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“La scuola sarà il luogo più sicuro”, parla Alberto Villani, presidente dei Pediatri e membro del Cts

Marianna Rizzini

“In Italia, in questo momento, la condizione epidemiologica rende possibile la riapertura delle scuole in sicurezza e serenità. Possiamo essere una guida per il resto del mondo ma serve responsabilità collettiva”.

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Roma. “Dobbiamo abituarci a una diversa modalità di vita, ma è possibile fare tutto, all'interno di questa cornice”. Lo dice Alberto Villani, presidente della Società italiana di Pediatria, direttore del Dipartimento di Pediatria generale e Malattie infettive dell'Ospedale pediatrico Bambin Gesù e membro del Comitato Tecnico Scientifico, e lo dice nel momento più complicato della ripresa. La scuola sta lì, lungo una linea di orizzonte vicina, come simbolo della vita che riparte dopo il Covid, ma anche come spauracchio di immobilità, e come imbuto in cui finiscono, mischiate in quantità variabili a seconda del momento, paure e sospetti, speranze e illusioni. Il confine tra l'impossibile e il possibile, quando si parla di riapertura scolastica, è labile e cangiante.

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Roma. “Dobbiamo abituarci a una diversa modalità di vita, ma è possibile fare tutto, all'interno di questa cornice”. Lo dice Alberto Villani, presidente della Società italiana di Pediatria, direttore del Dipartimento di Pediatria generale e Malattie infettive dell'Ospedale pediatrico Bambin Gesù e membro del Comitato Tecnico Scientifico, e lo dice nel momento più complicato della ripresa. La scuola sta lì, lungo una linea di orizzonte vicina, come simbolo della vita che riparte dopo il Covid, ma anche come spauracchio di immobilità, e come imbuto in cui finiscono, mischiate in quantità variabili a seconda del momento, paure e sospetti, speranze e illusioni. Il confine tra l'impossibile e il possibile, quando si parla di riapertura scolastica, è labile e cangiante.

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In questa scarsa visibilità della vigilia, mentre il 14 settembre si avvicina, si cercano punti fermi. E il punto fermo Villani vuole metterlo: “La scuola sarà il luogo più sicuro”. Non è una frase paradossale: “L'Italia”, dice Villani, “ ha un tesoretto accumulato nei mesi del contenimento, e attualmente si trova in condizioni decisamente migliori di altri paesi. Si pensi agli Stati Uniti, al Brasile, alla Francia, alla Germania, alla Spagna. Diciamo che in Italia, in questo momento, la condizione epidemiologica rende possibile la riapertura delle scuole in sicurezza e serenità, diciamo anche che l'Italia può essere una guida, come si è visto il 31 agosto, quando il ministero della Salute ha promosso con l'Oms una conferenza sulla riapertura delle scuole a cui hanno partecipato 53 paesi. Però c'è una questione di responsabilità collettiva da affrontare. Non ha senso invocare le regole e rispettarle all'interno degli edifici scolastici se poi, fuori dalla scuola, le regole vengono dimenticate”.

   

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C'è infatti il timore che la scuola diventi il capro espiatorio di comportamenti quantomeno distratti altrove: palestre, locali, parchi, case. “Abbiamo linee guida per una riapertura che non metta a rischio i risultati raggiunti, linee guida per le aule, per il distanziamento, per l'igiene, per questo dico che non soltanto è possibile riaprire ma che è possibile farlo in sicurezza, ma a chi mette fretta, a chi critica e fa paragoni con l'estero dico: volete fare cambio? Provate ad andare nei paesi di cui parlate senza sapere”.

  

Poi ci sono i problemi a monte, dice Villani: “Si è dovuto in questi mesi considerare il contesto. L'edilizia scolastica risale a prima della nascita della nostra Repubblica. Gli edifici sono gli stessi, il virus ha acceso la consapevolezza del ritardo e della necessità di doversi occupare di una delle istituzioni fondamentali in un paese civile”.

 

Ci sono le regole, dunque, ma c'è anche il buon senso: “La mascherina va usata ma può essere tolta se il bimbo è seduto al banco. Il rischio zero non esisterà mai”, dice Villani, “ma ci sono situazioni di ragionevole sicurezza. La famiglia però non deve mandare a scuola un bambino che non sta bene. Né un bambino può essere rimandato in aula appena sta meglio, senza convalescenza – e sono norme di buon senso, appunto, che dovevano valere anche prima. Dico quindi che se le regole verranno rispettate tutto andrà bene. Le regole sono sempre le stesse: evitare assembramenti, rispettare il distanziamento fisico, misurare la temperatura, lavarsi le mani. Ma ci vuole corresponsabilità, anche nel non dare spazio alle bufale e alla superstizione. Si faccia riferimento a fonti certe e attendibili”.

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Punto dolente del passato, quello delle fake news, per esempio sui vaccini. Villani spera anche qui in un sussulto di ragionevolezza (“a proposito di vaccinazione anti-influenzale, già sarebbe importante se si vaccinassero gli over 65, i diabetici, i bambini e gli adulti con co-morbilità”), e invita a ricordare “che in Italia il diritto alla Salute e il diritto all'Istruzione sono inseriti nella Costituzione, e devono viaggiare di pari passo”.

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