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editoriali

Salvare la scuola con la creatività

Redazione

Le aziende dei bus turistici rispondono alla crisi rafforzando i trasporti scolastici

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Sono passati dalla minaccia dello sciopero fiscale (mossa di beceraggine salviniana) che prorompeva dai loro pullman il dodici maggio alla presa d’atto, questa volta più moderata nei modi e ragionevole nell’analisi della realtà economica, di “un riconoscimento importante per il settore ottenuto con il decreto ‘Rilancio’, sia pure in attesa di conoscere l’entità dei fondi” del quattro luglio. Gli imprenditori dell’associazione che riunisce più di duecento aziende di bus turistici sono stati tremendamente colpiti dal blocco degli ingressi da molti paesi e dalla quasi sparizione delle allegre comitive di stranieri in giro per l’Italia delle città storiche. Prima protestatari in stile sgangherato, poi, come si diceva, realisti, ora fanno un altro passo avanti e vengono, in modo esemplare anche per altre categorie, a proporsi, con intelligenza e concretezza, per attenuare uno dei problemi strutturali della ripresa della scuola (e anche della ripresa del lavoro in presenza in sedi stabili, come quelle della Pubblica amministrazione). L’idea è semplicemente quella di mettere a disposizione dei dirigenti scolastici e degli amministratori locali i loro 6 mila mezzi, che vanno dai grandi pullman ai mini van, con personale specializzato, e possibilità di rispettare in pieno tutte le regole di distanziamento e di sanificazione. L’ingaggio sarebbe possibile grazie ai fondi aggiuntivi messi su scuola e trasporti per far fronte all’emergenza e non sarebbe sostitutivo del trasporto pubblico ma andrebbe a integrare le tante situazioni di necessità. E’ un esempio virtuoso della trasformazione di un puro e semplice sussidio di sopravvivenza (quello del decreto ‘Rilancio’, che servì però a evitare fallimenti e a garantire che i mezzi di trasporto ora esistano) in pagamento contrattualizzato di un servizio. Ed è un esempio di quelle gare di creatività (non servono intuizioni geniali ma solo buona volontà) che, in attesa delle gare d’appalto, possono aiutare a far ripartire la scuola e anche a svelenire il terribile dibattito sulle riaperture scolastiche.

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Sono passati dalla minaccia dello sciopero fiscale (mossa di beceraggine salviniana) che prorompeva dai loro pullman il dodici maggio alla presa d’atto, questa volta più moderata nei modi e ragionevole nell’analisi della realtà economica, di “un riconoscimento importante per il settore ottenuto con il decreto ‘Rilancio’, sia pure in attesa di conoscere l’entità dei fondi” del quattro luglio. Gli imprenditori dell’associazione che riunisce più di duecento aziende di bus turistici sono stati tremendamente colpiti dal blocco degli ingressi da molti paesi e dalla quasi sparizione delle allegre comitive di stranieri in giro per l’Italia delle città storiche. Prima protestatari in stile sgangherato, poi, come si diceva, realisti, ora fanno un altro passo avanti e vengono, in modo esemplare anche per altre categorie, a proporsi, con intelligenza e concretezza, per attenuare uno dei problemi strutturali della ripresa della scuola (e anche della ripresa del lavoro in presenza in sedi stabili, come quelle della Pubblica amministrazione). L’idea è semplicemente quella di mettere a disposizione dei dirigenti scolastici e degli amministratori locali i loro 6 mila mezzi, che vanno dai grandi pullman ai mini van, con personale specializzato, e possibilità di rispettare in pieno tutte le regole di distanziamento e di sanificazione. L’ingaggio sarebbe possibile grazie ai fondi aggiuntivi messi su scuola e trasporti per far fronte all’emergenza e non sarebbe sostitutivo del trasporto pubblico ma andrebbe a integrare le tante situazioni di necessità. E’ un esempio virtuoso della trasformazione di un puro e semplice sussidio di sopravvivenza (quello del decreto ‘Rilancio’, che servì però a evitare fallimenti e a garantire che i mezzi di trasporto ora esistano) in pagamento contrattualizzato di un servizio. Ed è un esempio di quelle gare di creatività (non servono intuizioni geniali ma solo buona volontà) che, in attesa delle gare d’appalto, possono aiutare a far ripartire la scuola e anche a svelenire il terribile dibattito sulle riaperture scolastiche.

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