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editoriali

I contagi da Covid impongono un cambio di passo con la quarta dose

Redazione

I casi aumentano e iniziano a vedersi anche ricoveri in terapia intensiva. Senza un'ulteriore campagna vaccinale, si rischia tra qualche settimana o qualche mese di fronteggiare di nuovo un’emergenza difficile da gestire

Com’era previsto, l’avvio dell’autunno ha comportato una ripresa dei contagi da coronavirus: i dati sono in aumento e ora cominciano a vedersi anche ricoveri in terapia intensiva, pochi, per fortuna, ma in crescita. Lunedì più di 15 mila contagi, cresciuti del 13 per cento in una settimana, mentre negli ultimi sette giorni i ricoverati sono cresciuti di un terzo. Intanto la campagna vaccinale per la quarta dose, che tutti reputano necessaria, si svolge con esasperante lentezza. Per ora vengono chiamati solo gli ottuagenari, anche se le autorità sanitarie spiegano ogni giorno che il rischio di effetti gravi in caso di contagio si presenta già per i sessantenni. Con tutta la comprensione per le difficoltà di un sistema sanitario sottoposto da due anni a uno stress impressionante, bisognerebbe rendersi conto che se non si attiva una vaccinazione di massa ora, si rischia tra qualche settimana o qualche mese di fronteggiare di nuovo un’emergenza difficile da gestire.

Non si tratta di imporre obblighi nuovi, sui quali è comprensibile che esistano opinioni contrastanti, basterebbe rivolgersi alla platea amplissima delle persone preoccupate che sono disposte, persino ansiose di mettersi al sicuro con la quarta dose. Una volta esaurita questa domanda spontanea (che dovrebbe essere stimolata con informazioni tempestive sulle possibilità e i tempi delle vaccinazioni), si vedrà se la situazione richiede anche misure coercitive. Si discute se sia meglio usare  nuovi vaccini o replicare quelli “vecchi”, se sia il caso di affiancare la vaccinazione anti virus a quella per l’influenza: sono questioni interessanti e ragionevoli, ma intanto non si fa quasi nulla. Tutti speriamo che non si torni a situazioni che impongono restrizioni pesanti, grazie alla diffusione dei vaccini, che c’è stata soprattutto grazie al senso di responsabilità della gran parte della popolazione. A questa responsabilità, che permane, bisogna dare urgentemente risposte organizzative di massa. Per contrastare i pericoli non è mai troppo presto.

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