PUBBLICITÁ

Calano gli sbarchi, ma per i giornali siamo in piena crisi migratoria

Samuele Maccolini

In un anno aumentano del 30 per cento le notizie relative all'immigrazione. Si parla soprattutto del contenimento dei flussi, poco dell'accoglienza. Quagliariello: "E' la vittoria della retorica di Salvini"

PUBBLICITÁ

Carola Rackete, Matteo Salvini, Lampedusa, Libia, porti chiusi, Sea Watch. Non sono tante le parole che i mezzi d’informazione hanno usato nel 2019 per descrivere il fenomeno migratorio. Poche, ma ripetute, giorno dopo giorno, hanno contribuito a costruire quella che è oggi la narrazione dominante in tema di immigrazione. A leggere i dati dell’ultimo rapporto annuale dell’associazione Carta di Roma – realtà che da anni monitora l’informazione dei media nell’ambito migratorio –, queste parole paiono abusate. Il 2019 ha segnato un aumento delle notizie dedicate al tema dell’immigrazione rispetto all’anno precedente. Sono il 30 per cento in più rispetto al 2018 gli articoli in prima pagina che hanno trattato il tema. Mentre, per quanto riguarda l’informazione televisiva, i telegiornali in prima serata hanno dedicato, nel primo semestre del 2019, il numero più alto di servizi degli ultimi 15 anni. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Carola Rackete, Matteo Salvini, Lampedusa, Libia, porti chiusi, Sea Watch. Non sono tante le parole che i mezzi d’informazione hanno usato nel 2019 per descrivere il fenomeno migratorio. Poche, ma ripetute, giorno dopo giorno, hanno contribuito a costruire quella che è oggi la narrazione dominante in tema di immigrazione. A leggere i dati dell’ultimo rapporto annuale dell’associazione Carta di Roma – realtà che da anni monitora l’informazione dei media nell’ambito migratorio –, queste parole paiono abusate. Il 2019 ha segnato un aumento delle notizie dedicate al tema dell’immigrazione rispetto all’anno precedente. Sono il 30 per cento in più rispetto al 2018 gli articoli in prima pagina che hanno trattato il tema. Mentre, per quanto riguarda l’informazione televisiva, i telegiornali in prima serata hanno dedicato, nel primo semestre del 2019, il numero più alto di servizi degli ultimi 15 anni. 

PUBBLICITÁ

  

 

PUBBLICITÁ

“Sono dati imprevedibili. Certamente quella dell’immigrazione è stata un’emergenza, ma ormai è passata”, dice al Foglio Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione Magna Carta e senatore di Forza Italia. “Come dimostrano i dati del Viminale, quello che riportano i media non corrisponde alla realtà. Minniti ha fatto la prima svolta, ma poi, per essere sinceri, bisogna dire che Salvini ha fatto bene il suo lavoro limitando gli sbarchi.”

 

Si parla sempre più spesso di immigrazione. A essere cambiata non è solo la quantità, ma anche la qualità dell’informazione. Un dato su tutti rende l’idea di come i media affrontino il fenomeno. L’agenda dei temi affrontati dai giornali vede al primo posto i “flussi migratori”, con il 51 per cento degli articoli che hanno occupato questo ambito (+4 per cento rispetto all’anno scorso). In particolare i giornali si sono focalizzati sulle operazioni di ricerca e soccorso in mare. Il racconto giornalistico prevalente si concentra “sul contenimento dei flussi, con uno sviluppo giornalistico calato nella cronaca e nell’aggiornamento continuo su quanto accade alle navi, agli equipaggi e alle persone a bordo”, si legge nel rapporto. I protagonisti degli articoli sono soprattutto i politici e gli uomini delle istituzioni, di cui vengono riportate dichiarazioni che sovente si concentrano sul rapporto più o meno conflittuale con le ong. “Braccio di ferro”, “prove di forza”, “tensioni continue”, sono termini ricorrenti che bene esprimono il posizionamento politico sul tema dei flussi. E mentre ong e politici si prendono la scena, le persone a bordo delle navi tendono a restare sullo sfondo, “tranne nei casi in cui si dà notizia di tragedie”. 

 

PUBBLICITÁ

  

PUBBLICITÁ

Di contro, l’ambito dell’“accoglienza” riguarda solo il 9 per cento degli articoli in prima pagina, in calo di 8 punti percentuali rispetto al 2018. Le gestione dei profughi, le esperienze del terzo settore, i programmi di accoglienza: tutto ciò che segue il momento successivo allo sbarco viene praticamente ignorato dalla stampa. Questa è una novità. Nel 2015 i giornali parlavano più di accoglienza che delle operazioni di salvataggio. Quattro anni fa nell’agenda dell’informazione il tema “accoglienza” riguardava il 53 per cento degli articoli, mentre l’ambito dei “flussi migratori”, solo il 24 per cento. In quattro anni, gradualmente, queste percentuali si sono invertite. Le notizie sui barconi in mare sono più che duplicate; quelle sull’integrazione dei migranti sono diminuite di oltre due terzi. 

 

PUBBLICITÁ

“Non c’è dubbio che Salvini abbia imposto la sua narrazione sugli sbarchi”, dice Quagliariello. I leader degli altri partiti si ostinano a fare dell’immigrazione una battaglia ideologica, senza capire che in questo modo fanno solo un favore al segretario della Lega, che ha fatto di questo tema il suo cavallo di battaglia. E’ inevitabile, quindi, che i giornali seguano a rotta di collo, raccontando il dibattito politico sui migranti nella chiave che è più favorevole a Salvini”.

 

Sebbene il ritmo di pubblicazione delle notizie in tema di immigrazione quest’anno sia stato, come abbiamo visto, più sincopato rispetto all’anno scorso, la percezione di insicurezza dei cittadini è diminuita. In un’indagine condotta da Demos l'autunno scorso, “la percezione dell’immigrato come minaccia alla sicurezza ha toccato il livello più basso, dal 2015”, scrive Ilvo Diamanti nell’introduzione del rapporto dell’associazione Carta di Roma. Il 33 per cento della popolazione ha paura degli immigrati. Un italiano su tre guarda gli stranieri con diffidenza. Ma si tratta comunque di 10 punti percentuali in meno rispetto a due anni fa. “E’ il primo calo significativo, dopo molto tempo”, scrive Diamanti. Questo dato, tenendo in considerazione che la presenza straniera in Italia resta nel 2019 in linea con gli anni precedenti (8,7 per cento della popolazione), porta l’associazione a confermare l’ipotesi di “una assenza di correlazione tra la quantità di esposizione mediatica del fenomeno e l’incremento della percezione di insicurezza delle persone”. “E’ chiaro che ora che l’emergenza immigrazione è rientrata le persone si sentono più sicure”, commenta Quagliariello. “Pensare che non ci sono più liti con l’Europa sui migranti, che nei tavoli istituzionali veniamo ascoltati, è un dato di fatto che inorgoglisce i cittadini e allo stesso tempo li rassicura”.

 

Anche se la propaganda incessante di Matteo Salvini contro le ong ha spinto l’ecosistema dei media verso una retorica emergenziale, le persone si sentono sicure come all’inizio della crisi migratoria nel biennio 2013-2014. Ma, forse, lo sarebbero ancora di più se i media rivedessero toni e modi della comunicazione.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