Foto di Kate Torline (Unsplash)

Modern love

Maledetti account fake che ci costringono a vivere sempre con l'ex

Valeria Montebello

Qualche tempo fa il partner di una volta era facile da dimenticare. Ma oggi, tra story, post e social network, chiudere una relazione è impossibile

Chiudere una relazione nel 2021 è impossibile. Prima se ti lasciavi dimenticavi presto, potevi non avere più sue notizie. Dopo anni magari un’amica ti diceva: “Sai che ora ha sei figli e vive a Bangkok?” e tu potevi tirare un sospiro di sollievo. Oggi te lo ritrovi ovunque, sui social. Non ti interessa nemmeno più ma sei troppo curiosa e masochista per fare quell’operazione salvifica che è clicca sul profilo poi su disattiva le notifiche o, ancora meglio, su blocca. Non posso guardargli le story dal mio account, sembrerei disperata, allora creo Rosella Rosellina con la foto profilo di un panda e inizio a stalkerarlo. Questa è la versione base. 

 

C’è anche la versione premium: non guardi solo quello che fa il tuo ex ma riesci a capire con chi si vede (attraverso tecniche diaboliche che non rivelerò) e inizi a stalkerare anche lei. Non una volta, giusto per capire che faccia ha, ma molte volte al giorno, tutti i giorni, per entrarle nell’anima. Non basta notare che si veste male, vuoi capire di quali tessuti sono i suoi abiti. Canapa indiana o poliestere? Chi è davvero? Abbiamo la frangia uguale? Potremmo essere amiche in un universo parallelo? Chi ha più follower?

 

C’è chi si definisce solidale e femminista ma nessuna dice la verità sulle cose delle donne. È un mondo nascosto, buio e paludoso che si può riassumere così: commento con le amiche i post della nuova ragazza del mio ex che se qualcuno li leggesse chiamerebbe la polizia ma amo le donne #girlpower. O anche: “Che schifo, indossa Jacquemus come una qualsiasi basic bitch di Instagram”. Due minuti dopo sei a scrollare i saldi di Jacquemus e compri tutta la collezione.

 

La cosa da trovare a tutti i costi è una sua foto in bikini. Non importa se ha un Phd a Yale o se d’estate va a curare i bambini africani. La cosa importante è capire cosa toccherà lui. “Guarda com’è perfetta la fossetta che ha sulla guancia”. Dopo aver zoommato x200: “Guarda la grana della sua pelle, com’è intatta”.  Mandi le foto di quello che trovi a un amico, il più cinico della rubrica, che risponde: “Posso vederla solo in un casting di serie c”. E a un’amica, la meno cinica, per avere il contraddittorio. Lei risponde: “Beh, è vero, non è male”. Come in un talk-show di Rete 4 quella meno cinica vorresti ammazzarla.  

 

Mentre guardi il tuo personale archivio del disagio, le story e i post, quello che scrive, quello che dice, come lo dice, oltre a immaginare come faranno sesso ti fai anche una serie di domande sulle tue scelte. Ti rendi conto che la casa del tuo ex, dalle foto di un’altra, sembra una casa da Tinder date, arredata per far fare i selfie a una che il giorno dopo vuole vantarsi con le amiche di aver acchiappato l’unico sull’app con un loft da artista maledetto in centro. Il pendolo delle emozioni oscilla, dall’invidia al senso di superiorità, dagli insulti all’idealizzazione. Alla fine pensi: peggio per lei, fra un mese inizieranno a non fare più sesso, fra due scoprirà che lui è un cluster b, fra tre si lasceranno. 

 

Spesso questo scanner è riservato anche alle ex stesse. È un circolo virtuoso. La nuova guarda la vecchia, le amiche della nuova guardano la vecchia, la vecchia guarda la nuova, le amiche della vecchia guardano la nuova. Alla fine si conoscono tutte, non resta che organizzare un festino a base di cianuro. E lui non ne sa niente. Vive beato. Nella vita di tutti c’è qualcuno di spietato, che non ha paura di dire la verità. Anche se ti succede qualcosa di bello, lui sta lì e ti chiede “Ma ci credi davvero?”, come quando presenti un ragazzo ai tuoi e sono gentili ma comunque, da qualche parte nei loro occhi, c’è una critica. È con questi occhi che ogni giorno lei ti osserva, da un account fake.

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