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Difficile smaltire AstraZeneca. Le regioni pensano al modello Basilicata

Gianluca De Rosa

Il governatore della Regione Bardi propone il suo metodo: “ogni settimana un open day del vaccino”. Puglia e Sicilia lo imitano. E presto anche il Lazio
 

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Certo dire Modelllo Basilicata può sembrare eccessivo. La Regione che affaccia sullo Ionio è poco densamente popolata e la sua campagna vaccinale fa storia a sé: tolte Matera e Potenza non ci sono comuni con più di 10mila abitanti. Per la campagna vaccinale degli over 80 - la Basilicata è stata la Regione più rapida di Italia con la vaccinazione degli ultra ottantenni che ha già ricevuto la prima dose - si è scelto di mandare i sanitari direttamente di paese in paese per i 131 comuni della regione senza neanche bisogno del sistema di prenotazione di Poste che è stato attivato solo giovedì per la fascia 70-79 anni. 

 

Eppure sulla questione AstraZeneca la Regione governata dall’ex vicecomandante della Guardia di Finanza, il forzista Vito Bardi, ha avuto un’idea che sembra destinata a giocare un piccolo, ma importante ruolo nel futuro della campagna vaccinale. “Avevamo molte dosi del vaccino AstraZeneca che chiaramente dovevano essere somministrate in tempi ragionevoli”, racconta al Foglio Bardi. “Purtroppo però si era diffusa sul territorio una certa riluttanza e paura a farsi inoculare il siero. Poi domenica con il commissario straordinario, il generale Paolo Figliouolo, abbiamo pensato di fare un esperimento: una giornata di vaccinazione straordinaria riservata a chi desiderasse ricevere il vaccino purché fosse nella fascia d’età 60-79 anni.  Lunedì c’è stata la sorpresa: nelle due tensostrutture di Potenza e Matera abbiamo fatto oltre 3mila vaccini, numeri normali per un grande hub vaccinale a Roma o Milano, ma assolutamente straordinari per una regione come la nostra”.

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Un invasione di cittadini accorsa per ricevere il vaccino che non è stato neanche facilissimo gestire: “Onestamente - prosegue Bardi - non ci aspettavamo un’affluenza del genere, così nei due giorni successivi abbiamo deciso di scaglionare le fasce d’età: dai 75 ai 79 martedì e dai 70 ai 74 mercoledì. L’iniziativa ci ha permesso anche di recuperare terreno sulla fascia degli over 70 dove eravamo un po’ indietro con la percentuale di vaccinati”.

 

In tre giorni inoltre le dosi AstraZeneca della Basilicata sono finite (“Ma torneranno a breve”, assicura il governatore”. Intanto, il “metodo Basilicata” è stato imitato dalla Sicilia e adottato anche dall’assessore alla Sanità della Regione Puglia Luigi Lopalco. A breve anche il Lazio proverà ad utilizzarlo per gli under 60, per i quali in teoria, le attuali raccomandazioni dell’Aifa non suggeriscono l’utilizzo, ma, a fronte di rischi bassissimi, la Regione governata da Nicola Zingaretti non ha intenzione di sprecare dosi. Già oggi il rischio è molto alto: su 4 milioni di dosi AstraZeneca consegnate ne sono state inoculate 2,9 milioni. Nel secondo semestre dovrebbero arrivarne altri 10 milioni, abbastanza per vaccinare tutti gli over 60, ma visto le difficoltà - tra mancate prenotazione e tentativi dei prenotati con la cartella clinica alla mano di ottenere vaccini alternativi - non è detto che si riescano a smaltire tutte le dosi. 

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Per questo Bardi è convinto che il modello senza prenotazione possa assumere un ruolo strutturale nelle campagne di vaccinazione: “Potrebbe essere molto utile affiancare alla campagna vaccinale su prenotazione anche degli open day, magari una volta la settimana, senza prenotazione, chiaramente alle fasce d’età corrette”. In fondo c’è anche un aspetto psicologico. “A livello di psicologia collettiva - dice il governatore della Basilicata - questo esperimento può avere anche un effetto molto positivo: sfatare il tabù del vaccino pericoloso. Vedendo le persone aderire volontariamente anche qualche scettico capirà che non ci sono rischi".

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