PUBBLICITÁ

SoundCheck

La notizia della morte dei sondaggi è fortemente esagerata

Lorenzo Borga

Sì, hanno sottostimato il voto per Trump, ma hanno azzeccato il vincitore nei vari stati più spesso che nel 2016

PUBBLICITÁ

I sondaggi elettorali hanno sbagliato, di nuovo. Questa è stata la sentenza emessa già nella notte elettorale da molti giornalisti e commentatori italiani. Eppure i risultati non erano ancora chiari, come ci si poteva attendere visto l’afflusso di voti per posta inviati dagli elettori democratici. Nella notte italiana tra martedì e mercoledì in effetti il presidente Trump aveva vinto la Florida, il Texas e l’Ohio, ed era avanti nel conteggio parziale in quasi tutti gli stati non ancora assegnati: North Carolina, Georgia, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin. In effetti, detta così, in un anno normale e in un’elezione normale Trump poteva sembrare favorito alla rielezione a quel punto della notte. E i sondaggi della vigilia apparivano ai più come, ancora una volta, incredibilmente sbagliati. Ma lo sappiamo, il 2020 non è un anno normale, né le elezioni americane lo sono state. Ormai il conteggio delle schede è quasi terminato ed è possibile qualche considerazione.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


I sondaggi elettorali hanno sbagliato, di nuovo. Questa è stata la sentenza emessa già nella notte elettorale da molti giornalisti e commentatori italiani. Eppure i risultati non erano ancora chiari, come ci si poteva attendere visto l’afflusso di voti per posta inviati dagli elettori democratici. Nella notte italiana tra martedì e mercoledì in effetti il presidente Trump aveva vinto la Florida, il Texas e l’Ohio, ed era avanti nel conteggio parziale in quasi tutti gli stati non ancora assegnati: North Carolina, Georgia, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin. In effetti, detta così, in un anno normale e in un’elezione normale Trump poteva sembrare favorito alla rielezione a quel punto della notte. E i sondaggi della vigilia apparivano ai più come, ancora una volta, incredibilmente sbagliati. Ma lo sappiamo, il 2020 non è un anno normale, né le elezioni americane lo sono state. Ormai il conteggio delle schede è quasi terminato ed è possibile qualche considerazione.

PUBBLICITÁ

    

Una delle fonti più affidabili negli Stati Uniti è il sito FiveThirtyEight, che raccoglie moltissimi sondaggi dei singoli istituti di ricerca e produce delle medie dei risultati (un modello seguito in Italia da YouTrend). A livello nazionale, quello che tiene conto dei voti espressi in tutti gli stati, il vantaggio di Biden sul presidente Trump è stato oggetto di molta attenzione, anche in Italia. 8, 10, addirittura 12 punti percentuali di vantaggio secondo alcuni. Il sito gestito da Nate Silver riportava un vantaggio di 8,4 punti per il candidato democratico il giorno prima delle elezioni: 51,8 contro il 43,4. Oggi, lunedì mattina, il vantaggio di Biden è di soli tre punti percentuali, anche se questo margine gli permette già di essere il candidato presidente che ha raccolto più voti nella storia americana (anche grazie all’enorme affluenza). Ma come è già stato dimostrato negli ultimi giorni è possibile che il suo distacco aumenti. I bacini elettorali più numerosi per i democratici, la California e le città della costa est, devono ancora conteggiare importanti quantità di voti. Secondo gli analisti è possibile che alla fine del conteggio la stima dei sondaggi sia più o meno rispettata a livello nazionale.

 

PUBBLICITÁ

Tra gli stati in cui i sondaggi hanno sbagliato a predire il vincitore c’è la Florida. La media dei sondaggi la dava a Biden, per 2,5 punti di distacco. Un vantaggio piccolo però, tenendo conto che le rilevazioni demoscopiche hanno un margine di errore tra i 2 e i 5 punti percentuali (dipende da come sono fatti). Il risultato reale, a scrutinio quasi ultimato, è di 3,2 punti  ma a favore di Donald Trump. Un risultato di poco al di fuori del margine di errore, ma tanto è bastato per far vincere il candidato sfavorito.

   

Ma quello della Florida – in cui il candidato svantaggiato è risultato poi vincente – sembra essere un caso isolato, assieme al North Carolina dove i sondaggi davano leggermente avanti Biden (ma ben all’interno del margine di errore). Le rilevazioni avevano previsto la leggera vittoria di Biden in Arizona e quella in Georgia sul filo di lana (dove però sarà necessario un riconteggio dei voti). Avevano però anche predetto una vittoria netta democratica in Wisconsin, Pennsylvania, Michigan e Nevada, mentre il margine di vittoria sembra essere ben più risicato. Questo è stato il vero problema dei sondaggi nelle elezioni 2020.

    

Ad ammetterlo è stato lo stesso Nate Silver intervistato dall’Abc: "Nel 2016 Trump era dato di poco dietro in stati come la Pennsylvania e vinse con un piccolissimo scarto. Margine ridotto, ma il vincitore era sbagliato. Quest’anno invece le cose sono sostanzialmente all’opposto. I sondaggi avranno correttamente previsto il vincitore in 48 o 49 stati, ma saremo molto lontani dai margini previsti. Trump perderà di poco un gruppo di stati in cui invece si supponeva non avrebbe avuto speranza". E lo stesso è accaduto anche in stati in cui – all’opposto – era previsto vincesse Trump di misura e in cui invece ha spiazzato l’avversario, come in Ohio (previsto uno scarto di meno di un punto, mentre l’effettivo sarà di circa 8).

PUBBLICITÁ

  

PUBBLICITÁ

A partire dai dati di FiveThirtyEight e quelli parziali dello scrutinio, si può calcolare la differenza che per ora si è verificata tra sondaggi e risultati reali. Secondo un’elaborazione del Foglio, tenendo conto di tutti gli stati si è trattato in media di quasi 6 punti percentuali di differenza, quasi sempre a favore di Donald Trump (che ha recuperato dove era in svantaggio e ha vinto meglio del previsto dove era dato vincente). Ricordiamo però che i voti reali, come è accaduto negli ultimi giorni, tenderanno a migliorare per i democratici visto che i voti per posta vengono conteggiati spesso per ultimi. È probabile quindi che l’errore commesso dai sondaggi vada a ridursi. E ancora più interessante è calcolare lo stesso valore tra gli stati in cui si è combattuta questa elezione, e dove si sono effettuate molte più ricerche rispetto agli stati in cui tradizionalmente non c’è partita. Se consideriamo i “battleground states” selezionati dal New York Times il divario sondaggi-risultati reali si riduce a poco più di 4 punti percentuali, e si ridurrà ancora probabilmente nel corso dei prossimi giorni.

   

PUBBLICITÁ

Benché le rilevazioni sembrino aver sottostimato il voto per Trump (avremo tempo per discutere e capirne le motivazioni) sono riuscite a predire molto più spesso il vincitore nei vari stati rispetto al 2016. E la differenza con i risultati reali è stata in molti casi all’interno del margine di errore previsto. Inoltre è anche probabile che se tutti i risultati fossero arrivati allo stesso momento, sia i voti per posta che quelli tradizionali, in pochi avrebbero gridato all’insuccesso dei sondaggi. Eppure tutti gli esperti più accreditati prima dell’elezione avevano esortato alla pazienza, perché la “blue wave”, l’ondata blu di voti postali, era ampiamente prevista. Forse più che con i sondaggi, dovremmo prendercela con i commentatori incauti della prima ora.

PUBBLICITÁ