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Se i quiz estivi diventano minacciosi compiti delle vacanze per adulti

Antonio Gurrado

C’è indubbiamente una correlazione fra la pandemia e questo nuovo desiderio larvatamente masochistico di evadere regredendo, tornando a sentirsi alunni, a prendere ordini e istruzioni. Indagine su un nuovo fenomeno

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"Non spaventarti! Non siamo a scuola”, trovo scritto a pagina 70 di una raccolta di giochi e quiz estivi: specificazione fin quasi spiazzante, considerato che s’intitola proprio Il mio quaderno dei compiti delle vacanze (Gribaudo). Qualche ripensamento deve aver colto anche gli anonimi autori vari che, temendo potesse apparire materiale da scolaretti, hanno aggiunto il bollino “giochi da grandi”, rilassando la dicitura didattica tramite il sottotitolo “Passatempi letture enigmistica per prendersi una pausa”.

Ecco, appunto, una pausa da cosa? I compiti per le vacanze – quelli veri, dei ragazzi – servono all’obiettivo opposto, mantenere continuità di apprendimento ed esercizio nonostante la pausa di tre mesi. Per gli adulti invece i compiti per le vacanze sono essi stessi la pausa; si presume da una vita lavorativa poco stimolante intellettivamente o forse troppo carica di responsabilità. La fioritura di pubblicazioni il cui titolo assegna esercizi estivi ai maggiorenni risale al 2020, in pieno lockdown, quando Blackie pubblicò il primo e originale Quaderno di compiti delle vacanze per adulti, ora giunto alla terza edizione. C’è indubbiamente una correlazione fra la pandemia e questo nuovo desiderio larvatamente masochistico di evadere regredendo, tornando a sentirsi alunni, a prendere ordini e istruzioni.

Ovvio che poi, come i veri insegnanti, ciascuna di queste pubblicazioni tratti gli adulti in modo diverso. Il quaderno Blackie è il più arduo e il più accurato, oltre che il più ironico, pur mantenendo nell’impostazione un lessico volutamente scolastico che parla di esercizi e discipline, dando indicazioni per lo svolgimento e raccomandando di non ricorrere alle soluzioni – insomma, di non copiare. Sembra un professore che non fa caso se arrivi in ritardo ma ti deride se non hai la risposta pronta. Più simile a un insegnante delle elementari o medie il quaderno Gribaudo, che identificando il target di ciascun esercizio individua anzitutto lo “spirito diligente” rivolgendogli quest’apostrofe: “Quando andavi a scuola, eri sempre in prima fila ad ascoltare i professori e non avevi neppure un’orecchia all’angolo della pagina”. Riaffiorano esercizi sulla steppa e sulla taiga che fanno tanto sussidiario, mentre alcuni giochi con anagrammi o proverbi rimescolati potrebbero venire risolti a colpo d’occhio da un figlio di otto anni.

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Quello che mi sembra il più facile del lotto, Compiti delle vacanze per adulti edito da Cairo, non solo reca in copertina un minacciosissimo elenco delle materie – grammatica, scienze, filosofia – ma irride detti adulti tramite asterisco: “che si vantano di esser stati bravi a scuola”. Come sempre in casa editrice sono dei geni e, in quella perfida riga, concentrano tre aspetti fondamentali di questa moda: la smania didattica, la nostalgia, e la sfida a dimostrare di essere ancora ciò che non siamo più. 

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Un discorso a parte merita Compiti delle vacanze per amanti dei libri (Sonzogno), che definisce “test” i giochi ordinandoli in scala di difficoltà crescente e assegnando a ciascuno di essi un numero minimo di risposte esatte per passarlo. E se non lo si passa, si viene rimandati a settembre? Bisogna ricomprare il libro l’anno prossimo? Si viene impalati sull’ombrellone? Non si sa, fatto sta che l’eserciziario non si trattiene da premesse un po’ troppo didascaliche (“L’aggettivo è la parte variabile del discorso che si aggiunge a un sostantivo per indicarne una qualità o una quantità”) cedendo poi al tipico sense of humour da prof. in gita con alcune battute che fan cadere i maroni: “Così parlò Balaustra”, “Il partigiano Jolly”, “Il fu Mattia Bazar”. L’ultimo, difficilissimo esercizio serve a indovinare dieci grandi scrittori italiani sottovalutati, che qui vi spoilero: Stefano D’Arrigo, Anna Maria Ortese, Massimo Bontempelli, Mario Pomilio, Luigi Malerba, Silvio D’Arzo, Guido Morselli, Amalia Guglielminetti, Mario Mariani, Rosso di San Secondo. Tutti autori che a scuola non si leggono mai perché si è troppo impegnati a fare i compiti anche durante le vacanze.

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