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Saverio ma giusto

Siamo messi così male che l'ultimo acquisto di Musk non peggiorerà le cose

Saverio Raimondo

Per twittare non è necessario che vi siano forme di vita intelligente; vanno benissimo anche quelle stupide, anzi meglio, ingaggiano e performano più delle altre. Sarà per questo che Elon punta a portare i social nello spazio

Alla notizia dell’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk, è scoppiato il panico fra i twittaroli – che si sono già riorganizzati in movimento “No-Musk”. La notizia e la reazione alla notizia ci dicono due cose sul mondo attuale. La prima è che Elon Musk, da sempre favorevole alle criptovalute, quando poi però deve comprare veramente qualcosa tira fuori 44 miliardi di dollari, soldi veri, mica bitcoin: Realtà 1-Metaverso 0. La seconda notizia è che quello che succede nel mondo virtuale dei social suscita ormai più sdegno e attivismo rispetto a quando succede qualcosa nel mondo reale: pareggio del Metaverso. Palla al centro.

A dire il vero, non è chiaro come e in cosa Musk peggiorerebbe ulteriormente il celebre social network (celebre anche, se non soprattutto, per le sue storture e magagne); quindi potremmo concedergli come minimo il beneficio del dubbio. Però possiamo fare di più, cioè provare a fare delle previsioni, visto e considerato che in questi anni Elon Musk abbiamo imparato a conoscerlo; e la coazione a ripetere vale per tutti, anche per le persone più ricche del mondo. Per esempio, immagino che il ceo e product architect della casa automobilistica Tesla vorrà testare i profili a scrittura automatica, che twittano al posto tuo “grazie a un sistema di scrittura automatica full self-writing” – così tu nel frattempo non ti distrai e puoi guidare la tua Tesla, visto che i vari test a guida automatica non hanno prodotto i risultati sperati. Noi proprietari di account Twitter non dovremo pensare più a niente: sarà un algoritmo a commentare per noi qualunque cosa, sparare opinioni su tutto, trollare, insultare, diffondere fake news, fare battute infelici, bloccare o essere bloccati.

Dunque su Twitter non cambierà niente, i contenuti e i toni saranno gli stessi; il cambiamento semmai ci sarà nel mondo reale, e in meglio: con la tecnologia di Musk impegnata a twittare avremo meno pedoni investiti da auto e guida autonoma. Altrettanto sicuramente, il ceo e cto della compagnia aerospaziale SpaceX vorrà portare Twitter nello spazio, sulla Luna come su Marte. In effetti, per twittare non è necessario che vi siano forme di vita intelligente; vanno benissimo anche quelle stupide, anzi meglio, ingaggiano e performano più delle altre. E’ prevedibile però che il raggiungimento dell’obiettivo sarà lungo e complesso, e dall’esito per nulla scontato: molti account esploderanno prima dell’atterraggio, e chissà quanti tweet andranno dispersi nel tragitto fra la Terra e la Luna.

L’idea di portare Twitter nello Spazio sarà considerata folle dai più, ma in realtà è assai brillante e lungimirante. I social hanno grandi possibilità di espansione e sviluppo su pianeti come Marte, cioè lande inospitali e desertiche, con temperature che possono raggiungere anche i 120 gradi sotto zero e la totale assenza di acqua. Su Marte non c’è nulla da fare – né da bere – quindi la gente avrebbe un sacco di tempo da passare sui social, a twittare o a leggere e rispondere ai tweet altrui. Anzi, i social – tanto criticati qui sul pianeta Terra – da una prospettiva marziana potrebbero persino essere rivalutati: in un pianeta già invivibile di suo, non vedo come Twitter possa peggiorare le cose. In conclusione: Twitter adesso è di Elon Musk? Niente panico, è solo Twitter. E se riammetterà Trump fra i “cinguettanti”, non sarei comunque scandalizzato: il problema non è se Trump torna su Twitter, ma alla Casa Bianca.

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