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Addio a John C. Bogle, un capitalista democratico

Michele Masneri

E’ morto mercoledì l'uomo che aveva inventato i fondi indicizzati. “Ha fatto più di qualunque altro individuo per democratizzare il mondo degli investimenti”, ha detto Warren Buffett

E’ morto mercoledì nella sua casa in Pennsylvania a 89 anni, acclamato da tutti come un eroe nazionale. John C. Bogle aveva inventato i fondi indicizzati. Negli anni Settanta aveva lanciato Vanguard, una società di investimenti che oggi gestisce praticamente metà di Wall Street. “John Bogle è responsabile di una delle grandi invenzioni dell’umanità, insieme alla ruota, all’alfabeto e alla stampa di Gutenberg”, ha scritto forse un po’ esagerando il premio Nobel Paul A. Samuelson. “Ha fatto più di qualunque altro individuo per democratizzare il mondo degli investimenti”, ha detto più realisticamente Warren Buffett.

 

I suoi seguaci, che lo veneravano, erano noti come i “Bogleheads”, e secondo Forbes ha fatto risparmiare agli americani almeno 100 miliardi di dollari. Aveva cominciato negli anni Sessanta, in una società di gestione del risparmio, la Wellington Management, che andò a gambe all’aria e lo licenziò. Ma lui si fece riassumere con la promessa si salvarla dalla bancarotta. All’epoca era ancora molto costoso per i privati investire in Borsa (bisognava avere un broker, scegliere le azioni una per una, oppure essere talmente ricchi da avere un gestore). Lui invece decise che tutti dovevano poter investire in Borsa. Dalla sera alla mattina tagliò tutte le commissioni: si separò dalla società, cambiò nome in Vanguard e lanciò il primo fondo di investimento indicizzato, e la prima delle Bogle rules: i costi contano. Non ha senso pagare un gestore per battere i listini, se poi quel gestore ti costa un sacco di soldi: era il suo credo. I suoi fondi, coerentemente, seguivano il mercato, e promettevano di essere mediocri, ma economici. Un gestore cerca di battere i rendimenti medi, qualche volta gli va bene più spesso male. Il suo lavoro costa mediamente il 3 per cento, stimava Bogle. Meglio dare questi soldi ai risparmiatori. Il suo Vanguard 500 Index Fund, uno dei più grandi del mondo con 441 miliardi di capitali investiti, ha quasi sempre fatto peggio dei concorrenti. Però aveva costi infinitamente più bassi. “Le mie idee sono semplici”, ha detto al Times. “Quello che guadagni è quello che non spendi. Un investitore intelligente userà un indice low cost, e non sarà così pazzo da pensare di poter far meglio del mercato”. Anche rispetto a sé stesso era democratico: donava regolarmente metà dello stipendio in beneficenza, e il suo patrimonio era di soli 80 milioni di dollari, contro per esempio i 7,4 miliardi di Edward C. Johnson III, il presidente di Fidelity Investments. Non spendeva neanche in pubblicità, e vietava ai dipendenti di parlare dei suoi fondi come di “prodotti”. “Non vendiamo dentifricio o birra”. Bogle era famoso per viaggiare in treno per risparmiare. Si dichiarava repubblicano, ma ultimamente aveva votato per Barack Obama e per Hillary Clinton. Era nato nel 1929 pochi mesi prima del crollo di Wall Street, che rovinò suo padre. Ha scritto 13 manuali.

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