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Gli italiani stanno tutti a casa, ma la Rai perde comunque ascolti

Lorenzo Marini

Solite scene da Viale Mazzini. Il Pd chiede posti, le opposizioni chiedono spazi, la dirigenza un po’ tentenna e un po’ obbedisce

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Roma. Nella Rai ai tempi del Covid sono sempre le baruffe politiche a farla da padrone. Come ha dimostrato la surreale audizione di Fabrizio Salini e Marcello Foa in commissione di Vigilanza martedì sera, entrambi sottoposti al fuoco incrociato dei parlamentari. Senza impegni d’Aula successivi, vista l’ora serale, i commissari hanno dato sfogo a tutto il peggio si possa immaginare in quanto a ingerenza della politica sulla tv pubblica. Polemiche che sono poi proseguite anche all’interno del Cda, due giorni dopo. A tenere banco è ancora la questione Conte-Salvini-Meloni. Ma si parla molto anche del ritorno di Gerardo Greco e pure degli ascolti, che non sono così buoni. Mentre il Pd continua a chiedere posti perché, a suo dire, a Viale Mazzini comanda ancora l’asse Cinque stelle-Lega.

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Roma. Nella Rai ai tempi del Covid sono sempre le baruffe politiche a farla da padrone. Come ha dimostrato la surreale audizione di Fabrizio Salini e Marcello Foa in commissione di Vigilanza martedì sera, entrambi sottoposti al fuoco incrociato dei parlamentari. Senza impegni d’Aula successivi, vista l’ora serale, i commissari hanno dato sfogo a tutto il peggio si possa immaginare in quanto a ingerenza della politica sulla tv pubblica. Polemiche che sono poi proseguite anche all’interno del Cda, due giorni dopo. A tenere banco è ancora la questione Conte-Salvini-Meloni. Ma si parla molto anche del ritorno di Gerardo Greco e pure degli ascolti, che non sono così buoni. Mentre il Pd continua a chiedere posti perché, a suo dire, a Viale Mazzini comanda ancora l’asse Cinque stelle-Lega.

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La prima questione è la più infuocata. Tutto parte dalla conferenza stampa del premier del 10 aprile scorso, quando Conte lancia un attacco a freddo ai leader dell’opposizione. Da qui Alberto Barachini ha la bella pensata di scrivere una lettera ai vertici Rai per chiedere un immediato diritto di replica (Repubblica parla pure di una telefonata di Salvini a Foa), che puntualmente arriva il giorno dopo con tre minuti concessi a Salvini nel Tg1 delle 13.30 e tre minuti a Meloni in quello serale. Diverse le criticità: in primo luogo, Barachini ha scritto una lettera a titolo personale, senza informare i membri della Vigilanza. “Era mio diritto farlo…”, si è difeso il presidente forzista in commissione. Poi Salini, in maniera un po’ pilatesca, ha spiegato di essersi “limitato a girare la missiva ai direttori dei principali Tg”. Intendiamoci: che i leader di Lega e FdI abbiano chiesto un diritto di tribuna dopo le accuse di Conte è legittimo, ma è il modus operandi di tutti gli attori in causa a essere discutibile. Tra l’altro in Cda Rita Borioni e Riccardo Laganà hanno presentato un documento contro Foa, colpevole di averli messi a conoscenza della lettera solo “diversi giorni dopo”.

 

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Sempre in Vigilanza, per il Pd ha fatto il suo esordio come nuova capogruppo Valeria Fedeli. La cui prima mossa è stata reclamare posti. “La Rai ha un assoluto bisogno di essere rilanciata con una riorganizzazione in cui dobbiamo valorizzare il personale interno. Avete intenzione di farlo? Ci sono persone con incarichi precedenti ancora ferme…”, ha detto, e tutti hanno pensato a Mario Orfeo. “Chiedete che la politica stia fuori dalla Rai e poi venite qua a raccomandare in diretta streaming i vostri amici…?”, l’ha rintuzzata il leghista Paolo Tiramani. Critiche, intanto, continuano a piovere da Pd e Italia Viva sul Tg1, che Davide Faraone ha ribattezzato “Giggiuno” (per lo spazio concesso a Luigi Di Maio), e sul Tg2, che negli ultimi giorni è stato oggetto di una lettera di protesta a Salini del governatore toscano Enrico Rossi per un presunto “eccessivo numero di servizi sui morti nelle Rsa della regione”.

 

Poi c’è il capitolo ascolti. I dati della prima serata sul periodo 16 marzo-19 aprile dicono che le 3 principali reti Rai, pur guadagnando in ascolti, perdono l’1,9 di share, mentre Mediaset guadagna lo 0,74. Sull’intera giornata, sempre sullo share, cedono entrambi: -1,4% la Rai, -2,5 Mediaset. E anche la lodevole operazione sulla scuola, con le lezioni on-line per i ragazzi a casa, non sta portando granché in numeri. Insomma, la sensazione, a Viale Mazzini, è un po’ quella dell’occasione persa. E intanto si pensa a come riprendere i programmi col pubblico e le produzioni sospese.

Nel frattempo le chiacchiere aziendali si concentrano sull’unica novità per quanto riguarda la programmazione: il ritorno all’ovile di Gerardo Greco con un talk estivo in seconda serata su Raidue. L’ex conduttore di Agorà a giugno 2018 lasciò mamma Rai per andare a fare l’uomo di punta Rete 4, senza successo. “Con tutti quelli che abbiamo, perché dobbiamo riprenderci gli scarti degli altri?”, ci si chiede, un po’ sgomenti e molto ingiusti, a Viale Mazzini.

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