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Torna in vendita la casa più famosa di Palm Springs

Moderno non in saldo

Michele Masneri

Nel 1936 i Kaufmann si erano fatti fare la casa sulla cascata da Frank Lloyd Wright, e dieci anni dopo avevano pregato il suo allievo, Richard Neutra di costruire questo monumento alla leggerezza

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E’ tornata in vendita la Kaufmann House di Palm Springs. La celebre villa disegnata da Richard Neutra compare  sul sito di Sotheby's, per una cifra di venticinque milioni di dollari, e l’agenzia laconicamente ne illustra le caratteristiche: cinque camere da letto, sei bagni, 3162 piedi quadrati pari all’incirca a 300 metri quadri, più giardino.

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E’ tornata in vendita la Kaufmann House di Palm Springs. La celebre villa disegnata da Richard Neutra compare  sul sito di Sotheby's, per una cifra di venticinque milioni di dollari, e l’agenzia laconicamente ne illustra le caratteristiche: cinque camere da letto, sei bagni, 3162 piedi quadrati pari all’incirca a 300 metri quadri, più giardino.

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Non si sa se vi sia cucina, perché una delle caratteristiche della cittadina californiana è che le ville storiche, nonostante la grande cubatura, spesso ne erano prive, perché a casa proprio non si mangiava. Era un punto d’onore: grande bar ma niente cucina. Semmai si andava al ristorante o al circolo, magari al Racquet Club, dove Marilyn venne fotografata per la prima volta nel 1947 e dove Clark Gable tenne il ricevimento per le nozze con Carole Lombard (oggi però in rovina).  


Palm Springs era nata all’inizio del Novecento come distaccamento edonistico di Hollywood. Il piano (regolatore) era: trovare un posto per le star che fosse a un’ora di macchina massimo dagli studios. E lì godersi la vita senza seccature, sguazzando in piscine cristalline con grossi cocktail ad attendere su tavolini modernisti. Lasciando a LA preoccupazioni, finte mogli e finti mariti, cacce ai comunisti e crociate moralistiche di vario tipo, secondo le mode che si succedevano nel tempo.

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Ci stavano Liberace e Zsa Zsa Gabor, Walt Disney, il signor Lear inventore dell’aereo privato, Howard Hughes, e Bob Hope: quest'ultimo con una casa interamente coperta di rame, che mandava riflessi fastidiosi agli aerei in atterraggio (l’aeroporto è intestato a Sonny Bono, marito tendenzialmente femminicida di Cher, sindaco qui molto rimpianto). E poi i Sinatra, e i Reagan, che passavano qui tutti i capodanni. 

 

 

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Altre ragioni del grande successo: col clima secchissimo, non c’erano grandi manutenzioni da fare, né agli immobili né alle star, il secco desertico fa infatti benissimo alla pelle. In quel contesto si erano piazzati anche i Kaufmann: magnati dei supermercati, e committenti delle più fondamentali architetture americane.

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Nel 1936 si erano fatti fare la casa sulla cascata da Frank Lloyd Wright, e dieci anni dopo avevano pregato il suo allievo, Richard Neutra, di costruire questo monumento alla leggerezza, che pare un controcanto alla casa sulla cascata del maestro: solita apertura all’esterno ma niente grandiosità: qualche muretto, e intorno il deserto e non la folta vegetazione di Fallingwater. Neutra era arrivato in America prima dei colleghi illustri (Van der Rohe, Gropius, Moholy-Nagy e tutto il fior fiore della Bauhaus), senza aspettare il nazismo. E  praticamente inventerà l'estetica architettonica californiana, e il "desert modernism" oggi ammiratissimo di queste latitudini.

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Quando si andò in visita, alla Kaufmann House, si venne sollecitati a notarne la famosa pietra «Utah buff », rarissima, di cui i nuovi proprietari avevano fatto riaprire le cave, per i restauri molto filologici del villone. La casa fu comprata infatti nel 1993 da due appassionati maniaci, gli Harris, strappandola a un precedente proprietario, cantante, che l’aveva drappeggiata a finti marmi e Laura Ashley. Questi Harris hanno poi speso milioni per ripristinarla, ma  alla fine hanno divorziato: alla fine la casa è rimasta al marito,  che ora avrà deciso di venderla. 


La casa Kaufmann è famosa per due foto diversissime: quella coloratissima di Slim Aarons, con le signore che chiacchierano a bordo piscina, e una invece in bianco e nero drammatico di Julius Shulman, l’Helmut Newton dell’immobiliare californiano.  

 

 

Negli ultimi anni Palm Springs è tornata molto di moda soprattutto tra i millennial affluenti di Los Angeles, che hanno riscoperto la sua estetica desert-modern (consacrata anche da una puntata di Mad Men, in cui Don Draper finisce in un gruppo di debosciati in una classica villa palmspringsiana, la puntata si intitola giustamente Jet set). Adesso, dopo il Covid, Palm Springs potrebbe tornare ancor più di  moda: come posto per lavorare da remoto  (ma una cucina, forse, a questo punto servirebbe). 
 


 


 

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