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i processi alla “queen of Nice”

La cancel culture contro Ellen DeGeneres. La colpa? Ha un brutto carattere

Simonetta Sciandivasci

Perché la reputazione è diventata il solo curriculum che conta e, insieme, la peggiore arma nelle mani dei nostri nemici

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Ellen DeGeneres è stata, più o meno in sequenza, un’attrice, una comica, una comica lesbica, una presentatrice comica lesbica tra le più ricche e influenti donne d’America. Il suo “The Ellen DeGeneres Show” va in onda dal 2003, ma a settembre potrebbe sparire dai palinsesti o venire affidato a qualcun altro (forse a un uomo, peraltro: James Corden) perché la signora è stata accusata di gestire così male la sua redazione da non accorgersi delle nefandezze che accadono dietro le quinte o, peggio, di accorgersene e non intervenire, favorendo così la proliferazione di molestie, svilimenti, maltrattamenti. Non solo. Sembra che lei stessa sia stata spesso scortese e sgradevole con i suoi dipendenti e abbia messo in imbarazzo i suoi ospiti in tv.

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Ellen DeGeneres è stata, più o meno in sequenza, un’attrice, una comica, una comica lesbica, una presentatrice comica lesbica tra le più ricche e influenti donne d’America. Il suo “The Ellen DeGeneres Show” va in onda dal 2003, ma a settembre potrebbe sparire dai palinsesti o venire affidato a qualcun altro (forse a un uomo, peraltro: James Corden) perché la signora è stata accusata di gestire così male la sua redazione da non accorgersi delle nefandezze che accadono dietro le quinte o, peggio, di accorgersene e non intervenire, favorendo così la proliferazione di molestie, svilimenti, maltrattamenti. Non solo. Sembra che lei stessa sia stata spesso scortese e sgradevole con i suoi dipendenti e abbia messo in imbarazzo i suoi ospiti in tv.

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La Warner Bros sta indagando, ci farà sapere se è tutto vero, tutto finto, un po’ vero e un po’ finto, e naturalmente non servirà a niente. Sarà più importante il verdetto pubblico, sociale e social, che per adesso discute dell’annosa questione del pulpito dal quale viene la predica (come siamo ridotti). Dicono più o meno tutti: ma come, proprio lei che era “The Queen of Nice”, lei che non mancava di raccomandare al pubblico di essere “gentili con tutti”; lei che è stata una delle prime a dire che il #MeToo riguardava tutti e che soltanto due anni dopo ha raccontato che il suo patrigno la molestava e sua madre non le credette quando lei glielo raccontò; lei che è stata la prima attrice lesbica a fare una parte da lesbica, venendo per questo ostracizzata e anche a lungo.

 

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Il Washington Post ieri ha ricostruito la trasfigurazione, di modo che fosse chiaro a tutti che questo non è un processo sommario, ma una somma di processi. Una volta Ellen ha detto a Dakota Johnson d’essersi risentita per non essere stata invitata alla festa per i suoi trent’anni e quella le ha risposto di averla invitata eccome e qualche giorno dopo è venuto fuori che Johnson aveva effettivamente invitato Ellen e quella però non aveva detto né sì né no né forse anche perché non era in città (ricostruzione si spera non affidata agli uffici investigativi della Warner Bros, ma vai a sapere). Per giorni, su Twitter è stato tutto un Dakota asfalta Ellen, e che grande coraggio ha avuto Dakota a rispondere a quella perfida vecchia stronza. Durante il lockdown, Ellen ha osato pubblicare un clippino nel quale diceva che stare a casa era per lei una prigione ed è stata massacrata perché non si scherza sulle carceri tenendo il culo posato su un morbido divano in una villa californiana. Pare poi che non abbia mai detto ai suoi collaboratori che fine avrebbe fatto il loro posto di lavoro dopo che lo show è stato sospeso a causa del Covid. Soprattutto, Ellen è amica di George W. Bush e com’è possibile che una lesbica liberal sia amica di un ex presidente degli Stati Uniti repubblicano? Nell’ottobre del 2019, quando spuntò una foto che li ritraeva insieme, e i compagni da Twitter e dalle officine s’imbestialirono, lei spiegò che quando dice di essere gentili con tutti, intende che si deve esserlo anche con quelli che la pensano diversamente perché “è bene essere diversi”. Risposta: come si permette questa di sminuire i crimini di Bush?

  

Queste sarebbero le prove, non i capi d’imputazione (molestie e tossicità) per i quali naturalmente lei si è già scusata in una lettera non lacrimevole ma ferma e decisa nella quale si dice anche dispiaciuta perché alcuni suoi collaboratori, comportandosi male, non hanno rispettato le sue ferree regole. E’ un nuovo capitolo di cancel culture, forse. E ci mostra, in modo assai limpido, come la reputazione sia diventata il solo curriculum che conta e, insieme, la peggiore arma nelle mani dei nostri nemici. Avere un brutto carattere può costarti il posto, che tu sia uomo, donna, bianco, nero, minoranza, maggioranza, di successo o d’insuccesso. Di voci a sostegno di Ellen finora se ne sono levate poche, e voi direte: qualcosa vorrà dire. E noi diremo: vi esporreste mai per uno stronzo se anche lo sapeste innocente? La vita è diventata una vendetta privata, tremino i brutti caratteri e si domino le bisbetiche.

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