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Il grande scettico         

Giulio Meotti

Rispettava la religione, odiava il fanatismo ambientalista e criticava l’ingegneria genetica. Freeman Dyson, un genio della fisica da ricordare

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Le cose erano davvero nere in quel periodo, avevamo Hitler in arrivo, la mia infanzia era dominata dal disastro della Prima guerra mondiale e abbiamo visto arrivare la seconda. E naturalmente c’era questa depressione economica e l’Inghilterra tremendamente inquinata. Ogni sera, il colletto della mia camicia era nero”. L’ottimismo di Freeman Dyson nasceva dal ricordo di quanto aveva passato. Durante la Seconda guerra mondiale divenne l’analista del Royal Air Force Bomber Command. Calcolò che gli equipaggi esperti dei bombardieri non avevano migliori possibilità di sopravvivere a una missione in Germania di quelli inesperti, e vide così l’inutilità di caricare i bombardieri con i mitraglieri di coda, che facevano semplicemente aumentare il numero delle vittime britanniche. “Sono rimasto seduto nel mio ufficio fino alla fine, calcolando attentamente come uccidere altre centomila persone nel modo più economico”. Dopo la guerra, Dyson lesse i resoconti dei processi a uomini che erano stati in alto nell’organizzazione di Adolf Eichmann. “Erano seduti nei loro uffici a scrivere memorandum e a calcolare come uccidere le persone in modo efficiente, proprio come me. La differenza principale era che loro erano stati mandati in prigione o impiccati come criminali di guerra e io sono libero”.

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Le cose erano davvero nere in quel periodo, avevamo Hitler in arrivo, la mia infanzia era dominata dal disastro della Prima guerra mondiale e abbiamo visto arrivare la seconda. E naturalmente c’era questa depressione economica e l’Inghilterra tremendamente inquinata. Ogni sera, il colletto della mia camicia era nero”. L’ottimismo di Freeman Dyson nasceva dal ricordo di quanto aveva passato. Durante la Seconda guerra mondiale divenne l’analista del Royal Air Force Bomber Command. Calcolò che gli equipaggi esperti dei bombardieri non avevano migliori possibilità di sopravvivere a una missione in Germania di quelli inesperti, e vide così l’inutilità di caricare i bombardieri con i mitraglieri di coda, che facevano semplicemente aumentare il numero delle vittime britanniche. “Sono rimasto seduto nel mio ufficio fino alla fine, calcolando attentamente come uccidere altre centomila persone nel modo più economico”. Dopo la guerra, Dyson lesse i resoconti dei processi a uomini che erano stati in alto nell’organizzazione di Adolf Eichmann. “Erano seduti nei loro uffici a scrivere memorandum e a calcolare come uccidere le persone in modo efficiente, proprio come me. La differenza principale era che loro erano stati mandati in prigione o impiccati come criminali di guerra e io sono libero”.

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Ha conosciuto e lavorato con tutti i grandi, da Edward Teller a Albert Einstein. E’ morto questa settimana a 96 anni

Nel 1947, Dyson andò negli Stati Uniti per studiare alla Cornell University, facendo ricerche sotto la guida del fisico e futuro premio Nobel Hans Bethe. Fece un viaggio in auto attraverso il paese con un giovane e brillante scienziato di nome Richard Feynman. Parlava, collaborava o assistiva alle lezioni di gente come Edward Teller e Albert Einstein, che conobbe e frequentò all’Institute for Advanced Study di Princeton, dove Dyson ha insegnato una vita ed è morto questa settimana a 96 anni.

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C’erano i grandi nomi della scienza del Novecento: Niels Bohr (“parlava con tutti, era interessato a tutto”), Wolfgang Pauli (“gli piaceva fare una passeggiata dopo pranzo, era pieno di storie e un gran burlone”) e Robert Oppenheimer (“un tipo molto irascibile e imprevedibile, poteva essere irragionevolmente brutale su questioni scientifiche”). Con i suoi studi sull’elettrodinamica quantistica e sulle interazioni tra particelle elementari, Dyson avrebbe legato il proprio nome a intuizioni scientifiche rivoluzionarie. Era uno “strano” genio della fisica, uno che coltivò idee eterodosse per il consenso scientifico culturale. Come la sua passione per la religione.

