Contro la barbarie dell'obbligo vaccinale
Trattare le masse come fossero pecore destinate all’immunità di gregge è oltranzismo positivista che rischia di esasperare menti già di per sé confuse. Invece serve pazienza per persuadere le minoranze riottose
Ma come si permettono? L’obbligo politico, comunitario, è una cosa seria. Non c’è bisogno di essere libertari radicali per sapere che la sola idea di un obbligo vaccinale è barbarica. Fa parte di quelle cupe idiozie da cui siamo circondati. Come quella storia che per difendere i valori repubblicani bisogna imporre alle musulmane in spiaggia o in piscina di spogliarsi e mettersi in bikini: signora si denudi (ma neanche nelle commedie di Achille Campanile)! Come i divieti antifumo nei parchi o alle fermate del bus, il razionamento delle bevande gassate e altri indottrinamenti fitness. Si spaccia per scienza oggettiva, neutrale, doveristica una tendenza al dominio ideologico che funesta le censure della cultura e della teoria del safe space, lo spazio liberato, che è la prigione degli altri. Delenda Pompei, una seconda volta, se è vero che nello street food market hanno ritrovato una scritta salacemente omofoba.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.