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Se siete negativi restiamo positivi. La pandemia burocratica e le sue parole

Annalena Benini

Serve il certificato medico per tornare a scuola? Dobbiamo aspettare il tampone negativo del vicino di banco? Il fratello può andare in classe tranquillamente? Ci sono più connessioni e cortocircuiti in terra di quante ne possa sognare una Asl di zona

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Un’insegnante durante una lezione a distanza ha detto: “Ragazzi, dobbiamo provare a essere tutti positivi”. Risate soffocate, facce che escono dalla telecamera per crollare sulle scrivanie, e una voce di maschio: “Prof. no te prego, famme restà negativo”. Questa classe si trova in didattica a distanza (per brevità Dad) da due settimane, e alla fine della prima settimana di Dad un compagno è risultato positivo al tampone, asintomatico. La scuola ha detto: prolunghiamo la Dad e aspettiamo la Asl. La Asl dopo molte ore durante le quali i telefoni di una settantina di persone, tra ragazzi, fratelli, genitori, fidanzati, signore delle pulizie e insegnanti di ripetizione hanno preso fuoco, ha detto, più o meno: per il momento noi boh, voi chiedete alla vostra Als o ai vostri medici di base.

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Un’insegnante durante una lezione a distanza ha detto: “Ragazzi, dobbiamo provare a essere tutti positivi”. Risate soffocate, facce che escono dalla telecamera per crollare sulle scrivanie, e una voce di maschio: “Prof. no te prego, famme restà negativo”. Questa classe si trova in didattica a distanza (per brevità Dad) da due settimane, e alla fine della prima settimana di Dad un compagno è risultato positivo al tampone, asintomatico. La scuola ha detto: prolunghiamo la Dad e aspettiamo la Asl. La Asl dopo molte ore durante le quali i telefoni di una settantina di persone, tra ragazzi, fratelli, genitori, fidanzati, signore delle pulizie e insegnanti di ripetizione hanno preso fuoco, ha detto, più o meno: per il momento noi boh, voi chiedete alla vostra Als o ai vostri medici di base.

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Ogni medico di base ha reagito diversamente, e a volte si è innervosito per le domande, visto che ci sono situazioni ben più gravi, alcuni hanno prescritto test sierologici, altri tamponi rapidi, altri hanno detto: è tutto ok in assenza di sintomi, altri ancora hanno detto: io non c’entro, chiedete alla scuola, ma la scuola ha ribadito: aspettiamo la Asl, poi la Asl ha fatto di nuovo sapere che, date le circostanze, ha previsto per tutti: boh. La pandemia burocratica consiste nella ripetizione ossessiva, su tutti i canali in possesso di ognuno, di parole vecchie e nuove: isolamento fiduciario, quarantena, autocertificazione, nuove regole del dpcm, tampone molecolare, drive-in con poca coda, tracciamento dei contatti, Asl Asl Asl, ma serve il certificato medico per tornare a scuola? Dobbiamo aspettare il tampone negativo del compagno di classe o dobbiamo portare le prove che siamo negativi tutti?

 

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“L’importante”, ha detto la prof., “è restare tutti positivi”. Per una classe di 25 ragazzi, ci sono 25 famiglie che vorrebbero essere positive restando negative, e poi gli amici, i vicini di casa, i colleghi dei genitori, le fidanzate, gli amanti, i professori e così via: tutti sono coinvolti, e nel caso di più figli che vanno a scuola bisogna moltiplicare per due, o per tre, anche per quattro ma non oso arrivare a immaginare tanto. Se un figlio è a casa in isolamento fiduciario, il fratello può andare a scuola tranquillamente? Ci sono più connessioni e cortocircuiti in terra fra le persone di quante ne possa sognare una Asl di zona.

 

Il naso che cola di uno può influire sulla perdita del lavoro del padre di un compagno di scuola dell’altro, il tampone positivo dell’altro può costringere la cugina della madre del migliore amico del compagno di banco a chiudere il negozio di biancheria per la casa, e il migliore amico a rinunciare al campionato di basket, e quasi tutti a mettersi in fila al drive-in. E nel frattempo a intrecciare le informazioni e le interpretazioni e le esperienze degli altri figli nelle altre classi, che sono sempre diverse, ma hanno in comune almeno cinque ore di fila al drive-in, e la scoperta che il bastoncino nella gola è più fastidioso di quello nel naso, anche se non si direbbe.

 

E’ la zona grigio perla dei non ammalati, fortunati, potenzialmente contagiati, che si muove a piccole onde di prudenza e ansia burocratica, e spera di affrontare l’inverno un giorno alla volta, ma nonostante i propositi di buon senso viene messa in crisi da un raffreddore e da una richiesta di certificato medico. Nel caso della classe in Dad con compagno positivo, nessuno è riuscito a scoprire se i ragazzi si trovino in isolamento oppure no. Pare di no, ma la Asl non lo ha mai detto. Nella zona grigio perla e insicura, allora, le piccole onde di preoccupazione trovano pace soprattutto attraverso i referti degli altri. Se siete negativi, possiamo restare positivi.

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