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editoriali

Le isterie che non servono sulla scuola

redazione

La notizia vera della riapertura è che i guai seri sono casi per fortuna isolati

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La scuola è ripartita, più o meno con i problemi di sempre, accentuati in qualche caso da ritardi nella consegna del materiale richiesto nella nuova situazione. La preoccupazione delle famiglie invece resta palpabile, a causa dei rischi sanitari, che in altri paesi hanno mostrato di non essere affatto superati. D’altra parte c’è un clima generale di collaborazione, di rispetto per l’impegno profuso da tanti per assicurare una ripresa quanto più possibile tranquilla. E’ interessante notare, come certifica un recentissimo sondaggio di Swg, che la stima per gli insegnanti cresce nelle famiglie, passando dal 56 per cento di due anni fa a un rotondo 70 per cento di oggi, mentre anche il loro livello di competenza viene valutato migliore che nel passato. E’ importante che le famiglie vengano rassicurate, naturalmente senza dimenticare la realtà che resta complessa, ma per farlo con razionalità e senza cadere negli opposti propagandismi bisognerebbe evitare i toni scandalistici.

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La scuola è ripartita, più o meno con i problemi di sempre, accentuati in qualche caso da ritardi nella consegna del materiale richiesto nella nuova situazione. La preoccupazione delle famiglie invece resta palpabile, a causa dei rischi sanitari, che in altri paesi hanno mostrato di non essere affatto superati. D’altra parte c’è un clima generale di collaborazione, di rispetto per l’impegno profuso da tanti per assicurare una ripresa quanto più possibile tranquilla. E’ interessante notare, come certifica un recentissimo sondaggio di Swg, che la stima per gli insegnanti cresce nelle famiglie, passando dal 56 per cento di due anni fa a un rotondo 70 per cento di oggi, mentre anche il loro livello di competenza viene valutato migliore che nel passato. E’ importante che le famiglie vengano rassicurate, naturalmente senza dimenticare la realtà che resta complessa, ma per farlo con razionalità e senza cadere negli opposti propagandismi bisognerebbe evitare i toni scandalistici.

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Giusto mettere in evidenza i casi di malfunzionamento, per spingere verso azioni che possano superare rapidamente i disagi, ma altrettanto necessario sarebbe mettere tutto nelle giuste proporzioni quantitative. Cosa che nei giorni scorsi (vedi i bambini in ginocchio) anche alcuni grandi giornali non hanno fatto. Se si spingono le famiglie a considerare la scuola un ambiente pericoloso e disagevole per i figli si può creare un clima di segno diverso da quello ora prevalente di collaborazione e di impegno corale. Ci sarà tempo per verificare eventuali responsabilità nelle carenze organizzative, soprattutto quelle sulle forniture. Ma ad esempio, è il caso dei giornali di ieri, denunciare il ritardo nel reclutamento dei docenti senza però spiegare alle famiglie che non è una “emergenza” ma un problema da affrontare con riforme serie, è agitare l’acqua nel mortaio dello scontento. Ora bisogna remare nella stessa direzione, come ha invitato a fare Sergio Mattarella, per evitare episodi di panico irrazionale. E a dire il vero questo sembra lo spirito prevalente, grazie al senso di responsabilità collettivo. Ha riassunto bene il concetto Antonio Panzardi, provveditore agli studi di Bologna: “La realtà alla fine è stata più semplice della teoria”.

 

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