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Zuckerberg anti mercato condannato in appello a Milano

Alberto Brambilla

Confermata la condanna a Facebook per avere “copiato” una app dell’italiana Business Competence

Roma. La Corte d’Appello civile di Milano ha confermato “integralmente” la condanna inflitta a Facebook per violazione del diritto d’autore e concorrenza sleale nei confronti dell'azienda milanese Business Competence. Il collegio, presieduto da Amedeo Santosuosso, ha rigettato il ricorso del colosso dei social network sulla vicenda dell'app Faround creata dalla società italiana che sarebbe stata ‘copiata’ da quella di Mark Zuckerberg con l’app Nearby. Qui il testo della sentenza.

 

Dopo la sentenza di primo grado, la storia era stata riportata per primo dal Foglio nel marzo 2017 per sottolineare come il social network di Zuckerberg sfruttasse la sua potenza di fuoco legale per soverchiare le piccole aziende digitali che sperimentano applicazioni all’interno della sua piattaforma. Il caso di Business Competence non è nemmeno isolato. Casi simili sono stati registrati anche in Francia dove però le società “vittime” come gli inventori dell’app Room non erano riusciti a mettere alle strette Facebook attraverso cause legali per la sproporzione dimensionale e la relativa capacità di sostenere dispendiosi processi dai tempi solitamente lunghi. 

 

Di recente, con il caso Cambridge Analytica, si è scoperto che Facebook vendeva dati di utenti – con informazioni anche sui non utenti – a società esterne senza controllo dell’uso o dell’abuso che ne veniva fatto. La frustrazione della libera concorrenza da parte di Facebook che si comporta da “monopolista” delle idee generate all’interno della piattaforma potrebbe essere una questione di ben più vecchia data e, probabilmente, altrettanto critica dal punto di vista etico per una delle prime società quotate a Wall Street. 

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  • Alberto Brambilla
  • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.