Booster e non solo
C'è l'effetto super green pass sui vaccini. Ora servono hub e personale
Aumentano le somministrazioni di prime e terze dosi, dice Speranza. Le regioni si attrezzano per riaprire i grandi poli vaccinali, ma c'è di nuovo la corsa a cercare medici e infermieri. Fedriga: "Il problema è che in poco tempo abbiamo bisogno di tante persone”
La risalita della curva del contagio, l'effetto super green pass che da lunedì, e per una mese, sarà in vigore, insieme alla notizie sulla variante Omicron, tornano a spingere i vaccini. E allora, “non c'è alcun dubbio che ancora in queste ore dovremo investire con ogni energia sulla vera leva che abbiamo e cioè la campagna di vaccinazione”, ha ribadito questa mattina, ancora una volta, il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso di un evento organizzato dal Sole 24 ore, aggiungendo che “i numeri degli ultimi giorni sono numeri molto incoraggianti: c'è una crescita importante delle terze dosi e c'è una crescita anche delle prime dosi, a riprova che le misure che abbiamo stabilito stanno dando un ulteriore impulso importante alla campagna di vaccinazione".
Ieri le terze somministrazioni sono state oltre 315 mila, anche lunedì è stato superato il muro delle 300 mila, ed era accaduto pure prima del weekend, quando in maniera quasi “fisiologica” ci si vaccina di meno. Numeri frutto di una tendenza che è in costante crescita da almeno metà novembre: tra il 15 e il 22 mediamente le dosi booster effettuate sono state poco più di 160 mila, tra il 22 e il 29 si è a saliti a oltre 250mila, grazie anche all'allargamento della platea dei beneficiari della campagna, che da oggi riguarda tutti gli italiani maggiorenni, a cinque mesi dalla seconda somministrazione.
E in maniera più ridotta risale anche il numero delle prime dosi: ieri oltre 26 mila, 32 mila lunedì. Un andamento che si fa più positivo di giorno in giorno, con un numero di somministrazioni cresciuto del 30 per cento nell'ultima settimana. Anche per questo, dalla struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo è arrivata l'indicazione di (ri)potenziare la macchina delle vaccinazioni, riaprendo hub e strutture ad hoc, che erano state dismesse a vantaggio di somministrazioni sul territorio, da parte di medici di base e farmacie. Ma l'evolversi della situazione pandemica, la necessità di ricorrere in maniera massiccia alla terza dose hanno imposto un nuovo cambio di strategia, per evitare che la nuova linfa sulla campagna vaccinale non si trasformi in un boomerang fatto di lunghi tempi d'attesa e file intorno ai punti di somministrazione, come quelle registrate nei giorni scorsi in diverse città.
Si tornerà a preferire la prenotazione degli appuntamenti e verranno così riaperti molti degli hub vaccinali: è successo in Toscana per esempio, a Livorno e Carrara, o in Lombardia dove sono previsti punti vaccinali anche in alcuni supermercati e in metropolitana. Anche il Lazio riapre le grandi strutture come la Nuvola a Roma, mentre in Puglia dovrebbero riaprire una cinquantina di punti che erano stati dismessi. Ci si muove allo stesso modo, più o meno in tutta Italia, per raggiungere i nuovi target stabiliti da Figliuolo: 400 mila dosi quotidianamente di qui all'immacolata e fino a 450 mila nei giorni successivi.
Una prospettiva sicuramente ambiziosa ma fattibile, a patto che il potenziamento della rete vaccinale non si fermi ai propositi. Sebbene le regioni abbiano iniziato a muoversi per proprio conto, ora chiedono al governo un nuovo sforzo in questo senso. Ovvero la riapertura anche delle strutture messe a disposizione dal ministero della Difesa. Una richiesta che in queste ora è arrivata ad esempio dalla Calabria.
Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi individuati dal commissario potrebbe non essere sufficiente rimettere in moto gli hub, in quanto potrebbero presentarsi problemi di personale. “È chiaro che abbiamo dei limiti. Il problema di questa organizzazione è che in poco tempo abbiamo bisogno di tante persone”, ha detto ieri Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli e della Conferenza delle regioni, con riferimento alle defezioni nel personale sanitario tra chi non è ancora vaccinato e tra chi invece è positivo. Per tornare ai ritmi della scorsa primavera occorrerà lavorare anche in questa direzione. Il successo della nuova fase della campagna passa da qui.
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