che sta per arrivare la design week, dove la gente si paga l’estate in Grecia mettendo tre giorni in affitto il suo bilocale piano terra nel Tortona District… Ma c’è un mercato più interessante e meno clickbaitable che è quello del metaverso. Roba vecchia, direbbe qualcuno, dopo il flop ipermemizzato dell’universo parallelo di Mark Zuckerberg, “futuro” dello smartworking e quant’altro, che fa pensare a quando Antonio Di Pietro si fece Second Life per fare campagna nel web con l’Italia dei Valori (strategia di Casaleggio senior pregrillina). E invece va tantissimo l’immobiliare meta. Un anno fa, ad esempio, piccoli appezzamenti su piattaforme come the Sandbox o Decentraland costavano meno di mille dollari, ora vanno per decine di migliaia. Il rischio, ma tanto non si impara dalla storia, è che succeda quello che è avvenuto con Bitcoin, Nft e compagnia. Ma intanto si possono comprare, o anche affittare, le case per accogliere gli amici quando ci si sposterà lì – questa è la narrativa post-facebookiana – invece che vedersi Irl (In Real Life). Un po’ come avere un proprio sito personale, ma le persone arrivano con una bottiglia di vino o una pianta – virtuali – come housewarming gift. Esistono anche agenzie, come la Metaverse Property, the world’s first virtual estate company che facilitano acquisti e affitti. Cosa direbbe Roberto Carlino che non vendeva sogni ma solide realtà?

   
E poi, se il mantra del real estate è “location, location, location”, come si fa quando qualcosa non esiste? E invece si possono scegliere anche sulle piattaforme piani panoramici o appartamenti vista mare, per differenziare i prezzi. Un tizio ha comprato per 500 mila dollari la meta-casa accanto a quella di Snoop Dog per poter esser il suo vicino. E’ anche vero che non si pagano tasse. Il mercato dell’immobiliare virtuale oggi vale circa un miliardo e mezzo di dollari e ci si aspetta che arrivi a cinque miliardi e mezzo entro il 2026. Chi sta comprando, perché non si sa mai quale sarà la prossima frontiera, sono soprattutto grandi aziende come Adidas, Atari, ma anche case d’asta come Sotheby’s. L’idea è quella di pubblicizzare e vendere i prodotti anche lì, o creare spazi meta per eventi virtuali, e ospitare quei meeting aziendali per far socializzare tra loro i colleghi di parti diverse del mondo, magari con un avatar che ne migliori l’aspetto. E poi, per avere una proprietà sul web che valga la pena mostrare sono nati anche gli studi di architettura specializzati in proprietà virtuali 3D, come Voxel Architects che offre “holistic solutions”. Una volta si chiamava giocare a The Sims. E ricordiamoci che The Architect era il nome del supercattivo di Matrix. 

 

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