 

Il 22 marzo 2000, Dyson vinse il Premio Templeton assegnato ogni anno “a un individuo per l’eccezionale originalità nel promuovere la comprensione di Dio o della spiritualità nel mondo” e del valore di quasi un milione di dollari. Creato nel 1972 da Sir John Templeton per porre rimedio a quella che considerava una lacuna del mondo scientifico, ovvero il rapporto con la religione, il premio sarebbe stato assegnato a Aleksandr Solzhenitsyn, il fisico Carl Friedrich von Weizsacker e Madre Teresa, fra gli altri. “Per me, il significato del progresso nella religione è semplicemente questo, che mentre passiamo dal passato al futuro, le buone opere ispirate alla religione dovrebbero sempre più prevalere sul male”, disse Dyson. “I due individui che incarnavano i mali del nostro secolo, Adolf Hitler e Joseph Stalin, erano entrambi atei dichiarati. La religione non può essere ritenuta responsabile delle loro atrocità. E le tre persone che incarnavano il bene, Mahatma Gandhi, Martin Luther King e Madre Teresa, erano tutte religiose nei loro diversi modi”. Per Ian Barbour, che aveva vinto il Templeton l’anno prima, la religione è una passione intellettuale. Per Dyson, “è semplicemente una parte della condizione umana. Di recente ho visitato la chiesa di Imani a Trenton perché mia figlia, che è ministro presbiteriano, predicava lì. Imani è una chiesa nel centro della città con una congregazione prevalentemente nera. Studi sociologici hanno dimostrato che i crimini violenti si verificano meno frequentemente nel quartiere della chiesa di Imani che altrove in città”.

 

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“L’Inghilterra è molto più pulita oggi di allora, quando la mia camicia diventava nera, tanta era la fuliggine nell’aria”

Dyson riconosceva anche, da scienziato, che la scienza ci dice il come, non il perché. “I più grandi misteri irrisolti sono i misteri della nostra esistenza come esseri coscienti in un piccolo angolo di un vasto universo. Perché siamo qui? L’universo ha uno scopo? Da dove viene la nostra conoscenza del bene e del male? Questi misteri, e un centinaio di altri come loro, sono oltre la portata della scienza. Si trovano dall’altra parte del confine, sotto la giurisdizione della religione”. Scrisse in “Disturbing the Universe” (1979), citando Jacques Monod: “‘L’antica alleanza è a pezzi; l’uomo sa finalmente di essere solo nell’immensità insensibile dell’universo, dal quale è emerso solo per caso’. Rispondo di no. Credo nell’alleanza. E’ vero che siamo emersi nell’universo per caso, ma l’idea del caso è essa stessa solo una copertura per la nostra ignoranza. Non mi sento un alieno in questo universo. Più esamino l’universo e studio i dettagli della sua architettura, più prove trovo che l’universo in un certo senso ha sempre saputo che stavamo arrivando”.

 

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Era uno strano scienziato, dicevamo, che temeva la manipolazione genetica e “il potere di cambiare la natura degli esseri umani mediante l’applicazione dell’ingegneria genetica agli embrioni umani. Se consentiamo un libero mercato dei geni umani, i genitori benestanti saranno in grado di acquistare ciò che considerano i geni superiori per i loro bambini. Ciò potrebbe causare una scissione dell’umanità in caste ereditarie. Nel giro di poche generazioni, i figli di ricchi e poveri potrebbero diventare specie separate. L’umanità sarebbe quindi regredita fino a tornare a una società di padroni e schiavi. Non importa quanto crediamo fermamente nelle virtù di un’economia di libero mercato, il libero mercato non deve estendersi ai geni umani”.

 

Ma la sua grande solitudine nell’establishment scientifico fu sul global warming. “Le mie obiezioni alla propaganda sul riscaldamento globale non riguardano tanto i fatti tecnici, ma piuttosto il modo in cui queste persone si comportano e il tipo di intolleranza alle critiche che molti di loro dimostrano. Penso che sia ciò che mi turba”. Fu parlando alla Boston University che Dyson annunciò, con non poco clamore nel pubblico, che “tutto il clamore sul riscaldamento globale è gravemente esagerato”. Da allora ha aumentato i propri dubbi arrivando a dire, in un saggio per la New York Review of Books, che i cambiamenti climatici sono diventati una “ossessione”. E’ stato particolarmente sprezzante nei confronti di Al Gore, che Dyson ha definito il “principale propagandista del cambiamento climatico”.

 

“Non importa quanto crediamo al libero mercato, questo non deve estendersi all’ingegneria genetica, regrediremmo alle caste”

Più preoccupato dalla povertà che dai cambiamenti climatici, Dyson si unì ad altri comunemente chiamati “negazionisti” nell’avvertire che limitare i combustibili fossili avrebbe danneggiato i paesi in via di sviluppo. “L’etica umanistica accetta un aumento del biossido di carbonio nell’atmosfera come un piccolo prezzo da pagare, se lo sviluppo industriale mondiale può alleviare le miserie della metà più povera dell'umanità”. La sua paura era l’inquinamento, non il riscaldamento. Il carbone, ha scritto, “è la più grande minaccia alla civiltà e a tutta la vita sul nostro pianeta”. E ha definito i vagoni ferroviari che trasportano il carbone come “i treni della morte”. Nel corso degli anni, Dyson divenne noto come un vero contrarian e si definì addirittura “sovversivo”. Odiava il consenso nella scienza, il pensiero influenzato dalla mandria.

