“Run Home - autoritratto”

Equivoci a Livorno

Michele Masneri

Ruth Beraha e il progetto “Non sarai mai solo”, una ricerca intorno ai temi dello sport e della discriminazione

Una targa d’ottone con scritto “Vietato l’ingresso agli ebrei e agli omosessuali”, mazze da baseball in vetro di murano; un coro che canta inni da curva sud. Sono tre delle sei opere che la giovane artista milanese Ruth Beraha ha realizzato col progetto “Non sarai mai solo” per il Museo della Città-Luogo Pio Arte Contemporanea di Livorno.

 

Il museo ha appena compiuto un anno di vita e la mostra a cura di Paola Tognon lo celebra con opere di Francesco Carone, Eva Frapiccini, Helena Hladilova, Alfredo Pirri ma soprattutto con quelle molto politiche di Beraha, artista trentaduenne nata a Milano. Laureata in Statale, con un passato da pubblicitaria, Beraha fa una ricerca intorno ai temi dello sport e della discriminazione, tutti giocati sull’ambiguità delle rappresentazioni e dei loro rimandi visivi e semantici. Il più famoso di questi lavori è diventato – casualmente - la targa, appunto, di ottone, che accoglie i visitatori, perché un solerte studente l’ha prontamente imbrattata ritenendola assolutamente reale (visti i tempi, come dargli torto), con una bomboletta spray. E’ finita su molti giornali e rimarrà così, secondo la decisione dell’artista e della curatrice.

 

Vincitrice della residenza alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia nel 2017, menzione speciale nel 2018 al Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee, e vincitrice del Premio Fattori Contemporaneo 2018, Beraha oltre alla targa incriminata ha portato a Livorno anche l’opera “Run Home - autoritratto”, composta da una serie di mazze da baseball colorate, realizzate in fragilissimo vetro di Murano soffiato (forse per legittime difese in stato di sottile turbamento). C’è poi un sacco da boxe di pelle nera che pende però da una forca: intitolato “Muhammad-autoritratto”. E “Charlie”, con un pallone da calcio tra le false teste di Modigliani che fan parte dell’autobiografia artistica livornese. Infine il coro: un coro vero, il prestigioso coro “Rodolfo Del Corona” che però non canta sofisticati madrigali, bensì gli inni del Livorno Calcio. L’esecuzione live è avvenuta all’inaugurazione, il 30 aprile, in un’atmosfera che si immagina un po’ “Amici miei” (adesso però i visitatori possono sentire l’audio in cuffia).

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