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Basta scontri, più dialogo. Le idee di Cozzoli per lavorare con il Coni

Umberto Zapelloni

Al Mise con Renzi e Conte, piace al M5s ma mette d’accordo quasi tutti. Dalla Figc alla Ryder di golf, chi è il nuovo presidente di Sport e Salute (e cosa farà, forse)

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C’è una fotografia del maggio 2017 che racconta più di mille parole chi sia Vito Cozzoli, il nuovo presidente e amministratore delegato di Sport e Salute (ex Coni Servizi, struttura operativa per conto della autorità di governo competente in materia di sport che gestisce gran parte del finanziamento dello stato al settore). È uno scatto che lo ritrae al Centro Studi Americani alla presentazione del suo libro “Sviluppo e innovazione-idee, esperienze e policy per la competitività del paese”. Accanto a lui come relatori ci sono Luigi Di Maio, Maria Elena Boschi, Gianni Letta e Maurizio Lupi oltre a Gianni De Gennaro, prefetto di ferro, uomo della lotta a Cosa Nostra ed ex capo della Polizia nell’anno del G8 di Genova che giocava in casa come presidente del Centro studi Americano.

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C’è una fotografia del maggio 2017 che racconta più di mille parole chi sia Vito Cozzoli, il nuovo presidente e amministratore delegato di Sport e Salute (ex Coni Servizi, struttura operativa per conto della autorità di governo competente in materia di sport che gestisce gran parte del finanziamento dello stato al settore). È uno scatto che lo ritrae al Centro Studi Americani alla presentazione del suo libro “Sviluppo e innovazione-idee, esperienze e policy per la competitività del paese”. Accanto a lui come relatori ci sono Luigi Di Maio, Maria Elena Boschi, Gianni Letta e Maurizio Lupi oltre a Gianni De Gennaro, prefetto di ferro, uomo della lotta a Cosa Nostra ed ex capo della Polizia nell’anno del G8 di Genova che giocava in casa come presidente del Centro studi Americano.

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Foto LaPresse


 

Vito Cozzoli, 55 anni, pugliese di nascita ma romano da sempre, è un uomo abituato a navigare nei mari agitati della politica italiana che frequenta dall’inizio degli anni Novanta. Dove volesse arrivare lo aveva già indicato il titolo della sua tesi di laurea alla Sapienza nel 1988: “I rapporti tra i componenti delle Camere e i gruppi parlamentari”. È stato capo di gabinetto del Mise (ministero dello Sviluppo economico) sotto la guida di Francesca Guidi, poi di Luigi Di Maio e oggi di Stefano Patuanelli, dal governo Renzi a quello Conte, cercando di fare dell’imparzialità la sua bandiera.

 

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A indicarlo per la poltrona di Sport e Salute è stato Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport e Politiche giovanili. Ma non si può proprio dire che sia un uomo dei 5 stelle considerando che i primi a farsi sentire con un comunicato non proprio tenero sono stati proprio i parlamentari del Movimento. Seguiti a ruota dalla Lega.

