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Editoriali

Lutti e sfide dell’ebraismo europeo

Redazione

Da Sacks a Gattegna, la scomparsa della leadership religiosa e civile

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A settembre se ne era andato Amos Luzzatto, biblista, medico e presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. Ieri la scomparsa di uno dei suoi successori, l’avvocato Renzo Gattegna, che prima di lasciare il suo mandato aveva parlato di “un futuro dell’ebraismo che sia degno dei suoi valori universali e delle sue gloriose e plurimillenarie tradizioni”. Gattegna faceva parte di quella leadership civile ebraica in una Europa tormentata dall’antisemitismo di ritorno.

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A settembre se ne era andato Amos Luzzatto, biblista, medico e presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. Ieri la scomparsa di uno dei suoi successori, l’avvocato Renzo Gattegna, che prima di lasciare il suo mandato aveva parlato di “un futuro dell’ebraismo che sia degno dei suoi valori universali e delle sue gloriose e plurimillenarie tradizioni”. Gattegna faceva parte di quella leadership civile ebraica in una Europa tormentata dall’antisemitismo di ritorno.

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Quattro giorni fa, la scomparsa dell’ex rabbino capo del Regno Unito, Jonathan Sacks, non solo una delle più grandi voci dell’ebraismo contemporaneo, ma una delle più rispettate voci morali al mondo. “Un gigante del pensiero”, secondo Tony Blair. Ad agosto, la morte di un altro grande rabbino, Adin Steinsaltz. Entrambi preoccupati da una minaccia forse più grave di quella fisica del terrorismo e del razzismo: l’assimilazione. Sacks ci aveva scritto un libro: “Avremo ancora nipotini ebrei?”. La domanda era terrificante: “Riuscirà l’assimilazione a ottenere ciò che a Hitler non riuscì?”.

 

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Alcuni giorni fa, un nuovo studio condotto dall’Institute for Jewish Policy Research di Londra ha rilevato che il numero di ebrei in Europa, incluse Gran Bretagna, Turchia e Russia, è sceso al minimo da mille anni. Solo 1,3 milioni di persone che attualmente vivono in Europa si definiscono ebree. E’ la stessa cifra indicata dal famoso viaggiatore e studioso ebreo Benjamin di Tudela nel 1170. Dal 1970, l’Europa ha perso il 60 per cento della sua popolazione ebraica. 1,5 milioni di ebrei hanno lasciato l’Europa.

 

Poi, oltre all’aliyah dalla Francia, lo studio rileva che il 40 per cento dei 118.000 ebrei tedeschi ha più di 65 anni, il che significa che la popolazione ebraica in Germania sta cominciando a scomparire. Anche i matrimoni misti stanno avendo un effetto sulle comunità ebraiche. La metà degli ebrei nei Paesi Bassi, in Danimarca e in Svezia si sposa al di fuori della comunità ebraica. Mentre stanno scomparendo le grandi figure civili e religiose dell’ebraismo europeo, questa è la grande domanda che la nuova generazione è chiamata a porsi, la domanda terribile di Sacks: avremo ancora nipotini ebrei?

 

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