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Chiudete la maturità

Altro che "light", è inutile

Maurizio Crippa

Sarà come l'anno scorso, o torneranno gli scritti? Nessuno lo sa, il ministro Azzolina (ex) nemmeno. Ci saranno le solite lagne, ma la vera occasione persa dalla scuola pandemica era un'altra: abolire un esame ormai superato

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Chissà se nel “disbrigo degli affari correnti” rientri anche la non banalissima faccenda di stabilire come sarà l’esame di maturità del 2021. L’ormai dimissionaria Lucia Azzolina (sarà un arrivederci o un addio?, canterebbe Umberto Balsamo) aveva annunciato che il busillis sarebbe stato risolto entro il 31 gennaio, tramite apposita circolare sugli Esami di stato (nome esatto della prova). Stare a chiedersi, adesso, se non si poteva decidere prima sembra persino maramaldo.

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Chissà se nel “disbrigo degli affari correnti” rientri anche la non banalissima faccenda di stabilire come sarà l’esame di maturità del 2021. L’ormai dimissionaria Lucia Azzolina (sarà un arrivederci o un addio?, canterebbe Umberto Balsamo) aveva annunciato che il busillis sarebbe stato risolto entro il 31 gennaio, tramite apposita circolare sugli Esami di stato (nome esatto della prova). Stare a chiedersi, adesso, se non si poteva decidere prima sembra persino maramaldo.

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Per rimanere ai fatti, Azzolina finora ha fatto solo sapere che – nella perdurante situazione – l’esame sarà simile a quello dello scorso anno: niente prove scritte e un “maxiorale” (orrore) però dovrebbe essere ripristinato il giudizio di ammissione. Prove Invalsi, nemmeno a parlarne. Già sono fioccate le polemiche sull’esame “light”, che sarebbe una presa in giro, con replica corrucciata di Azzolina, “questo termine non mi piace molto come definizione e non mi appartiene”. Ma secondo il  presidente dell’Associazione presidi, Antonello Giannelli, si potrebbe “pensare a un esame più consistente, più solido, con una verifica delle competenze più significativa”. Critiche ad Azzolina da Italia viva (vabbè) e da qualche Pd. Ma sono molti di più quelli che sconsigliano le prove scritte. Si vedrà. Ma passerà poco e i giornali torneranno a inondarci con le tristi storie dei ragazzi a cui viene tolta una parte di vita, di interviste a maturand* depredat* della loro notte prima degli esami, di pensose lagne su quanto dovrebbe essere importante il rito di passaggio. In tutto questo la vera occasione persa è un’altra: il dramma pandemico che ha investito la scuola poteva essere l’occasione per abolirlo e basta, l’esame di maturità. Riformato ormai tutti gli anni come fosse il varo del milleproroghe, l’Esame di stato anche secondo molti esperti è ormai inutile.

   

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Con i nuovi criteri di valutazione, la parte decisiva del punteggio finale è già decisa dai crediti di ammissione; per l’accesso all’università, sempre meno atenei considerano il punteggio di uscita; per l’accesso al mondo del lavoro, non ha mai contato nulla (concorsi pubblici a parte). A che serve perpetuare la baracca? In verità il vero inghippo è questo: l’Esame di stato è  previsto dall’articolo 33 della Costituzione:  “E’ prescritto un Esame di stato per la ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi”. Se dunque si volesse, con un po’ di buon senso e senso pratico, abolire questo rito non iniziatico che a ogni mese di giugno interessa soltanto a Venditti, occorrerebbe una riforma costituzionale. Per non dire poi della vera questione: l’abolizione legale del titolo di studio, di cui parlava Luigi Einaudi sessant’anni fa. E non c’era manco la scusa del Covid.

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