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La sensazione è che sia arrivato il periodo della pace e della collaborazione. Basta con le liti e le ripicche che non facevano bene a nessuno. “Mi aspetto equilibrio per mettere insieme tutti i pezzi di un mondo complesso che sto imparando a conoscere molto bene”, ha dichiarato il ministro. Un atteggiamento decisamente diverso da quello di chi voleva passare sulle ceneri del Coni spargendo anche un po’ di sale. Chi lavora con l’avvocato Cozzoli lo definisce un uomo dalla personalità forte. Inclusivo, dialogante, ma determinato. Furbo, molto furbo, ma non nell’accezione negativa del termine. Nascere e crescere interista a Roma potrebbe essere una dimostrazione pratica del carattere, ereditato dal figlio più piccolo che va a scuola con il cappellino nerazzurro circondato da romanisti e laziali. Ciò non toglie che Sport e Salute per legge sia il soggetto attuatore dell’indirizzo indicato dal ministro che, rispetto al predecessore, non vede più nel presidente del Coni un nemico da abbattere. È il tempo della collaborazione con ruoli ben definiti, ma un traguardo comune: il bene dello sport italiano, di base e di vertice, perché soltanto con le vittorie si portano i ragazzi in palestra, in piscina, sui campi. Cozzoli ha ben chiaro in testa il valore della maglia azzurra tanto che nel 2015 aveva curato il protocollo d’intesa tra ministero, Federcalcio e istituto per il Commercio estero dal titolo “Made in Italy on the field”. La maglia azzurra come strumento di promozione del made in Italy e dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. Un modo di vedere le cose che in un anno olimpico come questo 2020 dovrebbe far camminare a braccetto Coni e Sport e Salute, Spadafora, Cozzoli e Malagò. Vedremo. Intanto bisogna attendere che la nomina di Cozzoli venga ratificata dalle Camere, cosa che avverrà la prossima settimana con un parere comunque non vincolante.

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Cozzoli è stato definito uomo di partito e non di sport. Leggendo il lungo cv non sembrano definizioni così calzanti perché Cozzoli non è spuntato dal nulla con il Movimento, anzi navigava tra i palazzi da molto prima di conoscere Di Maio e dal punto di vista sportivo ha già incassato la Stella di Bronzo e la Stella d’Argento al merito sportivo dal Coni (fu la Figc a proporlo) oltre che essere componente del comitato organizzatore della Ryder Cup 2022 di golf, presidente della commissione di secondo grado delle Licenze Uefa della Figc dai tempi di Tavecchio e componente del Comitato Strategico della LegaPro. È un pessimo giocatore di golf, così almeno si definisce con gli amici e a lavorare con Chimenti è arrivato perché delegato dall’allora ministro Guidi a stendere la lettera di endorsement del governo per ottenere la Ryder a Roma. Più antico il rapporto con il calcio, cominciato negli anni Novanta quando è stato ispettore dell’ufficio indagini della Figc e proseguito fino a diventare candidato alla presidenza nel 2018, candidatura che ai tempi fu bruciata da Malagò per il quale non prova comunque rancore.

 

Dopo il fallimento della presidenza Sabelli per un’insanabile disparità di vedute con il nuovo ministro, Sport e Salute ripartirà senza un direttore generale e quindi riservando al presidente e ad tutte le deleghe, con l’obbiettivo di portare avanti la riforma perché ormai indietro non si può più tornare. Ma Cozzoli che viene definito dai suoi collaboratori rigoroso, determinato e inclusivo, è persona che ama confrontarsi come succede tutti i lunedì alle 15 negli staff meeting che sono una caratteristica del suo ufficio. Lo sport per tutti, il valore sociale dello sport, il valore educativo dello sport tramite la scuola, l’impiantistica sportiva (da capire i rapporti con il Credito Sportivo di Abodi) sono i campi su cui interverrà senza scordare il valore della maglia azzurra che in questo caso non sarà solo quella della Nazionale di calcio. È un po’ il percorso indicato dal ministro: “Cozzoli recepirà questo indirizzo di grande attenzione in particolare modo al mondo del sociale e allo sport di base per tutti, oltre a occuparsi dello sport di alto livello di cui l’Italia deve essere molto orgogliosa”. Lo sport italiano ha bisogno di collaborazione tra il Coni e Sport e Salute, di percorsi paralleli e non di scontri. Dialogo e collaborazione, come auspicava da mesi l’ex presidente Petrucci. Siamo in un anno olimpico, in un periodo in cui gettare le basi per il futuro che porterà in Italia proprio le Olimpiadi (oltre a golf, tennis, basket e pallavolo) e quindi dovrà cercare di sfruttare il momento per attirare nuovi praticanti per trasformare davvero lo sport in salute.

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