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Ecco la feccia, e subito dopo i giustificazionisti

Giuliano Ferrara

I deplorables organizzano cortei, fanno del razzismo una ideologia sempre più becera, manifestano contro gli obblighi sanitari. Ma non tutto si può delucidare nella ricerca minuziosa delle cause sociali e materiali di fenomeni di depressione e incarognimento

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C’è questa idea in apparenza ragionevole che nella società non esistano i deplorables, la feccia, il deposito incarnato in una sezione di popolo di paure e pregiudizi violenti, intrattabili (il pregiudizio salvifico dei conservatori è ovviamente altra cosa). Se Trump fa appello a votare due volte, e riceve gli applausi dei suoi, dietro la sua mossa e dietro gli applausi ci deve essere un significato diverso da quello che si vede, la manovretta di un filibustiere, una delle tante, per delegittimare elezioni che considera in pericolo per lui, cui corrisponde la credula e farneticante e plaudente adesione di tanti. Il sistema è rigged, è un imbroglio, facciamoci in quattro per demolirlo, viva Trump. Oppure: qualche migliaio di no-Covid manifesta a Berlino o a Roma o altrove: sono un folclore di idee complottiste, un coacervo di demenzialità, rifiutano la realtà delle cose anche la più evidente con il corteggio di alcuni filosofi senza filosofia, si agitano in un mondo mentale pericoloso di inganno e autoinganno, sentono la pulsione eroica per una mascherina strappata, esibiscono il lato più losco dell’idea di libertà (c’è anche quello). Oppure: il Truce sparge fango sul linguaggio e l’immagine della politica, compie le sue piroette da caccia al consenso in spregio totale verso ogni decenza, ingorgato di Nutella o indossando un tuxedo. Oppure: il professore emerito Tal dei Tali augura la morte a Berlusconi, come Asor Rosa si augurava l’intervento dei carabinieri all’epoca dell’apogeo del Cav.

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C’è questa idea in apparenza ragionevole che nella società non esistano i deplorables, la feccia, il deposito incarnato in una sezione di popolo di paure e pregiudizi violenti, intrattabili (il pregiudizio salvifico dei conservatori è ovviamente altra cosa). Se Trump fa appello a votare due volte, e riceve gli applausi dei suoi, dietro la sua mossa e dietro gli applausi ci deve essere un significato diverso da quello che si vede, la manovretta di un filibustiere, una delle tante, per delegittimare elezioni che considera in pericolo per lui, cui corrisponde la credula e farneticante e plaudente adesione di tanti. Il sistema è rigged, è un imbroglio, facciamoci in quattro per demolirlo, viva Trump. Oppure: qualche migliaio di no-Covid manifesta a Berlino o a Roma o altrove: sono un folclore di idee complottiste, un coacervo di demenzialità, rifiutano la realtà delle cose anche la più evidente con il corteggio di alcuni filosofi senza filosofia, si agitano in un mondo mentale pericoloso di inganno e autoinganno, sentono la pulsione eroica per una mascherina strappata, esibiscono il lato più losco dell’idea di libertà (c’è anche quello). Oppure: il Truce sparge fango sul linguaggio e l’immagine della politica, compie le sue piroette da caccia al consenso in spregio totale verso ogni decenza, ingorgato di Nutella o indossando un tuxedo. Oppure: il professore emerito Tal dei Tali augura la morte a Berlusconi, come Asor Rosa si augurava l’intervento dei carabinieri all’epoca dell’apogeo del Cav.

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In tutti questi casi e molti altri di sconnessione della ragione, e delle stesse ragioni del cuore che la ragione non conosce, abbondano, anche tra quelli che hanno la testa sulle spalle, le preoccupazioni giustificazioniste. Bisogna capire, dicono, è un vasto problema sociale, la democrazia liberale deve ricomprendere tutto, deve spiegarsi tutto, deve porre riparo con un anticipo di simpatia e di comprensione a quanto va storto. I deplorables organizzano cortei, fanno del razzismo una ideologia sempre più becera e forcaiola, scendono in strada armati per liberare il Kentucky dagli obblighi sanitari in regime di pandemia, si prendono un pezzo dell’attenzione indifferente dei media e dei social per diffondere i veleni di QAnon, questa estesa setta di anarco-nullisti che credono nel satanismo del potere e vogliono sfasciare tutto. E il borghesuccio colto e democratico, il ceto medio riflessivo, con il contorno di accademici e sociologi, è sempre lì a spiegare l’inspiegabile o addirittura l’ovvio. Sono i dimenticati, gli esclusi dalla globalizzazione, coloro a cui le élite hanno smesso di parlare il linguaggio del coinvolgimento e della rassicurazione.

 

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Ma che inaudita scemenza. Il mondo e la storia sono ricchi di feccia, c’è sempre stata una bella minoranza di refrattari, di intolleranti per natura sociale e individuale, di outcast del sistema, non è cominciato tutto con gli hillbilly degli Appalachi, con le legioni dei no-vax, con i complottisti del variegato spettro protestatario che ora si fa vedere, si espone senza pudore. Alle minoranze eticamente intransigenti e pie, nella società liberale di massa, corrispondono minoranze facinorose, ribelliste e cattive nell’animo. Anche dietro l’angolo, lo abbiamo visto, c’è gente che spara ai neri a Macerata, e un elettorato che premia i banditori del pistolero. E non tutto si può delucidare con la compunzione pensosa di quanti sono alla ricerca minuziosa delle cause sociali e materiali o spirituali di fenomeni di depressione e incarognimento di certa populace al seguito di un Bolsonaro o di un Erdogan. Cari giustificazionisti, state contenti al quia, aderite alle cose in cui credete, difendetele con convinzione e piantatela di cercare le ragioni dell’irrazionale, che è infallibilmente signore e padrone di una parte di noi, del collettivo o insieme statistico che siamo.

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