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Pavia, Pisa, Trento. I collegi che non si fermano

Valeria Sforzini

Gli alunni del Ghislieri di Pavia hanno aderito all'iniziativa "Non fermiamo la cultura", la Scuola Sant'Anna di Pisa ha fornito agli ospedali i robot per la sanificazione. Goliardia e comunità al tempo del Covid

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In questo periodo dell’anno, quella che viene chiamata “goliardia” avrebbe già dovuto essere nel pieno del suo svolgimento. I ragazzi più grandi avrebbero sottoposto le matricole alle sfide che segnano il rito di passaggio dalla vita da liceali a quella all’interno di un collegio. (Voci che si sono alimentate nel corso degli anni raccontano di studenti del primo anno messi su un aereo per Parigi di notte, per portare i croissant freschi ai colleghi il mattino dopo. Tutto rigorosamente in pigiama). Di fatto, un modo per creare una comunità anche tra e con i nuovi arrivati. Su Zoom sarebbe stato un po’ complicato. La vita all’interno di un collegio è appunto, una vita di comunità.

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In questo periodo dell’anno, quella che viene chiamata “goliardia” avrebbe già dovuto essere nel pieno del suo svolgimento. I ragazzi più grandi avrebbero sottoposto le matricole alle sfide che segnano il rito di passaggio dalla vita da liceali a quella all’interno di un collegio. (Voci che si sono alimentate nel corso degli anni raccontano di studenti del primo anno messi su un aereo per Parigi di notte, per portare i croissant freschi ai colleghi il mattino dopo. Tutto rigorosamente in pigiama). Di fatto, un modo per creare una comunità anche tra e con i nuovi arrivati. Su Zoom sarebbe stato un po’ complicato. La vita all’interno di un collegio è appunto, una vita di comunità.

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Aule studio, caffè letterari, cineforum, ma anche conferenze e convegni, cori, squadre sportive e tornei. A marzo, con l’esplosione della pandemia, buona parte degli studenti ha scelto di restare all’interno delle strutture, sia per una questione di comodità, dall’utilizzo del wifi, alla gestione degli spazi, sia per una questione di compagnia. Con le presenze dimezzate, il distanziamento sociale è stato più semplice da mantenere. La seconda ondata ha colto tutti più preparati, ma l’impulso è rimasto quello di non lasciare che le porte chiuse fermassero anche  la voglia di creare contenuti, approfondimenti e occasioni di discussione.

 

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Giovanna Bertazzoni, Co-Chairman del Dipartimento di Arte impressionista e moderna di Christie's racconta in sei minuti il dipinto “Le Rêve” di Pablo Picasso. Il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, accompagna gli studenti in un tour virtuale alla mostra Archeologia Invisibile. Luca Dondoni, ricercatore al King’s College di Londra introduce alla filosofia presocratica della mente. Gli ex alunni del Collegio Ghislieri di Pavia hanno risposto alla chiamata e hanno aderito all’iniziativa “Non fermiamo la cultura”, che ha «trasformato la crisi in un’opportunità» creando dei cicli di lezioni multidisciplinari da diffondere sui canali del Collegio. In novanta giorni, dal 25 marzo al 24 giugno sono stati trasmessi sessantadue video originali prodotti da quarantuno alunni provenienti da tutto il mondo.

 

"Non fermiamo la cultura è nato in un momento di incertezza – spiega Marta Cassano, ideatrice del ciclo e responsabile della formazione per il Collegio – a marzo molti ospiti hanno annullato le conferenze che avevamo in programma. Quindi ho pensato di creare un nuovo calendario alternativo, chiamando a raccolta la comunità ghislieriana degli ex alunni: sia personalità di rilievo, che dottorandi o neo ricercatori". Il progetto ha avuto successo e la scelta è stata quella di portarlo avanti in parallelo rispetto alla programmazione accademica.

