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Il trattamento Matzneff

Giulio Meotti

Senza editore, senza biblioteche, senza casa, senza premi, senza soldi e in aula. Così finisca lo “scrittore pedofilo”

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Roma. E’ una donna, la direttrice del settimanale Marianne Natacha Polony, a fustigare un po’ l’ipocrisia della vicenda: “L’ambiente letterario francese sembra essere diventato la scena privilegiata dell’indignazione organizzata delle gang. Nella monotonia della stagione delle vacanze e delle lunghe passeggiate, l’affaire Matzneff ha risvegliato dal torpore invernale. Tutta la macchina è in movimento, interviste, denunce, scuse pubbliche, non si risparmia nulla. La maggior parte della sinistra si scusa pietosamente. Altri la fanno franca, spiegando che non è l’epoca o il sinistrismo culturale da biasimare, ma il ‘patriarcato’”.

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Roma. E’ una donna, la direttrice del settimanale Marianne Natacha Polony, a fustigare un po’ l’ipocrisia della vicenda: “L’ambiente letterario francese sembra essere diventato la scena privilegiata dell’indignazione organizzata delle gang. Nella monotonia della stagione delle vacanze e delle lunghe passeggiate, l’affaire Matzneff ha risvegliato dal torpore invernale. Tutta la macchina è in movimento, interviste, denunce, scuse pubbliche, non si risparmia nulla. La maggior parte della sinistra si scusa pietosamente. Altri la fanno franca, spiegando che non è l’epoca o il sinistrismo culturale da biasimare, ma il ‘patriarcato’”.

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Così, in quello che Alain Finkielkraut ha appena definito il “nuovo ordine morale” sotto la cupola dell’Académie française, “una esposizione di Balthus oggi a Parigi non sarebbe possibile”, ha detto il filosofo ai microfoni di Cnews sul caso Gabriel Matzneff. Il caso è quello dello scrittore accusato nel libro della quarantasettenne Vanessa Springora “Il consenso” di aver avuto rapporti quando lei aveva 14 anni. Nelle stesse ore in cui il ministero della Cultura annunciava l’intenzione di togliere a Matzneff l’Ordine delle arti e delle lettere (il più importante riconoscimento culturale del governo) e il cavalierato dell’Ordine nazionale al merito, la casa editrice Gallimard fermava la commercializzazione del diario di Matzneff, di cui aveva già pubblicato nove volumi dal 1990. Una “misura eccezionale”, annuncia Antoine Gallimard, mentre la procura di Parigi apriva un’indagine per violenza su minore. 

 

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Matzneff ieri ha ricevuto un secondo mandato di comparizione in tribunale per il 12 febbraio, dopo che l’associazione Angle Bleu ha denunciato i suoi romanzi come “manuali d’uso” per pedofili. Il ministro della Cultura, Franck Riester, annuncia anche l’interruzione dei sussidi pubblici elargiti a Matzneff e concessi ad artisti importanti e bisognosi. “Da eliminare gradualmente”, ha detto Riester. Ci si domanda invece come abbiano fatto a dargli il Renaudot, premio che viene subito dopo il Goncourt, mentre ilPoint ha chiuso la sua rubrica. L’Express è andato a indagare anche sull’alloggio popolare di cui lo scrittore beneficia dai tempi della presidenza di Jacques Chirac. Se ne chiede la cacciata anche da casa (Matzneff prima viveva grazie alla carità della coppia Yves Saint-Laurent e Pierre Bergé). Lo scrittore Frédéric Beigbeder, pur dicendosi “inequivocabilmente dalla parte di Vanessa Springora”, non ripudia l’amico: “Ho paura che si suicidi e non voglio dare la caccia a un uomo già inchiodato alla gogna”. “E’ il linciaggio di un vecchio”, scrive il romanziere Charles-Henri d’Elloy. “La nostra epoca ha inventato un nuovo crimine imprescrittibile: l’immoralità retroattiva. Non essendo riusciti a perseguire Oscar Wilde, André Gide, Thomas Mann, Cocteau, Montherlant… i procuratori della domenica potranno prendersela con Matzneff. E’ il bersaglio ideale per tutti: la sinistra degli intellettuali può benissimo sacrificarlo sull’altare del pentimento per una morale deviata ora che ha ottenuto tutto il resto e la destra può lapidarlo per la famigerata immoralità”. Qualcuno fermi le rotative anche di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, vista l’attrazione che Lewis Carroll nutriva per l’allora tredicenne Alice Liddel, e si ritiri il premio Nobel per la Letteratura a William Golding, quello del “Signore delle mosche”, che da adolescente aveva cercato di violentare una ragazza (e che ne facciamo di quel “serial raper” di Arthur Koestler?).

 

La Biblioteca nazionale del Québec ha annunciato ieri che il diario di Matzneff sarà ritirato dalla sua famosa Collection universelle. Matzneff è finito, come uomo e scrittore. Ma non basta. Anche senza che ci sia stata una inchiesta, il romanziere deve andare in giro col piattino. E il cancro deve portarsi via anche i suoi libri. Solo allora questo MeToo sarà completo.

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