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Allarmismo giustificato

Sulla carenza di farmaci le difficoltà ci sono e non sarà facile venirne a capo

Giovanni Rodriquez

Se si continua a parlare di questo problema non è a causa dell’isteria dei media ma per responsabilità ben precise che vanno addebitate all’Agenzia italiana del farmaco. Per il ministro della Salute bisogna "dare risposte per far fronte tempestivamente ai bisogni dei cittadini"

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Nessun allarmismo infondato sulla carenza di farmaci. A chiederlo sono alcuni dei protagonisti della filiera, da Aifa a Farmindustria. Ma come stanno davvero le cose e, soprattutto, è davvero infondato questo allarme? Iniziamo a dire che se si continua a parlare di questo problema non è a causa dell’isteria dei media ma per responsabilità ben precise che vanno addebitate all’Agenzia italiana del farmaco. Nel loro ultimo monitoraggio sul fenomeno infatti è stata proprio l’Aifa a certificare la carenza di oltre 3 mila medicinali. Se a fronte di questa notizia, le farmacie confermano l’assenza di diverse specialità e le persone non riescono a trovare più alcuni medicinali, l’allarmismo diventa solo la naturale conseguenza di una gestione maldestra della comunicazione.

 

Solo dopo diversi giorni il presidente dell’Aifa Giorgio Palù in un’intervista ha spiegato che all’interno di quell’elenco sulle carenze “per la maggior parte vi sono farmaci di cui non c’è più una produzione o non sono più in commercio ma per quasi tutti esiste un equivalente o un’alternativa terapeutica. Del totale, sono 300 quelli un po' mancanti perché sono farmaci di importazione, ma solo 30 di questi sono veramente essenziali. Ci vuole un dialogo importante tra medici, farmacisti e associazioni di categoria”. Verrebbe da dire che una “comunicazione importante” dovrebbe esserci innanzitutto da parte di Aifa, dal momento che queste precisazioni non sono state in alcun modo rese note nelle comunicazioni ufficiali del monitoraggio sulle carenze di farmaci. È evidente che se ci si limita a rendere nota la momentanea assenza di migliaia di medicinali a quel punto medici, farmacisti e cittadini che di fatto sperimentano l’assenza di diverse specialità non possono che prendere atto di una oggettiva situazione di difficoltà.

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Quanto alle ragioni di queste carenze, a spiegarle è stato il presidente di Farmindustria Marcello Cattani individuando due fattori critici: il forte incremento della domanda di farmaci legato al Covid, all’influenza stagionale e alle sindromi influenzali e parainfluenzali; e la forte esposizione del settore farmaceutico, al pari di altri settori manifatturieri, nei confronti della Cina e dell’India. Si tenga conto in particolare di come la sola Cina produca ed esporti circa il 75 per cento degli ingredienti attivi che compongono i farmaci distribuiti in tutta Europa. Quindi è facile capire che vi saranno tensioni sulla produzione e distribuzione fin tanto che la Cina sarà pesantemente colpita dall’emergenza sanitaria. Ma se le attuali problematiche sono legate alla carenza di princìpi attivi, è  del tutto evidente che anche la soluzione prospettata da Palù sui farmaci equivalenti non sta in piedi se non per un tempo molto limitato.

 

A tutto questo va poi a sommarsi un’ulteriore problematica riguardante la carenza di alcuni materiali necessari per il packaging dei farmaci. Oggi si registrano difficoltà negli approvvigionamenti di carta, vetro, plastica, alluminio e imballaggi primari e secondari di farmaci. E ancora non mancano anche in questo caso quelle difficoltà legate al rincaro dei prezzi dell’energia e dei carburanti, con ritardi anche nella distribuzione e nei trasporti. Basti pensare che, come spiegato da Farmindustria, nel nostro paese su base annua si è registrato un incremento dei costi del 600 per cento per l’energia e del 50 per cento per gli imballaggi nel settore farmaceutico. Tutti costi che, a differenza di altri prodotti, per quanto ad esempio riguarda i farmaci etici a prezzo bloccato non possono essere scaricati neanche in minima parte a valle sul consumatore. Insomma, esistono tutta una serie di difficoltà oggettive. Molte di queste dipenderanno dall’evoluzione dell’epidemia di Covid in Cina e dalla capacità di approvvigionamenti da mercati diversi. Soluzioni che ad ogni modo difficilmente troveranno risposte in tempi brevi.

 

A certificare l’esistenza di un problema reale è stato infine lo stesso ministro della Salute Orazio Schillaci che  ha deciso di aprire un tavolo permanente sulle carenze di farmaci con rappresentanti del ministero della Salute, Aifa, filiera farmaceutica produttiva e della distribuzione, Carabinieri Nas e medici di medicina generale al fine di “dare risposta a breve e medio termine per far fronte tempestivamente ai bisogni dei cittadini” ma anche per attività di comunicazione e sensibilizzazione in modo da evitare ingiustificate corse all’acquisto in farmacia. Quindi, a meno che non si voglia accusare lo stesso ministero di allarmismo infondato, è evidente che vi siano alcune oggettive difficoltà di approvvigionamento che a oggi sono collegate a diversi fattori di instabilità geopolitica e che potrebbero quindi proseguire anche per diverso tempo. 

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