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Editoriali

Miracoli a Rete 4!

Redazione

Salvini contro Meloni: Mediaset non avrà più problemi di par condicio

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Rete 4, così a un primo esame superficiale, sembrava tendere un po’, giusto un pochino, a destra. Che fosse quella strettamente sovranista e autarchica in economia, o No euro, o proprio antieuropea, o nemica degli immigrati a prescindere, o ben armata in casa propria. Insomma, ci si rigirava sempre nella stessa solfa. Sembrava, se non suonasse offensivo alle orecchie retequattriste, proprio un coro. Ma non degli alpini e neppure della parrocchia, e neanche un bel coro polifonico. Sembrava, invece, proprio un coro di quelli lì, appena appena minacciosi, in cui ci si alza in piedi e si canta all’unisono, senza polifonia, e sempre contro qualcun altro. La condizione corale doveva essere parsa stridente proprio in modo letterale con almeno uno dei programmi di punta. Pensa e ripensa non se ne usciva, quando, in mezzo a questi giorni trasformativi, arriva uno dei tanti miracoli politici dovuti all’avvento di Mario Draghi.

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Rete 4, così a un primo esame superficiale, sembrava tendere un po’, giusto un pochino, a destra. Che fosse quella strettamente sovranista e autarchica in economia, o No euro, o proprio antieuropea, o nemica degli immigrati a prescindere, o ben armata in casa propria. Insomma, ci si rigirava sempre nella stessa solfa. Sembrava, se non suonasse offensivo alle orecchie retequattriste, proprio un coro. Ma non degli alpini e neppure della parrocchia, e neanche un bel coro polifonico. Sembrava, invece, proprio un coro di quelli lì, appena appena minacciosi, in cui ci si alza in piedi e si canta all’unisono, senza polifonia, e sempre contro qualcun altro. La condizione corale doveva essere parsa stridente proprio in modo letterale con almeno uno dei programmi di punta. Pensa e ripensa non se ne usciva, quando, in mezzo a questi giorni trasformativi, arriva uno dei tanti miracoli politici dovuti all’avvento di Mario Draghi.

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Con Matteo Salvini – entusiasta e disponibile al limite della generosità – in maggioranza e Giorgia Meloni – puntuta e documentata – all’opposizione. Evviva, il coro non canta più all’unisono, si abbozza una specie di polifonia, o almeno il suo antenato a due voci. E subito il miracolo si traduce in impegno e in fattività editoriale. Saranno proprio Salvini, in quota maggioranza, e Meloni, in quota opposizione, gli ospiti della prossima puntata del programma corale e anti corale insieme. Un colpo geniale, che consente una filologica continuità nella linea editoriale pur aderendo alla più rigorosa delle par condicio.

 

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C’è pepe giornalistico poi, va riconosciuto, nel dialogo, si immagina contrastato, tra i due. E si può anche prevedere che sarà più facile il ruolo di Meloni, ma chissà se darà fondo a tutto il suo repertorio offensivo o se si tratterrà, visto che poi, non si sa mai – un comune, una regione – bisognerà votare insieme.

  

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