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Dalla dad ai trasporti

Sburocratizzare la pandemia. Il (nuovo) pressing delle regioni sul governo

Ruggiero Montenegro

I governatori chiedono che gli asintomatici vengano esclusi dai conti del bollettino quotidiano e più poteri per ricorrere alla Dad. Tra le richieste anche la mobilità: la Liguria vuole portare all'80 per cento la capienza anche in zona arancione. "Ma nulla è stato deciso", dice Emiliano

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Sburocratizzare, snellire e semplificare, per evitare il rischio, altrimenti, di bloccare l'Italia in attesa di una risposta delle autorità, di un certificato verde, di un tampone. L'avanzata di Omicron, con un numero di contagi quotidiani mai visto prima, in Italia e in giro per il mondo, ha mandato in tilt i sistemi di tracciamento delle Asl, operazioni difficili quando ormai non del tutto impossibili, mentre sono sempre di più, dal mondo della scienza, della medicina e della politica, a ritenere che ormai il bollettino quotidiano produca una visione distorta della situazione, considerando che la nuova variante, via via sempre più prevalente, appare almeno secondo le prime stime meno aggressiva.

Partono da qui le richieste delle regioni, i governatori vorrebbero un nuovo sistema di conteggio dei casi Covid che tenga conto soltanto di chi ha sintomi, o comunque che venga specificata la distinzione con gli asintomatici. Più difficile l'ipotesi di passare a un bollettino settimanale, perché come spiegano dal ministero della Salute c'è una questione legata alla trasparenza e all'accesso ai dati, che deve essere sempre garantita. Ma anche alla Sanità sono consapevoli che le modalità di comunicazione vadano riviste, che i numeri vadano spiegati meglio e contestualizzati, per evitare allarmismi ingiustificati.

 

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Anche perché grazie ai vaccini, alla terza dose somministrata al 63 per cento della platea destinataria, gli asintomatici sono sempre di più e secondo alcune stime praticamente un paziente ogni tre scopre la positività in ospedale per via di un tampone pre ricovero, legato ad altri problemi di salute. Una dinamica che in qualche modo rischia di falsare anche gli indicatori relativi alle strutture ospedaliere, con conseguenze possibili anche su cambi di colore e restrizioni, prima ancora che arrivi la burocrazia.

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Ed è anche su questo fronte che le regioni sono in pressing: “Dopo 5 giorni di quarantena il positivo senza sintomi deve essere libero di uscire di casa, anche senza tampone e certificato di guarigione. Sarebbe un provvedimento fondamentale, ha detto ieri al Foglio l'assessore alla Salute del Lazio Alessio D'Amato, anticipando una delle altre proposte che verranno presentata al Cts, che ne discuterà domani. Un'esigenza condivisa da gran parte dei governatori e anche al di fuori della conferenza delle Regioni.

Ma gli enti locali vogliono anche che si torni a discutere di trasporto pubblico locale, una richiesta avanzata in particolare dalla Liguria per bocca dell'assessore ai trasporti Gianni Berrino: “Anche in zona arancione (condizione in cui la regione governata da Toti potrebbe finire presto, ndr) il coefficiente di riempimento di autobus e treni sia come in zona gialla dell'ottanta per cento”, perchè con una capienza dimezzata come prevedono le norme attuali e con le scuole aperte, potrebbe essere più difficile garantire la mobilità.

 

L'altro tema sul tavolo è quello della scuola, questione che resta calda, dopo il pronunciamento del Tar che ha bocciato l'ordinanza di De Luca in Campania, e dopo che la task force della regione Sicilia ha annunciato per oggi il ritorno in classe, sebbene a livello comunale si vada in ordine sparso e alcuni sindaci abbiano deciso di posticipare a lunedì prossimo il rientro: succede a Trapani, a Catania, Palermo e in tanti comuni minori.

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Le regioni spingono per una nuova revisione dei meccanismi e dei criteri che portano all'attivazione della didattica a distanza: anche in questo caso, a causa di sistemi di testing e tracciamento allo stremo diventa difficile stare al passo con i contagi. In base a quanto trapela, i governatori vorrebbero inoltre un'estensione dei propri poteri: ad oggi possono legittimamente sospendere le lezioni in presenza con un'ordinanza solo in zona rossa, chiedono che questa possibilità sia ampliata.

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È questa in particolare la posizione campana, che sembra aver riscosso un buon sostegno tra gli altri presidenti. Ma è ancora una posizione ufficiosa, non ufficiale: “La Conferenza delle Regioni non ha preso alcuna decisione, né approvato alcun documento. Abbiamo invece deciso un approfondimento ulteriore in una prossima riunione”, ha spiegato ieri sera il governatore pugliese Michele Emiliano, sottolineando “l'esigenza di rendere più efficace la collaborazione fra il governo e le Regioni”.

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