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Editoriali

L’altro Zoom sulla pandemia

Redazione

Le notizie sui vaccini fanno crollare i titoli simbolo della chiusura. Buon segno

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La stagione trionfale di Zoom, inteso come strumento per riunioni virtuali applicato su larghissima scala, in Borsa è già finita. Il sistema di gestione delle conversazioni a distanza (quelle in cui c’è sempre qualcuno che dimentica di accendere il microfono) tornerà presto alla sua funzione di prodotto di nicchia, lasciando spazio ai vecchi tavoli e alle vecchie sale convegno di una volta e ai microfoni che, invece di non essere accesi, tendono sempre un po’ a gracchiare. Un minuto dopo la notizia ufficiale dei risultati del vaccino Pfizer gli investitori del Nasdaq sono corsi a vendere i titoli Zoom (e altri titoli di aziende molto cresciute nella stagione della chiusura da Amazon a Netflix passando per Peloton e Domino’s Pizza) come erano corsi a comprarli qualche mese fa al primo esplodere della pandemia.

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La stagione trionfale di Zoom, inteso come strumento per riunioni virtuali applicato su larghissima scala, in Borsa è già finita. Il sistema di gestione delle conversazioni a distanza (quelle in cui c’è sempre qualcuno che dimentica di accendere il microfono) tornerà presto alla sua funzione di prodotto di nicchia, lasciando spazio ai vecchi tavoli e alle vecchie sale convegno di una volta e ai microfoni che, invece di non essere accesi, tendono sempre un po’ a gracchiare. Un minuto dopo la notizia ufficiale dei risultati del vaccino Pfizer gli investitori del Nasdaq sono corsi a vendere i titoli Zoom (e altri titoli di aziende molto cresciute nella stagione della chiusura da Amazon a Netflix passando per Peloton e Domino’s Pizza) come erano corsi a comprarli qualche mese fa al primo esplodere della pandemia.

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Mentre scriviamo il calo è pari a un brusco -16 per cento. La Borsa, insomma, fa egregiamente il suo mestiere. Non è il luogo in cui si anticipa ciò che avverrà riguardo agli utili delle imprese. Ma, più correttamente, è il luogo in cui si tenta di farlo. E il tentativo, con i rischi e perciò anche le responsabilità che comporta, già ci dice tanto. Ora, ad esempio, la corsa degli indici verso l’alto, anche per l’effetto della presidenza entrante di Joe Biden, ci racconta molto delle aspettative, scientificamente fondate, sugli effetti dell’applicazione del primo dei vari vaccini attesi.

 

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Corre quasi tutto su e scende, quasi in solitario, l’amato e odiato Zoom, il sistema che ci ha permesso di andare avanti con le relazioni umane anche stando chiusi a casa, ma di cui, come tutti i presìdi medico-chirurgici, ci si libera appena possibile con soddisfazione e con poca riconoscenza. È la prima reazione, ma dopo lo ricorderemo, assieme ai suoi concorrenti, e forse ci prenderà anche un po’ di nostalgia per le call e le videoconferenze, mentre altri ambiti di applicazione verranno scoperti e la società, fattasi conoscere con una specie di showcase mondiale durata per quasi un anno, potrà capitalizzare la sua notorietà. Ora arrivano le mazzate della Borsa, e Zoom doveva metterle in conto, ma dopo potrà provare a ricostruire un’offerta competitiva. Nel frattempo avremo imparato ad accendere il microfono.

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