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Si legge di meno, ma si ascolta di più

Simonetta Sciandivasci

L’ascoltatore medio di audiolibri ascolta quasi 20 libri all’anno, cioè una volta e mezzo quello che legge un lettore medio. Il business in espansione dell’audio digitale

Tutti pazzi per l’ascolto. E chi se lo sarebbe aspettato, da noi peripatetici sempre, dall’agorà a WhatsApp, noi forzati dallo straparlare, frettolosi, distratti, ansiosi, che ci saremmo innamorati di audiolibri e podcast, che richiedono attenzione, silenzio, tempo, calma, e pure fantasia? E invece. L’audio digitale è il formato del futuro, e anzi del presente. Un paio di esempi: Spotify ha comprato Gimlet, uno dei più importanti editori di podcast statunitensi, che ha un grosso seguito anche in Italia (tra il 2015 e il 2018 i suoi ascoltatori abituali sono triplicati e si prevede che entro la fine di quest’anno arrivino a 5 milioni); l’ascoltatore medio di audiolibri ascolta quasi 20 libri all’anno, cioè una volta e mezzo quello che legge un lettore medio (dati Audible). E poi c’è storielibere.fm, una piattaforma editoriale di contenuti audio narrativi, di intrattenimento e approfondimento, che propone serie originali, quindi pensate e costruite per essere podcast, con un linguaggio nuovo che non ricalca quello radiofonico o televisivo, da ascoltare gratuitamente su iTunes, Spotify e GooglePodcast, e che sono affidate a scrittori e divulgatori scientifici. Il podcast più seguito, per ora, è stato “Morgana. Storie di ragazze che tua madre non avrebbe approvato” di Michela Murgia, che è diventato un libro (e sarà presentato al Salone del Libro di Torino), mentre “Soli. I bambini di Osho” di Roberta Lippi avrà presto una versione in inglese per il mercato internazionale. Su il volume, su le cuffie: riprenderemo anche ad ascoltare i giornali (letteralmente).

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