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Il piano vaccinale italiano è nato già vecchio. Mancano all'appello 40 milioni di dosi Pfizer

Giovanni Rodriquez

Il Ministero della Salute ha aggiornato con un decreto la dotazione prevista dal piano nazionale strategico anti Covid. Ma si è dimenticato di contare le dosi aggiuntive comprate dall'Unione europea già alla fine di dicembre

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In arrivo per l’Italia circa 226 milioni di dosi dei diversi vaccini contro il Covid da qui al secondo trimestre 2022, con un incremento di 23,59 milioni di dosi rispetto a quanto inizialmente previsto dal piano strategico di vaccinazione anti covid del 12 dicembre 2020. È quanto emerge dal nuovo decreto del ministro Speranza - datato 2 gennaio 2021, ma pubblicato solo il 28 gennaio dal Ministero della Salute - che adotta il Piano nazionale vaccini aggiornandone contestualmente la tabella delle quantità e dei tempi di consegna delle dosi. 

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In arrivo per l’Italia circa 226 milioni di dosi dei diversi vaccini contro il Covid da qui al secondo trimestre 2022, con un incremento di 23,59 milioni di dosi rispetto a quanto inizialmente previsto dal piano strategico di vaccinazione anti covid del 12 dicembre 2020. È quanto emerge dal nuovo decreto del ministro Speranza - datato 2 gennaio 2021, ma pubblicato solo il 28 gennaio dal Ministero della Salute - che adotta il Piano nazionale vaccini aggiornandone contestualmente la tabella delle quantità e dei tempi di consegna delle dosi. 

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Tutto bene, se non fosse che il Piano aggiornato è da considerarsi già superato. Il provvedimento, infatti, pur rivedendo la previsione delle forniture vaccinali per i diversi trimestri del 2021 e 2022, non tiene conto dell’ultimo acquisto di dosi aggiuntive del vaccino di Pfizer. Per inquadrare meglio la vicenda si deve però fare prima un passo indietro. In un primo momento l’Ue acquistò 200 milioni di dosi del vaccino Pfizer con un opzione per ulteriori 100 milioni di dosi. A seguire, lo scorso 29 dicembre, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, annunciò di aver fatto valere questa opzione di acquisto portando così l’approvvigionamento complessivo di vaccini Pfizer da 200 a 300 milioni di dosi per il 2021. Ebbene, le dosi aggiuntive di Pfizer che sono state inserite nella tabella aggiornata del Piano vaccini, ossia 13,28 milioni suddivisi nei quattro trimestri del 2021, fanno riferimento proprio a questi 100 milioni aggiuntivi.

 

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Continua però a mancare un pezzo, dal momento che lo scorso 8 gennaio, sempre la presidente Von der Leyen, ha annunciato l’acquisto di ulteriori 300 milioni di dosi di vaccino Pfizer portando così la dotazione complessiva, a livello Ue, a 600 milioni di dosi per il 2021. Alla luce della nuova dotazione, all’Italia spettano ulteriori 40,38 milioni di dosi del tutto assenti nella tabella del Decreto del Ministero della Salute, ferma invece al 31 dicembre 2020. Ne consegue che l’aggiornamento sulla fornitura vaccinale pubblicata è da considerarsi già superata.

 

Da sottolineare inoltre come, anche nelle uscite pubbliche, questi 40,38 milioni di dosi aggiuntive di Pfizer sembra non vengano mai considerati. Come raccontavamo il 27 gennaio, infatti, lo scorso 14 gennaio, quindi circa una settimana dopo l’ufficializzazione dell’acquisto di dosi aggiuntive del vaccino di Pfizer, nella consueta conferenza stampa del giovedì, il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri aveva spiegato: “Se ci fermassimo ai vaccini di Pfizer e Moderna avremo una disponibilità di 60 milioni di dosi nell’intero arco del 2021”. Ignorando del tutto proprio i 40,38 milioni di ulteriori dosi di Pfizer acquistate che si tradurrebbero in oltre 20 milioni di italiani immunizzati in più nell’arco del 2021. Un dettaglio non di poco conto.

 

Sono stati invece correttamente inseriti in tabella i 10,6 milioni di dosi aggiuntive del vaccino Moderna a seguito dell’acquisto di ulteriori 80 milioni di dosi da parte dell’Ue il 18 dicembre 2020. Ulteriore dettaglio da rilevare, è il dimezzamento della fornitura di vaccini AstraZeneca per il primo trimestre del 2021 che passano da 16,15 a 8,02. Questo elemento, già presente in tabella, fa dedurre che il taglio fosse già noto a fine dicembre 2020 e che sia stato ufficializzato solo la scorsa settimana dal premier Giuseppe Conte in una nota nella quale annunciava possibili azioni legali contro l’azienda farmaceutica per un taglio delle forniture del 60% proprio per il primo trimestre.

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Il dimezzamento da 16,15 a 8,02 milioni di dosi per AstraZeneca si dovrebbe spiegare con la ritardata autorizzazione all’immissione in commercio per il vaccino, attesa non prima del 29 gennaio. A quel punto mancherebbe poi il via libera prima da parte della Commissione europea e poi, per l’Italia, dell’Aifa. L’effettiva distribuzione nei centri vaccinali sul territorio si avrebbe solo intorno a metà febbraio. Salterebbe in questo modo la metà del primo trimestre. Va in ogni caso sottolineato che il via libera al vaccino AstraZeneca da parte di Ema entro il 29 gennaio era elemento noto da tempo e l’azienda farmaceutica avrebbe dovuto in ogni caso produrre le dosi già acquistate dall’Europa per il primo trimestre.

 

Ma non finisce qui. Va poi considerato che gli 8,02 milioni di dosi di AstraZeneca presenti nella tabella non tengono conto del taglio del 60% delle forniture che, come dicevamo, l’azienda ha già annunciato per il primo trimestre 2021 e che, se confermati, farebbero scendere a circa 3,2 milioni le dosi disponibili. Alla luce di tutto questo sembrerebbe emerge con chiarezza che in teoria, entro il quarto trimestre di quest'anno, potremmo essere effettivamente in grado di vaccinare tutti i 51 milioni di italiani over 16, contando su 40,1 milioni di dosi di AstraZeneca, 81,02 milioni di Pfizer e 21 milioni di Moderna, per un totale di 142,12 milioni di dosi bastanti per le due immunizzazioni.

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