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Cattivi Scienziati

Didier Raoult, l'esempio di uno scienziato inaffidabile. Un'indagine

Enrico Bucci

L'autorità di milioni di cospirazionisti e antivaccinisti ha una produzione molto prolifica e conflitti d'interesse con aziende farmaceutiche. Su 100 articoli, 48 che hanno come coautore il ricercatore sono risultati violare gli standard d'integrità

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Poteva sembrare l’infelice fine della carriera di un ricercatore sopra le righe, il quale, per mantenere le aspettative del pubblico e autoingannandosi in merito alla disponibilità di un rimedio a portata di mano, si fosse infilato in una strada senza uscita, difendendo la clorochina oltre ogni ragionevole logica scientifica e, anzi, inventando i dati pur di non abbandonare la propria convinzione.
Ma il caso di Didier Raoult, usato come autorità da milioni di cospirazionisti e antivaccinisti nel mondo per dimostrare varie teorie complottiste in merito alla pandemia e alle “cure negate”, è in realtà ormai un caso prototipico di fallimento del sistema di controllo della comunità scientifica e del successo di quei “cattivi scienziati” di cui ho estensivamente parlato altrove.

 

In realtà, i prodromi c’erano tutti: nel 2006, Raoult e quattro coautori furono banditi per un anno dalle riviste dell'American society for microbiology (asm), dopo che un revisore scoprì che quattro figure allegate alla versione rivista di un articolo su un modello murino per il tifo erano identiche a quattro figure presenti nel manoscritto originario, presentate per rappresentare un esperimento diverso. In risposta, Raoult si dimise dal comitato editoriale di due riviste asm, annullò la sua iscrizione all'American academy of microbiology e vietò al gruppo di ricerca che dirigeva di inviare manoscritti a riviste del gruppo asm. Quando, nel 2012, apparve su Science un editoriale che copriva l’intera storia, Raoult rispose così: "non ho gestito il documento e non ho nemmeno controllato l'ultima versione", dimostrando una forma di cattiva condotta tipica di coloro che dirigono altri ricercatori e che mettono la propria firma su articoli dei quali, in realtà, nemmeno controllano il contenuto. L’articolo in questione fu in seguito pubblicato altrove, ma il comportamento ben al di sotto degli standard di integrità nella ricerca scientifica era ormai, per quel caso, documentato.

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Nell'agosto del 2021, Elisabeth Bik sul suo blog commentò una serie di 17 articoli che descrivevano diversi studi condotti dallo Ihu-Méditerranée Infection (diretto da Raoult fin dal 2011), studi nei quali, nell’arco di un decennio, si erano reclutati senzatetto di Marsiglia: tutti gli studi riportavano lo stesso numero di protocollo per l’approvazione da parte del comitato etico locale. Lo stesso problema è successivamente emerso in altri gruppi di articoli.

 

Adesso, sono arrivati i risultati di un’indagine condotta da uno degli editori delle riviste su cui molti di questi studi sono stati pubblicati, ovvero PLoS. Dopo aver esaminato oltre 100 articoli sospetti, 49 – di cui 48 vedono Raoult come coautore – sono risultati violare in vari modi gli standard di integrità richiesti nella ricerca scientifica.

 

In particolare, PLoS ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che: “PLoS esprime preoccupazione per 49 articoli collegati a ricercatori affiliati all'infezione allo Ihu-Méditerranée Infection (Marsiglia, Francia) e/o all'università Aix-Marseille, come parte di un caso ancora aperto che coinvolge più di 100 articoli in totale. Molti degli articoli includono il controverso scienziato Didier Raoult come coautore.

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Diversi informatori hanno sollevato preoccupazioni sugli articoli di questo istituto, tra cui il fatto che i numeri di protocollo per l’approvazione etica sono stati riutilizzati in molti articoli. La nostra indagine, che è in corso da più di un anno, ha confermato il riutilizzo dei numeri di protocollo di approvazione etica e ha anche scoperto altre questioni tra cui: 

  • Produzione scientifica altamente prolifica (un tasso che equivale a quasi 1 articolo ogni 3 giorni per uno o più individui), che mette in discussione se i criteri di autorship di PLoS siano stati soddisfatti
  • Conflitti di interesse non dichiarati con aziende farmaceutiche

 

Ad oggi, PLoS ha completato una valutazione iniziale dettagliata di 108 articoli in totale e ha concluso che 49 richiedono una “expression of concerns” dovuta alla natura dei problemi identificati. Lavoreremo con gli autori di tutti gli articoli problematici in conformità con linee guida di COPE e PLoS, ma prevediamo che completare questo lavoro richiederà almeno un altro anno.”
Il numero di episodi di cattiva condotta e di frode di colui che è diventato un guru delle teorie di certi gruppi cospirazionisti è tale da risalire le prime posizioni nella classifica degli scienziati fraudolenti sin qui scoperti; peggio di questo, tuttavia, è il fatto che doti comunicative, amicizie giuste e produzione scientifica farlocca sono state, una volta di più, il mezzo per garantire a un imbroglione una brillante carriera a spese del contribuente e in danno a pazienti e ricercatori seri.

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