(foto Getty)

L'esercito ucraino ha un software che fa invidia agli americani

Pietro Minto

L'efficienza dell'artiglieria ucraina si spiega anche grazie al sistema "Gis art", sviluppato in casa, che funziona come Uber. Ma un ruolo fondamentale l'ha svolto anche Starlink, l'azienda di comunicazioni satellitari di Elon Musk

Il modo migliore per spiegare l’efficienza dimostrata dall’artiglieria ucraina nel corso di questa guerra è parlare del software di Uber. Proprio Uber, sì, il servizio parzialmente bandito in Italia con cui prenotare un passaggio in automobile in città. Alla base del funzionamento dell’app, infatti, c’è un sofisticato sistema di localizzazione che permette di richiamare la vettura più vicina all’utente, ottimizzando i tempi d’attesa. Il sistema su cui si basa l’artiglieria di Kyiv funziona in modo simile. A guidarne lo sviluppo è stato Yaroslav Sherstyuk, esperto di software dell’esercito ucraino, il cui lavoro permette di “assegnare gli obiettivi al cannone, mortaio, lanciarazzi, drone o squadra speciale più vicina”, come ha spiegato Trent Telenko, veterano statunitense diventato un seguito esperto di ars bellica contemporanea online.

 

In un lungo e dettagliato thread pubblicato sul suo profilo Twitter, Telenko ha spiegato come l’Ucraina sia riuscita a superare le aspettative degli invasori russi, con prestazioni che sarebbero superiori anche a quelle dell’esercito americano. Il sistema di Sherstyuk si chiama “Gis Art” ed è “un ambiente software distribuito” che ha permesso di ridurre il tempo che intercorre tra la richiesta di attacco all’attacco vero e proprio da venti minuti a trenta secondi. A oggi, l’esercito americano ci mette un’ora (erano quindici minuti durante la guerra in Vietnam) – e non per prevenire il “fuoco amico”, quanto per motivi di arretratezza tecnologica.

Gis Art, infatti, può processare dati provenienti “da droni, smartphone, fotocamere a telemetro e satelliti commerciali”, grazie anche a un certo know-how che si trova nel paese, dove operano da tempo aziende del settore. Il successo del metodo ucraino è stato spesso oscurato, negli ultimi anni, da un sospetto caso di attacco hacker di cui sarebbe stato vittima, nonostante Kyiv neghi di averlo subìto. I risultati sembrano dare supporto agli ucraini: se il sistema fosse davvero così fallace, del resto, l’aeronautica russa non sarebbe tanto in difficoltà.

A tutto questo si aggiunge Starlink, l’azienda di comunicazioni satellitari fondata da Elon Musk, che ha permesso alle unità ucraine di comunicare nonostante i sabotaggi russi. Grazie a Starlink, secondo Telenko, l’Ucraina avrebbe in dotazione una tecnologia per le telecomunicazioni militari degna di una superpotenza, senza aver mai investito nel settore prima d’oggi. Telenko si spinge oltre, sottolineando il ruolo che l’azienda di Musk si è ritagliata nel conflitto, ma non solo: gli eserciti di mezzo mondo hanno avuto prova dell’efficacia del servizio di Starlink. E hanno preso nota. Proprio questa settimana, infatti, il capo dell’ente spaziale russo, Dmitry Rogozin, ha pubblicato un comunicato bizzarro e minaccioso nei confronti di Musk – “che dovrà vedersela da adulto, anche se fa lo scemo” – mentre il Pentagono ha rivelato che, lo scorso aprile SpaceX (l’azienda di Musk molto legata a Starlink), ha subìto un cyber attacco russo. 

La guerra in Ucraina è diventata “la prima guerra di Starlink”, il primo conflitto in cui un privato dimostra di poter svolgere un ruolo tanto cruciale a livello militare. Dopo aver contribuito a privatizzare – almeno in parte – la corsa allo spazio, quindi, Musk rischia di fare lo stesso con le comunicazioni belliche.

Anche per questo il giornalista russo espatriato negli Stati Uniti Yasha Levine ha definito il ceo di Tesla “un contractor militare”. L’“operazione Ucraina” sarebbe servita da test e da operazione simpatia globale, ed è andata alla grande: Musk ha fatto bella figura dicendo di aver “regalato” le apparecchiature all’Ucraina, anche se il Washington Post ha scoperto che a pagare è stata un’agenzia governativa americana, la Agency for International Development.  Ma sono dettagli: Starlink potrebbe essere il vero asso nella manica dell’imprenditore, il suo super potere: l’abilità di muovere moli di informazioni da una parte all’altra del globo, anche in tempo di guerra, aprendosi così allo sterminato business bellico. 

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