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Banchi di nebbia sulle scuole

Luciano Capone

Per Arcuri e Conte è tutto pronto. Ma su contratti, modi e tempi di consegna dei banchi negli istituti è buio fitto

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Roma. “Per capire le difficoltà basti pensare che in Italia si producono 200 mila banchi all’anno mentre in soli due mesi ne abbiamo reperiti 2 milioni e 400 mila”. Così Giuseppe Conte, intervistato dal Fatto quotidiano, espone uno dei punti strategici del governo per garantire il rientro a scuola “in sicurezza”. Ma così il presidente del Consiglio vende la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Perché a oggi sull’ormai celebre bando per i banchi scolastici non c’è chiarezza su nulla. E, per come la vicenda è stata gestita finora, è quantomeno un azzardo fare affidamento sulle dichiarazioni più o meno ufficiali del commissario straordinario Domenico Arcuri.

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Roma. “Per capire le difficoltà basti pensare che in Italia si producono 200 mila banchi all’anno mentre in soli due mesi ne abbiamo reperiti 2 milioni e 400 mila”. Così Giuseppe Conte, intervistato dal Fatto quotidiano, espone uno dei punti strategici del governo per garantire il rientro a scuola “in sicurezza”. Ma così il presidente del Consiglio vende la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Perché a oggi sull’ormai celebre bando per i banchi scolastici non c’è chiarezza su nulla. E, per come la vicenda è stata gestita finora, è quantomeno un azzardo fare affidamento sulle dichiarazioni più o meno ufficiali del commissario straordinario Domenico Arcuri.

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Nonostante il 12 agosto, al termine della gara, sia stata annunciata la “definizione” di 11 contratti per 2,4 milioni di banchi, dopo oltre una settimana non c’è niente di concreto: non si conoscono i nomi delle aziende vincitrici, né se sono stati firmati i contratti annunciati, come non è noto il calendario delle consegne nelle scuole. “I dirigenti chiedono di conoscere con urgenza il calendario di consegna dei banchi monoposto. Non è possibile che lo vengano a sapere all’ultimo momento: l’organizzazione richiede tempo”, aveva protestato nei giorni scorsi il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Non a caso si è tenuto un incontro urgente con i presidi e i dirigenti scolastici, convocato dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e dal commissario Arcuri, proprio per definire “criteri e priorità per la distribuzione dei banchi tra le diverse regioni”. Se questi criteri devono essere ancora decisi con precisione, vuol dire che non esiste un calendario. Ma questo a sua volta implica che non tutti i contratti sono stati definiti, perché dal calendario dipende l’assegnazione delle varie regioni o aree geografiche alle aziende vincitrici e la scadenza ultima delle consegne.

 

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Non si tratta di questioni marginali, ma di elementi sostanziali del contratto sui quali poi scattano le penali. Proprio su questo il commissario per l’emergenza ha fatto filtrare qualche informazione, confermando che “sono previste sanzioni per quelle imprese vincitrici del bando che dovessero sforare i tempi di consegna”, il cui termine è previsto “fino a tutto il mese di ottobre”. 

  

Ma non si può stare certi che le scadenze verranno rispettate, perché finora le date indicate dal commissario sono state costantemente disattese. Il bando prevedeva la consegna di tutti i banchi in tutte le scuole d’Italia entro il 31 agosto, cioè tra pochissimi giorni. Poi il termine, completamente irrealistico, è stato posticipato con una rettifica al bando in corso. “La gara prevede che l’8 settembre questi banchi debbano essere già tutti installati – aveva garantito solennemente Arcuri in tv, a “In Onda” su La7 – Il 14 settembre le scuole riapriranno secondo i requisiti di sicurezza che il comitato tecnico-scientifico ci ha suggerito”. E invece, siccome anche questa data era completamente fuori dalla realtà ed escludeva dalla gara le aziende partecipanti, ha prolungato ex post i termini. Quello che doveva essere l’ultimo giorno di consegna è improvvisamente diventato il primo: “Comincerà il 7 o l’8 settembre la distribuzione dei primi banchi monoposto agli istituti che ne hanno fatto richiesta”, è l’ultima informazione fatta filtrare dal commissario per l’emergenza. Con termine ultimo e improrogabile a “fine ottobre”.

  

Ma anche questa scadenza potrebbe non essere definitiva, visto che le aziende sono certe di non potere rispettare la consegna di tutti i banchi entro quella data. Si dovrà quantomeno arrivare a novembre, se non a fine anno. Ciò vuol dire che non sono intenzionate a mettere nero su bianco un termine così ravvicinato, a meno che non sia solo indicativo e non comporti penali onerose. Insomma, si tratta del medesimo problema presente all’inizio di questa vicenda: la scelta da parte del commissario di imporre requisiti impossibili da rispettare. Ora questa logica si è in parte ribaltata. Prima era Arcuri a dettare condizioni impossibili alle aziende, ritenendo dovessero adeguarsi alle sue richieste. Ora, dopo le ripetute marce indietro, sono le imprese che prima di firmare i contratti chiedono al commissario nuove condizioni compatibili con la realtà.

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Questa confusione può produrre anche problemi giuridici. Non è chiaro se Arcuri stia affidando i lotti attraverso una procedura negoziata diretta dopo che la gara è finita male, oppure se si sia messo a negoziare i nuovi termini all’interno della gara cambiandone i termini ex post. In questo caso, una procedura a dir poco singolare, le aziende escluse o che non hanno partecipato potrebbero fare ricorso e chiederne l’annullamento, con il rischio di allungare ancora i tempi. In ogni caso, a meno di un mese dall’inizio dell’anno scolastico, sui banchi è nebbia fitta: non sanno come e quando verranno consegnati né i presidi né le aziende. Di certo si sa che non ci saranno per la riapertura delle scuole.

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