Il primato economico

Soldi e risultati, la Premier League assomiglia sempre più a una Superlega

Filippo Passeri

Domani sera si gioca la finale di Champions League e una squadra inglese, il Liverpool, ha di nuovo la possibilità di vincerla, come è successo spesso negli ultimi anni. Il primato inglese non è solo sportivo ma anche e soprattutto economico

Sabato sera si gioca la finale di Champions League, che vedrà per la quarta volta in cinque anni una squadra inglese – quest'anno il Liverpool - giocarsi la vittoria finale Non è la prima volta che la massima competizione europea diventa affare di una sola nazione. Basti pensare al Real Madrid che ne ha vinte quattro in cinque anni tra il 2013 e il 2018 (e domani ha la possibilità di tornare sul tetto d’Europa) o alle squadre italiane che nei primi anni duemila, grazie al Milan soprattutto, si contendevano spesso la coppa.

  

Questa volta, però, al semplice dominio sportivo se ne aggiunge un altro: quello economico. La Premier League (il massimo campionato inglese) stando all’ultimo report di Deloitte – il Deloitte Football Money League che delinea le performance finanziarie dei club che generano più entrate nel mondo del calcio – è la prima lega per entrate al mondo ma soprattutto ha un gap in continua crescita con la seconda, la Liga, che attualmente si assesta a 2,4 miliardi di sterline. 

 

La leadership economica della Premier League è ancora più evidente se si guarda ai primi venti club per fatturato al mondo che figurano nel report di Deloitte, la metà provengono dalla massima lega inglese, la percentuale più alta mai raggiunta. Al primo posto troviamo per la prima volta nella sua storia il Manchester City, con entrate pari a 644,9 milioni.
 

Questo divario si riflette, inevitabilmente, anche nel mercato dei trasferimenti. La Premier League, infatti, ha rappresentato quasi il 50 per cento della spesa dei cinque grandi campionati europei nella finestra di trasferimento di gennaio 2022. Stessa percentuale è stata raggiunta in quella estiva del 2021.

 

La conseguenza è che, secondo il Global Player Index ideato dagli specialisti di dati Nielsen Gracenote e la società di analisi Hypercube, 54 dei primi 100 e 94 dei primi 200 migliori calciatori al mondo giocano in Premier League.
 

Il primato economico della massima serie inglese riguarda anche i diritti televisivi. Se si combina il mercato globale dei cinque grandi campionati europei, la Premier rappresenta il 44 per cento del totale e ha incassato, in questa stagione, 3,1 miliardi di sterline rispetto agli 1,8 della Liga. La prossima stagione il pacchetto del campionato spagnolo si ridurrà a 1,6 miliardi di sterline, mentre quello della Premier League salirà a 3,4.
 

È indubbio che il predominio economico della Premier League dipende dalla maggiore attrattività del campionato. Che vanta strutture e impianti calcistici moderni ed efficienti e, probabilmente, offre lo spettacolo calcistico migliore tra i top cinque campionati europei. Tutto questo, però, è facilitato dall’enorme disponibilità economica di cui godono i club inglesi e diventa un circolo vizioso grazie al quale la Premier stritola la concorrenza degli altri campionati.

 

A questo proposito qualcuno paragona la massima serie inglese alla Superlega – la competizione calcistica fondata dai 12 miglior club al mondo che avrebbe dovuto sostituire la Champions. Il rischio maggiore è, però, che l'élite dei club inglesi, negli anni a venire, grazie allo strapotere economico crescente, trasformi la Champions League in un’appendice della Premier.