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Promossi e bocciati nel risiko dei palinsesti Rai

Lorenzo Marini

Via libera del cda alla stagione 2020/2021, Borioni e Laganà astenuti. Intanto le nuove regole di policy varate dall'amministratore delegato Salini mandano su tutte le furie gli agenti dei divi

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Chi sale e chi scende. Promossi e bocciati. Conferme e new entry. In Rai quando ci sono da fare i nuovi palinsesti sembra di stare al mercato. “Venghino, siori, venghino…”. Perché poi è anche dai palinsesti che si capisce dove tira il vento della politica. E allora s’intuisce quali sono i conduttori in auge e quelli finiti in ombra, quelli in ascesa e in disgrazia, a seconda delle loro aree politiche di riferimento. Così magari capita che chi l’anno prima aveva un programma di punta finisca con uno strapuntino o addirittura fuori dalla programmazione e chi aveva una piccola cosa si ritrovi in prima serata. Ieri, dunque, il cda ha approvato i palinsesti della stagione 2020/2021 con cinque voti a favore e due astenuti (Rita Borioni e Riccardo Laganà). Mentre la presentazione agli investitori è prevista per il 16 luglio. Mercoledì 8, invece, l’ad Fabrizio Salini è atteso in commissione di Vigilanza.

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Chi sale e chi scende. Promossi e bocciati. Conferme e new entry. In Rai quando ci sono da fare i nuovi palinsesti sembra di stare al mercato. “Venghino, siori, venghino…”. Perché poi è anche dai palinsesti che si capisce dove tira il vento della politica. E allora s’intuisce quali sono i conduttori in auge e quelli finiti in ombra, quelli in ascesa e in disgrazia, a seconda delle loro aree politiche di riferimento. Così magari capita che chi l’anno prima aveva un programma di punta finisca con uno strapuntino o addirittura fuori dalla programmazione e chi aveva una piccola cosa si ritrovi in prima serata. Ieri, dunque, il cda ha approvato i palinsesti della stagione 2020/2021 con cinque voti a favore e due astenuti (Rita Borioni e Riccardo Laganà). Mentre la presentazione agli investitori è prevista per il 16 luglio. Mercoledì 8, invece, l’ad Fabrizio Salini è atteso in commissione di Vigilanza.

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Non è facile fare i palinsesti, a Viale Mazzini, perché alle logiche televisive si aggiungono quelle degli affari e della politica. E allora pressano i partiti, telefonano deputati e senatori, ma vogliono dire la loro pure agenti e case di produzione. Giovedì scorso, per esempio, sembra ci sia stata una furibonda litigata tra Salini e Rita Borioni, consigliera in quota Pd, proprio sui palinsesti. A essere parecchio nervosi, in questo momento, sono poi proprio gli agenti dei divi, a partire da Beppe Caschetto e Lucio Presta, vere super potenze nella tv pubblica. Perché la nuova policy aziendale varata da Salini prevede che un singolo agente non possa avere più del 30% di artisti in un programma. Anche se poi sono previste deroghe per quelle trasmissioni tipo “one man show”, con un solo conduttore. Presta e Caschetto, però, sono sul piede di guerra, perché i loro cachet diminuiranno notevolmente.

 

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Altra regola della nuova policy, su input di Agcom e Vigilanza, è la netta distinzione di ruoli tra conduttore, produttore e agente. Non potranno esserci più invasioni di campo, con buona pace, per esempio, di Fabio Fazio, che dal prossimo contratto (2021) non potrà più auto prodursi Che tempo che fa tramite la sua società L’Officina. Fazio che, tra l’altro, dopo una vorticosa girandola, in autunno tornerà su Raitre, battendo così tutti i record: è l’unico programma ad aver transitato sulle tre reti principali.

 

Altro problema saranno i soldi perché, anche per i minori introiti pubblicitari dovuti al Covid, Salini ha annunciato tagli dal 10 al 20% per reti, programmi e compensi dei conduttori. La tv pubblica, infatti, il prossimo anno dovrà fare i conti non solo col mancato incasso dell’extragettito del canone, ma pure con minori risorse pubblicitarie, quantificate dall’Upa (Utenti pubblicità associati) in un calo del 17% per l’intero settore televisivo. Così se nel 2019 il fatturato pubblicitario Rai è stato di 635 milioni, il 2020 mancheranno all’appello circa 108 milioni, per una chiusura di bilancio annuale che si prevede con un rosso di 80 milioni. Insomma, se qualcuno pensava che il canone in bolletta avrebbe risolto i problemi finanziari di mamma Rai, si è visto che non è così.