 

L’incertezza oggi è rimasta, ma le nuove iscrizioni hanno mantenuto il tenore di sempre. Tra le lezioni in presenza per le matricole, i laboratori aperti e gli esami da preparare, gli studenti che oggi hanno scelto di restare in collegio, in piena zona rossa, sono circa cento su centosessanta. I nuovi mezzi hanno permesso anche agli studenti di riorganizzare quelle che erano le loro attività quotidiane di approfondimento. "Ho passato il primo lockdown a casa, in Abruzzo – spiega Roberta Colapietro, 23 anni, al quinto anno di Medicina – visto da lontano, il collegio sembrava un’oasi felice e mi dispiaceva non essere assieme agli altri".

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Così ha deciso di creare il “Journal Club”, un ciclo di appuntamenti destinato agli studenti per approfondire articoli scientifici pubblicati su riviste accademiche assieme a ospiti che potessero guidare la conversazione. Un modo per mantenere vivo il contatto con gli altri studenti del collegio e allo stesso tempo mettersi alla prova, espandendo il proprio network nel mondo della ricerca. "Le registrazioni del Journal Club sono accessibili a noi studenti – spiega Colapietro dalla sua stanza a Tubinga, in Germania, dove si trova in Erasmus – il clima è spontaneo e informale. Poter fare tutto online sicuramente è un vantaggio".

 

Anche alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa le attività sono andate avanti, anche se la vita al suo interno è cambiata. "La Scuola non ha mai chiuso, i laboratori sono rimasti aperti, la ricerca è stata portata avanti con ancora più impegno, le attività relative alla cosiddetta “terza missione” sono addirittura aumentate – spiega Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna – Abbiamo fornito agli ospedali i nostri robot per la sanificazione, messo a disposizione del sistema scolastico decine di lezioni online sui temi caldi della ricerca di frontiera, stiamo collaborando con i policy makers su vari fronti per offrire le nostre competenze. Gli allievi stessi stanno offrendo supporto alla Ausl sui temi di comunicazione in tempi di pandemia, ma la vita alla Scuola è certamente differente. Ci manca lo scambio continuo nelle aule, il vivere insieme gli spazi comuni".

 

Nella scuola ci sono stati dei casi di positività, ma la disposizione della struttura e i continui controlli hanno permesso di isolare i casi sospetti all’interno della Foresteria della scuola, tracciarne i contatti e trasportare i positivi all’albergo sanitario di Volterra, specifico per il trattamento dei pazienti Covid. "A settembre e a ottobre è stato gestito tutto con cautela: dagli ingressi scaglionati, ai termoscanner – spiega Nicola Petrucco, studente al quinto anno di giurisprudenza e allievo della Scuola – a novembre siamo stati divisi in camere singole e sono state inserite nuove limitazioni. Una buona parte degli studenti ha scelto di tornare a casa e la normalità è andata avanti con regole in più. A disposizione della scuola, poi, c’è un team di medici che monitora l’aspetto Covid al quale ci possiamo rivolgere per ogni cosa, dalla tosse alla febbre".

 

La scelta del collegio Bernardo Clesio di Trento è stata invece quella di agire in maniera preventiva e di non accettare nuove matricole esterne per l’autunno dell’anno accademico 2020-2021. Sono stati però assegnati i sei posti disponibili per le matricole iscritte al primo anno di magistrale che già avevano trascorso il triennio precedente all’interno del collegio. "Normalmente reclutiamo 16 studenti del ciclo triennale e 12 di magistrale – spiega Paolo Zanei, Dirigente della direzione Didattica e Servizi agli Studenti – Quest’anno, vista la situazione, abbiamo scelto di rimandare il reclutamento dei nuovi studenti nella primavera del 2021, raddoppiando i posti a disposizione".

 

Il collegio è strutturato in modo da avere delle unità abitative indipendenti: stanze singole o doppie strutturate in appartamenti, in questo modo i contatti e i rapporti sociali stretti hanno potuto essere limitati. Anche in questo caso, gli studenti che si trovavano all’estero (il collegio prevede un periodo di Erasmus obbligatorio) hanno potuto seguire conferenze e attività interne tramite le piattaforme di comunicazione virtuali e mantenere il contatto con gli altri collegiali.

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