PUBBLICITÁ

terrazzo

Novecento pistoiese

Manuel Orazi

Le città più grandi e importanti sono tali per via del proprio hinterland. A Palazzo de’ Rossi bellissime sorprese in fatto di pittura e scultura figurative e astrattiste ma soprattutto di architettura e design

PUBBLICITÁ

Le città più grandi e importanti sono tali per via del proprio hinterland. Se Federico da Montefeltro ha potuto costruire il palazzo ducale di Urbino è grazie alle tasse ottenute conquistando Fano, se Genova o Venezia sono state le gloriose repubbliche marinare che sappiamo, con ambasciate e possedimenti fino in medio oriente, è anche grazie ai boschi sulle Alpi che avevano alle spalle, necessari per costruire le loro navi. Firenze non ha fatto eccezione, Brunelleschi ha potuto costruire la sua celeberrima cupola del duomo grazie ai legni delle foreste del Casentino, ma prima del grande incarico, ai suoi esordi si era potuto esercitare nel duomo di una città fondamentale dell’hinterland fiorentino, Pistoia.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Le città più grandi e importanti sono tali per via del proprio hinterland. Se Federico da Montefeltro ha potuto costruire il palazzo ducale di Urbino è grazie alle tasse ottenute conquistando Fano, se Genova o Venezia sono state le gloriose repubbliche marinare che sappiamo, con ambasciate e possedimenti fino in medio oriente, è anche grazie ai boschi sulle Alpi che avevano alle spalle, necessari per costruire le loro navi. Firenze non ha fatto eccezione, Brunelleschi ha potuto costruire la sua celeberrima cupola del duomo grazie ai legni delle foreste del Casentino, ma prima del grande incarico, ai suoi esordi si era potuto esercitare nel duomo di una città fondamentale dell’hinterland fiorentino, Pistoia.

PUBBLICITÁ

 

Mala tempora currunt eppure presso Palazzo de’ Rossi e fino alla prossima estate sarà visitabile la mostra “Pistoia Novecento. Sguardi sull’arte dal secondo dopoguerra” a cura di Alessandra Acocella, Annamaria Iacuzzi e Caterina Toschi (catalogo Gli Ori,  42 euro). Vi si possono scoprire delle bellissime sorprese, non solo in fatto di pittura e scultura figurative (Sigfrido Bartolini, Jorio Vivarelli, Agenore Fabbri), astrattiste (Remo Gordigiani, Gualtiero Nativi, Gianfranco Chiavacci), ma soprattutto di architettura e design visto che erano pistoiesi due fra i fondamentali architetti del ’900 come Giovanni Michelucci e Adolfo Natalini, ma non solo.

 

PUBBLICITÁ

Era già noto infatti che Natalini, scomparso quest’anno poco prima della pandemia, avesse fatto parte della scuola di Pistoia costituita da Roberto Barni, Gianni Ruffi e Umberto Buscioni ovvero “la via italiana all’arte Pop” secondo una definizione del 1966 di Cesare Vivaldi. Tuttavia, grazie al lavoro paziente che da anni sta portando avanti in particolare Acocella, scopriamo che il vero deus ex machina dietro le avanguardie radicali fiorentine era l’imprenditore e artigiano pistoiese Sergio Cammilli, fondatore della mitica Poltronova di Agliana nel 1957. Fu lui infatti, insoddisfatto dei mobili in stile, che cominciò a produrre mobili sempre più moderni e a contattare Ettore Sottsass attraverso il concittadino Agenore Fabbri che viveva a Milano. Sottsass è consulente della Poltronova e insieme a Fernanda Pivano scende spesso in Toscana, insieme realizzano anche le brochure pubblicitarie dei mobili che oggi valgono una fortuna come plaquette d’avanguardia e coinvolgono amici milanesi come Massimo e Lella Vignelli, Vico Magistretti, Gae Aulenti, Angelo Mangiarotti. In modo del tutto naturale la Poltronova attira anche i giovani laureati come appunto Natalini che il 2 dicembre 1966 organizza anche grazie a Cammilli la leggendaria mostra sulla Superarchitettura alla Galleria Jolly 2 di Pistoia, appunto, che tiene a battesimo il Superstudio e Archizoom di Andrea Branzi e poi degli altri designer radicali come il trio De Pas-D’Urbino-Lomazzo e altri ancora. Nel 1968 Gianni Pettena organizza per Cammilli un interminabile cineforum in azienda, insomma una piccola utopia concreta olivettiana.

 

Altra figura chiave che bazzicava Pistoia fin dagli anni 60 è Lara Vinca Masini, amica dei Sottsass, allieva di Ragghianti e grande critica d’arte e del radical design per cui Natalini, Tomaso Montanari e molti altri si sono spesi affinché ricevesse la legge Bacchelli, ma il ministero dei Beni culturali ha ritenuto di no, che è una personalità troppo legata alla cultura regionale, anche se il suo volumone, “Scritti scelti 1961-2019. Arte Architettura Design Arti applicate”, a cura di Alessandra Acocella e Angelika Stepken (Gli Ori, Pistoia 2020, 35 euro) dimostra chiaramente il contrario. Magari ora il ministro Franceschini, vedendo questo volume, potrebbe ripensarci.

 

PUBBLICITÁ