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"Tracciamento e vaccini per rientrare in sicurezza"

La protesta di "Priorità alla scuola" contro i cancelli chiusi

Docenti, genitori e studenti in presidio a Roma davanti al Miur e a Milano davanti a Piazza Affari (oltre che a Napoli, Torino, Firenze, Faenza e molte altre città)

Marianna Rizzini

Manifestazioni contemporanee da Nord a Sud, una docente si barrica nel liceo di Faenza in nome del "non è possibile arrendersi all'idea di non avere alternative" 

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Cancelli chiusi e docenti fuori, sul selciato, a fare didattica a distanza protestando proprio contro la didattica a distanza (al punto da occupare fisicamente la scuola per una notte, come la docente Gloria Ghetti di Faenza). E’ successo oggi, giorno che doveva essere di riapertura in presenza delle superiori e che invece, dopo l’ultima e tormentata decisione governativa, viene ora visto come la data di un rinvio indefinito, ché in molti non credono nella riapertura dell’11 (e se poi i parametri cambiano e le scuole restano chiuse?, si domandano dirigenti e docenti, genitori e alunni).

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Cancelli chiusi e docenti fuori, sul selciato, a fare didattica a distanza protestando proprio contro la didattica a distanza (al punto da occupare fisicamente la scuola per una notte, come la docente Gloria Ghetti di Faenza). E’ successo oggi, giorno che doveva essere di riapertura in presenza delle superiori e che invece, dopo l’ultima e tormentata decisione governativa, viene ora visto come la data di un rinvio indefinito, ché in molti non credono nella riapertura dell’11 (e se poi i parametri cambiano e le scuole restano chiuse?, si domandano dirigenti e docenti, genitori e alunni).

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In molte città, si sono riuniti in presidio i gruppi di “Priorità alla scuola”, comitato che fin dalla primavera scorsa scende in piazza per un rientro sicuro – ma in presenza – nella aule. E dunque da Roma, davanti al Miur, a Milano, in Piazza Affari, a Firenze, Bologna, Napoli, Torino e in molte altri capoluoghi, da Nord a Sud, si è alzata la voce collettiva di chi sperava di non dover ritrovare quel cancello chiuso, dice Chiara Ponzini, una delle coordinatrici di “Priorità alla scuola” a Milano, dove la manifestazione si è svolta simbolicamente davanti alla sede della Borsa, per “sottolineare”, dice, “che chi paga la crisi culturale è sempre chi paga la crisi economica”.

 

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Tornare a scuola in sicurezza, ma come? “Chiediamo uno screening sanitario completo della comunità scolastica; l’inserimento come categoria prioritaria del personale scolastico ad alto rischio nella ‘fase uno’ delle vaccinazioni; lezioni in presenza per le superiori per non vanificare il secondo anno scolastico di fila e l’annullamento delle prove Invalsi”. Il comitato auspica che la riapertura in presenza favorisca “il recupero scolastico degli studenti fortemente penalizzati dal punto di vista didattico e psicologico a causa della Dad”. Le parole d’ordine delle proteste parlano di un disagio inter-generazionale: si va dal “se non funziona la scuola non funziona la società”, detto dagli insegnanti, agli appelli studenteschi per i ragazzi “dimenticati nella pandemia”, come da titolo dell’articolo di Walter Veltroni sul Corriere della Sera di ieri.  

 

“Da marzo 2020 a oggi i bambini e i ragazzi della Campania hanno frequentato la scuola in presenza solo quindici giorni”, dicevano i manifestanti a Napoli. “Perché non si riesce a garantire la riapertura delle superiori, dopo quasi un anno, dando invece la priorità ad altre attività commerciali, sportive e ludiche?”. E in nome del diritto all’Istruzione si è barricata con sacco a pelo nel liceo classico Torricelli-Ballardini di Faenza la suddetta docente Gloria Ghetti – che vuole, con un’occupazione simbolica, lanciare il segnale che sia “sbagliato rassegnarsi all’idea di essere senza alternative”, tanto più che, anche nel Cts, ci sono pareri favorevoli in proposito (vedi quello del pediatra Alberto Villani). 

 

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