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Intervista

Richeldi (Cts): "Non serve chiudere le scuole"

Carmelo Caruso

"Un lockdown totale non sarebbe razionale. Combattere la disinformazione sulla app Immuni. Calmierare i virologi da tv. Le scuole sono il posto più sicuro" Parla Luca Richeldi, componente del Cts.

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Riuscirà a dire la verità senza spaventarci? “Credo che sia possibile. Da cosa cominciamo?”. Ad esempio, è vero che ci chiuderete in casa? E’ vero che impedirete ai ragazzi di andare a scuola? E’ vero che ci state preparando un inverno bruttissimo? Luca Richeldi, componente del Cts, pneumologo, ci può dire se le terapie intensive sono già occupate? “E però, posso fare l’ottimista?”. Insomma, non vuole fare il professore torvo che ci castiga? “Ma così sarebbe un mestiere bruttissimo”. Non lo è? “Non lo è. Purtroppo, anche noi medici, non eravamo preparati a comunicare. Non siamo sempre stati bravi”. Litigate peggio dei politici. “Ma le televisioni e i quotidiani cercano lo scienziato irregolare, fuori dal coro. Dividiamo dunque le colpe?”.

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Riuscirà a dire la verità senza spaventarci? “Credo che sia possibile. Da cosa cominciamo?”. Ad esempio, è vero che ci chiuderete in casa? E’ vero che impedirete ai ragazzi di andare a scuola? E’ vero che ci state preparando un inverno bruttissimo? Luca Richeldi, componente del Cts, pneumologo, ci può dire se le terapie intensive sono già occupate? “E però, posso fare l’ottimista?”. Insomma, non vuole fare il professore torvo che ci castiga? “Ma così sarebbe un mestiere bruttissimo”. Non lo è? “Non lo è. Purtroppo, anche noi medici, non eravamo preparati a comunicare. Non siamo sempre stati bravi”. Litigate peggio dei politici. “Ma le televisioni e i quotidiani cercano lo scienziato irregolare, fuori dal coro. Dividiamo dunque le colpe?”.

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Richeldi propone infatti “l’esperto di COVID calmierato” che è come il prezzo del pane che si abbassa per nutrire bene tutti. Abbassiamo quindi la tensione, malgrado si ragioni di prossimi sbarramenti e la maggioranza di governo chieda misure più severe e “senza indugi”. Ci chiudete, ma a piccoli passi. Chissà cosa fate in quelle riunioni del Cts… “E io invece credo, e lo spiego, che non si arriverà alla chiusura perché non avrebbe gli scopi e l’efficacia di marzo. Allora solo una parte del paese era coinvolto. Oggi lo è anche e soprattutto il centro-sud. A marzo non conoscevamo il virus. Oggi sappiamo cosa fare e soprattutto cosa non fare, di quali farmaci servirci. Abbiamo assunto altro personale medico. Valorizziamo al massimo il lavoro dei medici di base, favoriamo il teleconsulto. Una chiusura totale, oggi, non sarebbe razionale”.

 

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E’ ordinario all’università Cattolica del Sacro Cuore, direttore dell’unità di pneumologia del Gemelli di Roma e racconta che proprio al Gemelli hanno riaperto il Covid hotel dove può rimanere chi ha forme cliniche in risoluzione o chi ha una positività che si prolunga. Spiega che le terapie intensive se non sono state raddoppiate sono di certo oggi un numero molto importante e che abbiamo a disposizione un numero maggiore di terapie subintensive e che, per il momento, il contagio riguarda in particolar modo “persone di mezza età che presentano forme cliniche meno drammatiche”. Potremmo trovarci nella situazione dello scorso novembre ma sapendo quello che allora nemmeno immaginavamo. “Non sapevamo che il virus circolava. Un anno fa, chi fosse andato per strada con una mascherina sarebbe stato preso per matto. Oggi la mascherina (ben portata) è tutto”. Vogliamo parlare della scuola? Vincenzo De Luca, in Campania, le ha chiuse fino al 30 ottobre e i presidenti di regione preferirebbero adesso la didattica a distanza. Si doveva iniziare proprio dalle scuole? “Ma iniziamo a chiederci quale altro paese europeo riesce garantire ben 11 milioni di mascherine gratuite al giorno”.

 

E Richeldi vuole dire che il ministero della Sanità e Istruzione hanno lavorato bene e che il vero paradosso è che la scuola è il posto più sicuro, quello dove è possibile tracciare i contagi mentre è il pomeriggio, la libertà incosciente il grande pericolo. “La scuola è un contesto controllato. Se ricorro alla didattica a distanza ma permetto gli assembramenti nel tempo libero, è la scuola che favorisce il contagio o non sono altro che i cattivi comportamenti? Sembra banale ma oggi stiamo pagando la scarsa penetrazione di informazioni, la sfiducia verso un’app come Immuni”. Il Foglio ne ha fatto una campagna. “La più giusta”. In Inghilterra studiano le figlie di Richeldi. Ci descrive lì come si fa? “Ogni ristorante e ogni pub permette l’ingresso ma solamente se si dimostra di avere scaricato la app sul telefono. Sono partiti dopo ma in questo hanno recuperato”. E parla della sottile campagna di disinformazione intorno alla app, il venticello della sfiducia che ha fatto troppi danni fino alla polemica sui gli inviti a casa. Volevate mandarci i carabinieri a casa? E’ così? “E qui sorrido. Abbiamo solo consigliato una forte raccomandazione. Nessuno voleva mandare i carabinieri a casa”. Ma non volete mandarci più al lavoro. E Richeldi capisce si parla degli autobus, dei tram, delle metropolitane. “E’ ovvio che i trasporti pubblici sono un punto debole. Sono vulnerabili”.

 

Allora ha sbagliato la ministra Paola De Micheli? “O forse continuiamo a sbagliare noi?”. Dice che anche lui vede mezzi di trasporto pieni ma dice anche che vede passeggeri stolti. “C’è chi si abbassa la mascherina e copre solo la bocca. Lascia il naso scoperto”. Facciamo gli impudenti: professore, che ci fa? “E’ come non indossarla. Mi chiedo. E’ tanto difficile seguire piccoli accorgimenti? Non è più facile attenersi al poco anziché ricorrere all’enorme?”. Adesso che siamo alla fine, ci svela cosa è il Cts? Un clan? “Se è un clan è un clan che vuole tenere l’Italia aperta”. E infatti adesso ce l’hanno con voi che non volete chiuderla. “Vede? Prima ci davano dei rigoristi oggi ci rimproverano la mancata durezza. La verità è che non bisognerebbe screditare il lavoro del ministero. Non significa che siamo oracoli. Ma al Cts siamo oltre venti persone, abbiamo fatto oltre 120 riunioni. Nessuno ha mai messo in discussione le basi scientifiche. E’ chiaro che ci sia più prudenza in un pensiero condiviso che in un’opinione personale”. Ci dice dove avvengono queste riunioni del Cts? “Nella sede della protezione civile, in un’aula sottoterra”. Ecco, come pensavamo: siete carbonari. “Non è un posto allegro ma lì ho trovato una straordinaria qualità umana. Raccontateci meglio”. Come? “Come i canottieri. Vogano tutti in maniera coordinata e nella giusta direzione”.

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