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La Brexit sconfigge il roaming: i britannici tornano a pagare

Andrea Trapani

L’Unione Europa estenderà la legge per permettere ai suoi cittadini di continuare a chiamare e navigare sul web mentre viaggiano in altri paesi dell’Ue. Gli operatori britannici invece hanno già iniziato a eliminare la tariffazione agevolata

Tornare a viaggiare, seppur con le limitazioni in atto, ha riportato in auge alcune abitudini che sembravano essere immortali, come la spensieratezza nell’usare il proprio smartphone mentre siamo in vacanza. Specie all’estero. Nonostante le difficoltà attuali, una delle mete preferite degli italiani resta il Regno Unito, una destinazione adorata da tutti coloro che amano le atmosfere cosmopolite di Londra o i paesaggi della Scozia e del Galles. Un’occasione unica anche per chi ama condividere le proprie vacanze: foto e scatti social sono all’ordine del giorno. Almeno per ora.

Una delle più innovazioni più apprezzate dell’Unione Europea è stata probabilmente quella del “roaming zero”, ossia la possibilità di utilizzare mentre viaggiamo il proprio telefono come fossimo a casa. Letteralmente. Con la stessa quantità di chiamate e SMS, oltre a un abbondante bundle dati (che non è pari a quello nazionale, infatti alla base del traffico dati disponibile all’estero c’è un non troppo complicato calcolo basato sulla spesa mensile che comunque vi risparmiamo). Insomma, quando ci si reca in un altro paese dell'UE, non si devono pagare tariffe aggiuntive per utilizzare il cellulare. Si applica infatti il cosiddetto "roaming", che ti permette di usare il cellulare a tariffa nazionale "roam like at home". La stessa regola vale anche per le chiamate e gli SMS che si ricevono all'estero: non si deve pagare nulla quando si è in roaming, anche se l'altra persona usa un altro fornitore di servizi.

 

La Brexit e il roaming

Il Regno Unito, dal 1° gennaio 2021, però non fa più parte dell’Unione Europea e il piacere di viaggiare per le strade londinesi sempre connessi con i nostri amici potrebbe terminare. Non è una sorpresa, la fine del "roaming zero" reciproco tra UE e Londra era una delle possibilità già raccolte tra le intenzioni dei vari operatori ma ora pare esserci stata un’accelerata in tal senso.

A scanso di equivoci non è a rischio la normativa, anzi l’Unione Europa sta preparando un atto legislativo volto a garantire che, alla scadenza dell’attuale regolamento sul roaming il prossimo 30 giugno 2022, le persone possano continuare a effettuare chiamate, inviare messaggi di testo e navigare sul web (anche in 5G) mentre viaggiano in altri paesi dell’UE senza temere brutte sorprese in bolletta. Gli ambasciatori degli stati membri hanno concordato, lo scorso 16 giugno, un mandato negoziale per prorogare il cosiddetto “regime di roaming a tariffa nazionale”, entrato in vigore quattro anni fa, fino al 2027. Il punto è che gli operatori britannici, a meno che il governo di Boris Johnson non decida altrimenti (come hanno fatto i paesi dello Spazio Economico Europeo, ovvero Islanda, Norvegia e Liechtenstein, ndr), non sono costretti a mantenere questa tariffazione agevolata per i propri cittadini in visita nei paesi europei né ai turisti che utilizzano le loro reti. I primi sintomi di un (netto) cambio di politica tariffaria ci sono tutti: era fine giugno quando è diventata nota la scelta di EE di ripristinare le tariffe di roaming dal 2022, mentre O2 e Three UK avevano già scelto di diminuire ai propri clienti il traffico internet compreso all’estero.

 

Vodafone UK torna a far pagare il roaming. Il caso Irlanda

Era rimasta fuori dalle indiscrezioni solo Vodafone, ma alla fine la notizia più temuta è diventata realtà. Fra pochi mesi, infatti, tutti i clienti Vodafone UK torneranno a pagare quando saranno in roaming nei paesi dell’Unione Europea. Addirittura è già in vigore dall’11 agosto per i nuovi clienti.

Il timore, tutt’altro che nascosto, è che da questa scelta possa innescare una reazione a catena con le altre filiali nazionali di Vodafone che potrebbero, a loro volta, inserire il Regno Unito tra le nazioni in cui si paga il roaming. Intanto andiamo avanti un passo per volta. Ad oggi riguarda solo i cittadini d’Oltremanica con i già clienti ‘tranquilli’ fino al prossimo 6 gennaio 2022 quando il roaming sarà a pagamento per tutti o quasi (non tutte le offerte Vodafone UK avranno il pagamento del roaming ma riguarderà solo alcune tariffe, ndr). In più sappiamo già che non verranno introdotti costi extra per i viaggi nella Repubblica d’Irlanda che, per evitare altri problemi geopolitici, sembra essere l’unica nazione sicura di rimanere indenne dai costi di roaming. A prescindere dal gestore, infatti, pare che la volontà generale sia quella di non modificare i rapporti, almeno quelli telefonici, tra Regno Unito e Irlanda. Il confine, in questo caso, è troppo caldo per tornare indietro. L’isola d’Irlanda quindi  rimane ‘unita’ in nome del roaming zero.

 

I gestori europei per ora non applicano la Brexit alle tariffe di roaming

Ora non resta che attendere per capire se, da Natale in poi, l’attuale “guerra fredda” sulle tariffe del roaming diventerà di nuovo “bollente” visto che, ad oggi, gli operatori telefonici dell’Unione Europea sembrano non voler reintrodurre tariffe per il roaming per i loro clienti che utilizzano le reti mobili del Regno Unito. In Italia, ad esempio, ancora nessuno ha eliminato il Regno Unito dai paesi dove valgono le tariffe per il roaming in Unione Europea. Qui la Brexit non si è ancora realizzata.

Una buona notizia che però fa sbuffare alcuni italiani, ovvero quei transfrontalieri che lavorano in Svizzera che conoscono bene la beffa delle (care) tariffe di roaming al di fuori dall’UE. A una buona parte di loro, infatti, basta arrivare a Chiasso per pagare come se si trovassero a New York. Lunga vita al roaming europeo!

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