 

Altro input di Salini è quello di produrre più internamente, appaltando meno ore all’esterno (il 29% della programmazione nel 2019 è stata realizzata fuori). E comunque, sugli appalti esterni, si vuole far lavorare anche le piccole case di produzione e non solo le solite grandi. Ciò che invece ha lasciato tutti un po’ basiti è la direttiva di accorciare le prime serate, che va contro tutto quello che si è fatto in televisione negli ultimi anni, pure a Mediaset e La7, con la prima serata allungata a dismisura per risparmiare sulla seconda, che invece adesso, almeno in Rai, verrà riesumata (con ulteriori costi?).

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Diamo dunque un’occhiata ai nuovi palinsesti. Su Rai1 cambiano i conduttori di Unomattina, con l’arrivo di Monica Giandotti e, forse, di Giorgia Cardinaletti, mentre Roberto Poletti, etichettato come salviniano di ferro, finisce a fare l’inviato de La vita in diretta, condotta solamente da Alberto Matano, dopo l’uscita di scena con polemica di Lorella Cuccarini. Dalla rete ammiraglia via anche Pierluigi Diaco, mentre è già tornata Monica Maggioni, che sta conducendo Sette Storie, ma in autunno partirà con 60 Minuti, programma d’informazione dal titolo assai ambizioso, visto che rifà il verso a quello assai noto della Cbs (ricordate il film Insider, con Al Pacino e Russell Crowe?). Sparisce invece La prova del cuoco e la sua ultima conduttrice Elisa Isoardi, non più in auge da quando si è lasciata con Matteo Salvini: per lei è prevista solo la partecipazione a Ballando con le stelle. A mezzogiorno torna invece Antonella Clerici con La casa nel bosco, programma ambientato a casa sua nell’alessandrino, prodotto dalla Stand by me di Simona Ercolani. Nel pomeriggio di Raiuno fa poi il suo esordio Serena Bortone con Ogni mondo è paese. A furia di ospitate, uno spazio importante se l’è conquistato anche l’ex ministra Nunzia De Girolamo, che il sabato in seconda serata condurrà Ciao maschio!, ma il film di Marco Ferreri non c’entra nulla: ci si vuole ispirare, semmai, ad Harem, grande successo di Catherine Spaak negli anni Novanta. Su Raiuno, però, è scoppiato anche il caso Marzullo: Gigi ha raggiunto l’età della pensione, ma starebbe trattando per fare un’altra stagione, forte del fatto di avere circa 500 giorni di ferie arretrate, che l’azienda gli dovrebbe monetizzare.

 

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Su Rai2, invece, nel primo pomeriggio ci sarà Ore 14, condotto dal redivivo Milo Infante, che tornerà anche il sabato mattina con Generazione giovani, programma che Carlo Freccero cancellò in un batter di ciglia. Il giovedì in prima serata, poi, andrà in scena un nuovo talk condotto da Francesca Fagnani e Alessandro Giuli: Seconda linea. A Rai3, infine, alla conduzione di Agorà lasciata dalla Bortone è in arrivo Luisella Costamagna, mentre traslocherà qui da Rai1 Frontiere, programma che continuerà a esser condotto da Franco Di Mare, nel frattempo diventato direttore del terzo canale. Ma il pezzo forte potrebbe essere Titolo V, nuovo programma del prime time del venerdì con una doppia conduzione da Milano e Napoli. Tutta in salsa pentastellata, dicono le voci a Viale Mazzini, è poi la defenestrazione di Salvo Sottile da Mi manda Rai3, programma alla cui conduzione arriva Federico Ruffo.

 

Questi dunque i palinsesti, con qualche difficoltà per Rai Fiction, visto che l’ex direttrice Eleonora Andreatta, dopo il suo passaggio a Netflix, non è stata ancora sostituita. Per quanto riguarda le nomine dei vice direttori di rete, infine, si segnala un gran lavorìo a destra, con FdI e il consigliere di riferimento, Giampaolo Rossi, che spingono per far approdare alla vice direzione di Rai1 Angelo Mellone (capostruttura), arrivato in Rai con Gianfranco Fini e oggi meloniano di ferro.

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