 

Era insofferente al dogmatismo: “Se non sei d’accordo con l’opinione della maggioranza sul riscaldamento globale, sei un nemico della scienza”. In una prefazione a un rapporto della Global Warming Policy Foundation, Dyson ha ricordato che “come nell’uso dell’emorragia come trattamento per varie malattie, la fede irrazionale ha danneggiato un gran numero di vittime. Altre idee irrazionali, come la teoria del flogisto sulla combustione dei materiali o la cosmologia aristotelica dei moti celesti circolari, hanno fatto del male ritardando l’attento esame della natura. In tutti questi casi c’era una comunità di persone felicemente unite in una falsa convinzione che ha unito leader e seguaci. E chiunque avesse messo in dubbio la convinzione prevalente avrebbe sconvolto la pace della comunità”.

 

Da cristiano, Dyson detestava il modo in cui abbiamo fatto dell’ecologismo una religione. “Esiste una religione laica in tutto il mondo che possiamo chiamare ambientalismo, ritiene che spogliare il pianeta con i prodotti di scarto della nostra vita lussuosa sia un peccato e che il sentiero della giustizia sia vivere il più frugalmente possibile. L’etica dell’ambientalismo viene insegnata ai bambini nelle scuole materne, nelle scuole e nei college di tutto il mondo”.

 

“L’ambientalismo ha preso il posto del socialismo come religione laica, è insegnata anche nelle scuole”, dice “il sovversivo”

Questa critica al global warming ha sempre faticato a trovare voce nel mondo scientifico alto. Per questo Dyson con la sua aveva creato un terremoto. Chiunque oggi esprima tali opinioni viene subito etichettato come anti-scienza. Ma Dyson faceva parte del genio della scienza. In un affascinante ritratto del 2009 sul New York Times Magazine, Dyson è chiamato “l’eretico civile”. Gli esseri umani, diceva, hanno il dovere di plasmare la natura per la propria sopravvivenza, non di scomparire nella natura. “L’ambientalismo ha sostituito il socialismo come la principale religione laica”, spiegava. “Gran parte del pubblico è arrivato a credere che chiunque sia scettico sui pericoli del riscaldamento globale sia nemico dell’ambiente. Gli scettici hanno ora il difficile compito di convincere il pubblico che è vero il contrario. Molti scettici sono ambientalisti appassionati. Sono inorriditi nel vedere l’ossessione per il riscaldamento globale”. Poi, in uno scambio di email con l’Independent, Dyson disse: “Dire che i dogmi sono sbagliati è diventato politicamente scorretto. Di conseguenza, i media generalmente esagerano il grado di consenso ed esagerano anche l’importanza delle domande. Sfortunatamente, l’isteria del riscaldamento globale, come la vedo io, è guidata dalla politica più che dalla scienza. Il punto centrale della scienza è incoraggiare il disaccordo e mantenere una mente aperta. Questo è il motivo per cui incolpo l’Independent di aver ingannato gravemente i tuoi lettori. Lo scetticismo è importante per un buon giornalista come lo è per un buon scienziato”.

 

Era capace di una ironia feroce, spiazzante. Come quando, ospite nella trasmissione di Charlie Rose, il grande fisico di Princeton disse: “Sono andato in Groenlandia, dove il riscaldamento è più estremo ed è abbastanza spettacolare. Le persone lì lo adorano. Le persone lì sperano che continui. Rende la loro vita molto più piacevole”. Il figlio di Dyson, George, storico della tecnologia, ha rivelato che al padre quelle parole sono costate tante amicizie nella comunità scientifica.

 

Rimase, al fondo, sempre un grande ottimista. “Mi viene dall’essere cresciuto negli anni Trenta. Le persone non ricordano, ma tutto in Inghilterra era coperto di fuliggine. Quando andavo a Londra il colore della mia camicia diventava nero perché c’era così tanta fuliggine nell’aria. L’Inghilterra è molto più pulita adesso di allora. Gli Stati Uniti sono molto più puliti di allora. Los Angeles era piena di smog quando sono arrivato lì la prima volta”. Poi ripensava a sua madre. “Ha iniziato la sua vita girando su un carretto tirato da un asino e ha finito per volare su aerei a reazione”. Chissà se anche il suo contagioso ottimismo sarebbe vacillato un po’ osservando come in occidente abbiamo preferito ascoltare Greta Thunberg anziché Freeman Dyson.

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